Cronaca
Rapina a Casoria: ex pugile Di Napoli identifica i banditi
Assalto a Casoria: L’ex Pugile Di Napoli Fornisce l’Identikit dei Rapinatori
Raffaele Scotti, un dipendente della comunità di recupero San Pio di Nola di 62 anni, è in condizioni critiche dopo essere stato ferito a colpi di pistola durante una rapina fallita. Accompagnato da Kevin Di Napoli, ex pugile romano e ospite della comunità, Scotti è stato preso di mira da banditi che volevano rubare un prezioso Rolex indossato da Di Napoli.
Il Tentato Furto e le Ferite Gravi
La serata del crimine ha visto Di Napoli e Scotti di ritorno a casa dopo una sessione di allenamento a Napoli. Mentre si trovavano lungo la Circonvallazione Esterna di Casoria, nella frazione di Arpino, i due sono stati avvicinati da banditi su uno scooter. Durante il tentativo di rapina, Scotti è stato colpito gravemente, riportando ferite al polmone, aorta, milza e fegato e attualmente lotta tra la vita e la morte. Trasportato d’urgenza al Cardarelli, Scotti è stato operato nella notte ma il quadro clinico rimane molto delicato.
Le Indagini dei Carabinieri
Le autorità locali, tra cui i carabinieri di Casoria e il Nucleo Investigativo di Castello Di Cisterna, stanno lavorando per ricostruire l’accaduto. L’assalto è avvenuto intorno alle 19:30, e i banditi a bordo di uno scooter hanno individuato il Rolex di Di Napoli, tentando di appropriarsene sparando sia a lui che a Scotti.
La Ricostruzione di Kevin Di Napoli
Nonostante lo shock e la ferita al polso, Kevin Di Napoli è stato in grado di fornire un identikit dei rapinatori. Ha descritto dettagli sull’abbigliamento, il modello e la marca dello scooter, e il timbro di voce dei banditi. Queste informazioni sono vitali, soprattutto dato che la zona è priva di telecamere di sicurezza.
Sfida alla Sicurezza Stradale
Le uniche telecamere presenti sono quelle dello svincolo della Tangenziale nelle vicinanze del luogo dell’incidente, ma non è certo che i rapinatori abbiano transitato da quella direzione. Le forze dell’ordine stanno scandagliando ogni indizio possibile per risalire agli autori del crimine.
Resta alta l’allerta nella comunità, mentre Di Napoli continua a collaborare con le autorità per assicurare che i colpevoli vengano identificati e arrestati. La situazione di Scotti rimane precaria, con i medici che monitorano attentamente ogni sviluppo.
L’episodio mette in luce l’urgenza di intensificare le misure di sicurezza in aree vulnerabili, per prevenire futuri incidenti simili e garantire la protezione dei cittadini.
Cronaca
Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati
�� accaduto a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, dove 4 giovani tra i 16 e i 24 anni sono stati denunciati dai carabinieri: la banconota da 50 euro che hanno cercato di rifilare a un negoziante è apparsa subito palesemente falsa.
Come Totò e Peppino nel film cult “La banda degli onesti”, si sono improvvisati falsari e hanno cercato di spendere banconote contraffatte da 50 euro in vari esercizi commerciali, ma la scarsa fattura delle stesse, che a vista d’occhio apparivano palesemente false, li ha fatti scoprire: a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, quattro giovani – hanno tra i 16 e i 24 anni – sono stati denunciati dai carabinieri.
Nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, i carabinieri della locale stazione sono intervenuti dopo numerose segnalazioni giunte al numero di emergenza 112 da parte di alcuni commercianti di San Felice a Cancello: quattro giovani, a più riprese, avevano cercato di spendere nei negozi cittadini delle banconote da 50 euro che risultavano palesemente false.
Immediate le indagini dei militari dell’Arma, che hanno rintracciato i quattro truffatori in erba, in piazza Castra Marcelli, a bordo di una Fiat Panda. Identificati e sottoposti a perquisizione, i quattro giovani sono stati trovati in possesso di 6 banconote da 50 euro false e di una somma di denaro di 720 euro, suddivisa in banconote di vario taglio, non contraffatte. Tutto il denaro è stato posto sotto sequestro, mentre i giovani sono stati denunciati in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per spendita e introduzione nello stato, senza concerto, di monete falsificate in concorso tra loro.
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Cronaca
Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano
Su un profilo TikTok di un amico di Crescenzo Marino è stato pubblicato un fumetto che difende il figlio del boss, condannato ad agosto a 10 anni di carcere; scritto in prima persona, sarebbe autobiografico.
L’infanzia in un quartiere difficile, l’arresto del padre, la scoperta di essere figlio di un boss di camorra e i tentativi di allontanarsi da quel mondo che l’hanno portato anche a stringere amicizia col rapper Geolier, fino a quando le manette sono scattate anche per lui e alla detenzione da innocente. Tutto raccontato in un fumetto che ieri sera è stato pubblicato su un profilo TikTok e che sarebbe stato disegnato da Crescenzo Marino, il figlio del capoclan Genny McKay. “Nato a Secondigliano”, questo è il titolo. E, subito sotto, la nota: “a cura di Crescenzo Marino”.
Il fumetto sulla vita del figlio del capoclan Marino
Non è sicuro che l’autore del fumetto sia effettivamente Crescenzo Marino, attualmente detenuto, ma è certo che il profilo su cui è stato pubblicato viene gestito da qualcuno molto vicino al ragazzo. Nato nel 1997, il giovane aveva appena sette anni quando è scoppiata la faida di Scampia, nel 2004. Il racconto a fumetti, scritto in prima persona e con protagonista Marino, inizia proprio da quel periodo: “Ricordo che giocavamo a pallone tra i colpi di pistola”.
Nel giro di qualche vignetta, la prima svolta: l’arresto di Gennaro Marino (2004). Le bugie della madre per non dirgli la verità: “Papà lavora in un castello”. Poi le “cose strane” che succedevano durante l’infanzia e l’adolescenza: i ragazzi che volevano essere suo amici e quelli che gli dicevano che non potevano invitarlo a casa perché “le loro…
Cronaca
Infermiere preso a schiaffi all’Ospedale del Mare: arriva la Polizia
Aggressione al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare. Infermiere preso a schiaffi. Arriva la Polizia.
Infermiere aggredito al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare oggi pomeriggio. Preso a schiaffi da un parente di una paziente che era arrivata nel nosocomio partenopeo, per una intossicazione, ma poi aveva deciso di andare via, rifiutando le cure. Uno degli infermieri, a quanto apprende Fanpage.it, è stato aggredito dai familiari sopraggiunti poco dopo sul posto, alla ricerca del loro parente ammalato.
Infermiere del Pronto Soccorso preso a schiaffi
L’aggressione è avvenuta prima da parte di un parente, ma solo verbalmente, poi da parte di un altro parente che avrebbe assalito l’infermiere alle spalle, schiaffeggiandolo. Alla fine i due parenti sono stati allontanati dalla sicurezza. Sul posto è arrivata la Polizia di Stato, allertata dal personale sanitario. L’infermiere colpito, invece, è stato refertato dai medici dell’ospedale.
La Polizia di Stato all’Ospedale del Mare
Ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto. Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressione sarebbe avvenuta attorno alle ore 15,00 di oggi, venerdì 22 novembre 2024. Si tratta dell’ennesimo atto di violenza contro il personale sanitario registrato negli ultimi mesi all’interno dei nosocomi napoletani. Le istituzioni sono impegnate per contrastare questo fenomeno. Per questi motivi sono stati istituiti dei drappelli delle forze dell’ordine all’interno dei pronto soccorso ospedalieri e sono state installate le telecamere a bordo dell’ambulanze del 118. Le difficoltà vissute da medici e infermieri all’interno dei pronto soccorso, purtroppo, rendono anche poco…