Cronaca
Scisciano: dissequestro di fabbrica di abbigliamento, secondo in 3 mesi
Secondo Dissequestro in Tre Mesi per la Fabbrica di Abbigliamento di Scisciano
Per la seconda volta in soli tre mesi, è stato disposto il dissequestro per la fabbrica di abbigliamento situata a Scisciano. Il sequestro originario risale al 4 aprile scorso, effettuato dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Napoli.
Motivazioni del Sequestro e Denunce
Gli imprenditori responsabili della fabbrica sono stati denunciati e attualmente risultano indagati per reati gravi legati a intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Tra le violazioni contestate figurano anche quelle concernenti il lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato, che includevano anche lavoratori senza permesso di soggiorno. Inoltre, sono state rilevate violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Procedure di Sequestro e Problemi Giuridici
Durante il primo accesso ispettivo, il nucleo operativo ha proceduto al sequestro della vasta struttura della fabbrica. Tuttavia, a causa della decorrenza dei termini legali, non è stato possibile ottenere l’omologa del Giudice, rappresentato dalla Procura e dal GIP di Nola, portando così a un clamoroso dissequestro grazie alla difesa presentata dall’avvocato Massimo Viscusi.
Primo Dissequestro per Perdita di Efficacia
Trascorsi 30 giorni dal primo sequestro, si è verificato il primo dissequestro a causa di un difetto procedurale. La misura cautelare reale disposta il 4 aprile 2024 non è stata infatti convalidata nei termini dal GIP, portando quindi alla perdita di efficacia del sequestro.
Nuovo Dissequestro: Le Argomentazioni della Difesa
Recentemente, il GIP di Nola ha accolto integralmente le argomentazioni difensive presentate nell’istanza dall’avvocato Viscusi Massimo. Grazie a queste argomentazioni, il secondo dissequestro è stato ufficialmente disposto.
La situazione rimane monitorata, con l’attenzione puntata sui procedimenti legali in corso per garantire il rispetto delle norme lavorative e di sicurezza.
Fonte
Cronaca
Esplosione nella fabbrica di botti a Ercolano, le tre vittime non sono ancora state identificate ufficialmente
Anche se all’interno della fabbrica di botti esplosa ieri a Ercolano, nella provincia di Napoli, c’erano solo Samuel Tafciu e le sorelle Sara e Aurora Esposito, lo stato dei corpi non permette ancora una identificazione ufficiale.
L’esplosione in contrada Patacca, a Ercolano (Napoli)
C’erano Samule Tafciu, 18 anni, e le sorelle Sara e Aurora Esposito, di poco più grandi, all’interno della fabbrica abusiva di fuochi d’artificio illegali esplosa nel pomeriggio di ieri, lunedì 18 novembre, a Ercolano, nella provincia di Napoli, come ha confermato a Fanpage.it la suocera del ragazzo. Tuttavia, lo stato in cui versano i corpi, come hanno fatto sapere gli inquirenti, non permette ancora l’identificazione ufficiale.
“Mio genero era a nero, era il primo giorno. Le due ragazze lavoravano lì per aiutare la madre. Non sappiamo cosa è successo” ha detto ancora a Fanpage.it la suocera di Tafciu, che conferma quindi la natura abusiva e illegale dell’attività. Il 18enne lascia una compagna e una bambina, nata soltanto quattro mesi fa. L’esplosione, che è stata molto forte ed è stata avvertita anche a molta distanza, si è verificata intorno alle 15 di ieri in contrada Patacca; la struttura è andata completamente distrutta. Sul posto i vigili del fuoco, che si sono adoperati per estrarre i corpi e mettere in sicurezza l’area e i carabinieri, ai quali sono affidate le indagini.
La Procura indaga contro ignoti
Indagini che sono coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, competente sul territorio, che ha aperto una inchiesta, al momento contro ignoti. Il lavoro dei militari dell’Arma, coordinati dai magistrati oplontini, sta vertendo in queste…
Cronaca
Bomba esplode nella notte a Barra: danneggiati un bar, un panificio e due auto
La deflagrazione ha riguardato un bar tabacchi in via Figurelle: la bomba ha danneggiato l’esterno di due locali e anche due auto parcheggiate. Indagini affidate ai carabinieri.
Momenti di paura nella notte appena trascorsa a Barra, quartiere della periferia orientale di Napoli: poco dopo la mezzanotte, infatti, una grossa bomba carta è esplosa in via Figurelle. L’esplosione ha danneggiato l’esterno di un bar tabacchi e di un panificio, infrangendo le vetrine; danni sono stati riportati anche da due automobili parcheggiate proprio dove è esplosa la bomba. Vista l’ora non troppo tarda, molti sono stati i residenti che hanno udito la deflagrazione.
Oltre ai danni riportati dai due esercizi commerciali e dalle automobili, non si segnalano persone ferite. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Poggioreale, ai quali sono affidate le indagini per comprendere le motivazioni dietro l’attentato dinamitardo e individuare i responsabili.
Cronaca
Truffe ad anziani invalidi in tutto il Sud Italia, sgominata centrale dei “falsi carabinieri” a Napoli
Maxi operazione dei carabinieri a Napoli, sgominata centrale di truffatori che agivano col metodo del “falso carabiniere” in tutto il Sud Italia, raggirando anziani e invalidi.
Sgominata la centrale delle truffe agli anziani col trucco del “falso carabiniere”. Operavano in tutto il Sud Italia, ma la base operativa, secondo gli investigatori, era al centro storico di Napoli. I truffatori, senza scrupoli, portavano via i risparmi dei malcapitati. Una anziana invalida al 100% è stata addirittura raggirata e portata a cedere beni per circa 40mila euro. I truffatori sono stati identificati e presi dai carabinieri, quelli veri. La maxi operazione è stata condotta dai militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei. Nei guai due pregiudicati, coinvolti in un’attività criminale che si muoveva dalla loro base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, punto di partenza per i loro colpi lungo la penisola meridionale.
La truffa col “metodo del falso carabiniere”
L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Con il classico “metodo del falso carabiniere”, i due truffatori avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa. Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i…