Cronaca
Scampia: il piccolo Raffaele dona giocattoli e lettere ai bimbi sfollati
Raffaele, il piccolo di Scampia, dona i suoi giocattoli ai bimbi sfollati
A Scampia, il cuore grande di un bambino sta facendo parlare di sé. Il piccolo Raffaele ha deciso di donare i suoi giocattoli, accompagnati da una toccante lettera, ai bambini sfollati del suo quartiere. La generosa iniziativa ha aperto una raccolta fondi su GoFundMe per supportare le famiglie delle vittime.
L’importanza dei piccoli gesti per grandi cuori
Raffaele, nel suo messaggio, esprime empatia e solidarietà per i suoi coetanei: "Ciao, sono Raffaele e anch’io sono di Scampia." Nella lettera, il giovane esprime il suo dispiacere per i bambini che hanno perso la loro casa e la volontà di condividere con loro i suoi giocattoli: "Mi dispiace tanto pensare a tutti quei bambini che sono rimasti senza casa e che in questo momento sono così tristi."
Un sostegno che va oltre i confini
Il gesto commovente di Raffaele ha colpito Francesco Emilio Borrelli, che ha dichiarato: "Quello di Raffaele è un gesto bellissimo che tutta Italia dovrebbe prendere ad esempio." L’urgenza di una campagna di solidarietà nazionale è quanto mai necessaria per supportare le famiglie colpite.
Emergente una nuova urgenza sociale
Ciro Corona del centro Gelsomina Verde racconta la difficile situazione: "In questo momento, nel nostro centro, stiamo ospitando 39 persone, di cui 15 bambini. Dopo l’emergenza dei generi di prima necessità, ora stiamo affrontando un’emergenza sociale." I bambini sfollati continuano a vedere negato il loro diritto all’infanzia.
Donazioni e solidarietà: come contribuire
La raccolta fondi lanciata dai familiari delle vittime è a questo link: https://gofund.me/2767a9ae. Ogni contributo è essenziale per aiutare queste famiglie in un momento tanto difficile.
Il gesto di Raffaele rappresenta un faro di speranza e altruismo. "In queste ore stiamo assistendo a gesti di grande generosità come quella di Raffaele. È una dimostrazione di come stanno crescendo le nuove generazioni," conclude Ciro Corona. Speriamo che il suo esempio ispiri molti altri a fare lo stesso.
Il governo e la tragedia nazionale
Francesco Emilio Borrelli esorta il governo a non girarsi dall’altra parte: "Siamo di fronte a una tragedia nazionale, una strage annunciata di cittadini italiani, e credo che il governo debba far sentire a queste persone la sua vicinanza." I funerali delle vittime saranno un’occasione per mostrare solidarietà tangibile, non solo con la presenza fisica ma anche con azioni concrete di supporto.
La generosità di Raffaele e l’attenzione della comunità ci ricordano che anche nei momenti più bui, la solidarietà può fare una grande differenza.
Cronaca
Indagata l’insegnante aggredita a Castellammare da 30 genitori: sequestrato il suo cellulare
L’insegnante aggredita in una scuola media di Castellammare è stata iscritta nel registro degli indagati: si tratta di un atto dovuto per consentire accertamenti sul suo cellulare, dopo la denuncia presentata da alcuni genitori su alcune presunte chat con gli alunni.
È stata iscritta nel registro degli indagati l’insegnate di sostegno dell’istituto scolastico Salvati, a Castellammare di Stabia, nella provincia di Napoli, che lo scorso 14 novembre è stata aggredita a scuola da un gruppo di circa 30 genitori. Si tratta di un atto dovuto, quello della Procura di Torre Annunziata, che indaga sulla vicenda, per consentire ulteriori accertamenti anche sul cellulare della docente, che è stato sequestrato in seguito alla denuncia presentata da cinque genitori, che già nei giorni scorsi avevano raccontato della possibile esistenza di una chat tra l’insegnante e alcuni alunni nella quale la donna avrebbe inviato audio e video con riferimenti a sfondo sessuale.
Parallelamente, gli sforzi degli investigatori si stanno concentrando anche sull’aggressione subita dalla docente. Come detto, lo scorso 14 novembre, circa 30 genitori si sarebbero presentati all’istituto Salvati, che sorge a Scanzano, quartiere periferico di Castellammare, e avrebbero aggredito l’insegnante, che ha riportato un trauma cranico per i colpi ricevuti e ha dovuto fare ricorso alle cure mediche; nell’aggressione è rimasto ferito anche il padre della docente, anch’egli presente a scuola in quel momento, che ha invece riportato la frattura di un polso dopo essere intervenuto per difendere la figlia.
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Cronaca
Picchiano un 18enne con il suo stesso casco per prendergli la moto: nei guai tre giovani nel Napoletano
Per un 26enne, un 20enne e un 19enne è scattata la misura dell’obbligo di dimora. I tre, lo scorso 22 aprile, a Sant’Antonio Abate, hanno aggredito un 18enne allo scopo di rapinarlo della sua moto.
Tre giovani nei guai a Sant’Antonio Abate, nella provincia di Napoli: si tratta di un 26enne, un 20enne e un 19enne, nei confronti dei quali, come disposto dalla Procura di Torre Annunziata, è scattato l’obbligo di dimora: i tre sono accusati, in concorso, di lesioni personali aggravate, mentre a due di loro viene contestata anche la tentata rapina, nei confronti di un 18enne. Per il 19enne e il 26enne, inoltre, è stato disposto anche che non si allontanino dalle rispettiva abitazioni tra le ore 20 e le ore 7 del giorno successivo.
I fatti sono avvenuti lo scorso 22 aprile a Sant’Antonio Abate quando i tre, insieme a un minorenne, avrebbero aggredito il 18enne, colpendolo con calci e pugni e poi picchiandolo con il suo stesso casco, che gli era stato strappato dalle mani, nel tentativo di rubargli la motocicletta. Tuttavia, la reazione del 18enne e l’intervento di un amico e di un passante, aveva fatto sì che i tre giovani desistessero dal tentativo di rapina e si dessero alla fuga.
Le successive indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura oplontina, si sono avvalse delle immagini telecamere di videosorveglianza della zona e delle testimonianze delle persone coinvolte e hanno permesso di pervenire all’identità dei tre giovani, nei confronti dei quali è scattata oggi la misura cautelare dell’obbligo di dimora.
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Cronaca
Detenuto di 28 anni napoletano trovato impiccato nel carcere di Poggioreale: “Terribile tragedia”
Detenuto 28enne del Napoletano morto suicida nel carcere di Poggioreale. Il sottosegretario Ferrante: “Terribile tragedia”. L’Ordine dei Medici: “Bisogna migliorare le condizioni di vita nelle carceri”
Immagine di repertorio
Un detenuto di 28 anni napoletano è stato ritrovato impiccato nel carcere di Poggioreale a Napoli. È il quarto detenuto a togliersi la vita nel 2024 nell’istituto penale partenopeo, l’undicesimo in tutta la regione Campania. A denunciare l’accaduto è Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti della Campania. “Il sistema penitenziario – dice Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica”.
“Sono 81 in tutta Italia – prosegue Ciambriello – con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono 1.842 i tentativi di suicidio, 11.503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”.
Il…