Cronaca
Pozzuoli: arrestato il pusher della movida, denunciati due imprenditori
Operazione Notturna dei Carabinieri a Pozzuoli: Arrestato 26enne e Sequestrate Droghe
Nella recente operazione notturna condotta dai carabinieri della compagnia locale nelle zone della movida di Pozzuoli, è stato arrestato Francesco Coppola, 26enne già noto alle forze dell’ordine. Durante i controlli straordinari, Coppola è stato beccato in flagrante mentre cedeva diverse dosi di droga ai clienti.
Sequestri a Seguito della Perquisizione
Dopo l’arresto, i carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione di Coppola e in diverse aree comuni che lui utilizzava come deposito. Questa operazione ha portato al sequestro di un totale di 228 grammi di hashish, 350 grammi di marijuana e 34 grammi di cocaina.
Controlli nei Lidi di Via Sibilla
Parallelamente alle azioni contro il traffico di droga, i militari hanno eseguito controlli nei lidi di via Sibilla. Durante queste ispezioni, un imprenditore 50enne è stato denunciato per aver organizzato una serata di musica con intrattenimento danzante senza possedere alcuna licenza. A seguito della denuncia, l’area e la strumentazione utilizzata sono stati sequestrati.
Un Secondo Imprenditore nel Mirino
Anche un altro imprenditore di 55 anni, titolare di un diverso stabilimento balneare, ha ricevuto una denuncia per la medesima infrazione. La mancanza di autorizzazioni per eventi di intrattenimento ha comportato il sequestro delle attrezzature utilizzate.
Denuncia per Possesso di Armi Improprie
Oltre alle operazioni nei lidi e agli arresti per droga, i carabinieri hanno anche denunciato un 59enne incensurato. Durante un controllo notturno, nell’auto dell’uomo è stata trovata e sequestrata una mazza da baseball, portando quindi alla denuncia per possesso di arma impropria.
Gli interventi continui delle forze dell’ordine a Pozzuoli evidenziano l’impegno nella lotta contro l’illegalità e il mantenimento della sicurezza pubblica.
Fonte
Cronaca
Incendio distrugge appartamento a San Giuseppe Vesuviano, le fiamme partite dal camino
Due coniugi in ospedale a San Giuseppe Vesuviano (Napoli): il loro appartamento ha preso fuoco, l’incendio sarebbe collegato all’accensione del camino.
Immagine di repertorio
Le fiamme sarebbero partite dal camino, avrebbero raggiunto le tende e gli altri arredi, divorando in pochi minuti i mobili: sono ancora in corso accertamenti per l’incendio che, nel tardo pomeriggio di ieri, 19 novembre, ha distrutto completamente un appartamento a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli; dentro c’erano due coniugi di 62 e 59 anni, rimasti intossicati e accompagnati in ospedale ma le cui condizioni non destano preoccupazione.
Sul posto, a seguito dell’allarme, sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato di San Giuseppe Vesuviano della Polizia di Stato. L’incendio, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe collegato all’accensione del camino; non è chiaro se si sia trattato di una distrazione o se, al contrario, possa essere riconducibile ad un malfunzionamento.
Al termine delle operazioni di spegnimento la casa era distrutta: le fiamme avevano raggiunto in pochissimo tempo anche le altre stanze, avvolgendo mobilia e suppellettili. Le due persone all’interno, un uomo di 62 anni e la moglie di 59 anni, sono state soccorse e accompagnate all’ospedale di Nola; non hanno riportato ferite di rilievo ma sono state trattenute in osservazione per intossicazione e affidate alle cure mediche.
Cronaca
Esplosione Ercolano, il dolore della mamma delle gemelle morte: “Mi avete spezzato il cuore, principesse”
Le tre vittime erano al primo giorno di lavoro. Denunciato il proprietario dell’immobile di Ercolano trasformato in fabbrica abusiva di fuochi d’artificio.
Le gemelle 26enni Sara e Aurora Esposito
Sara e Aurora Esposito che ballano spalla a spalla, poi una foto mentre sono al mare, i loro visi sorridenti: le immagini scorrono nel video pubblicato su Facebook da Lucia Occhibelli, la mamma delle due gemelle morte nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio abusiva ad Ercolano (Napoli). Pochi secondi, è la ricondivisione di uno dei tanti post comparsi nelle ultime ore. E ad accompagnare il video c’è un messaggio straziante: “Mi avete spezzato il cuore, voi due principesse, il mio dolore è immenso e indescrivibile”.
Sara, Aurora e Samuel, le tre vittime dell’esplosione ad Ercolano
Le due 26enni sono state uccise dalla deflagrazione nel primo pomeriggio del 18 novembre, intorno alle 15. Era il loro primo giorno di lavoro in quella fabbrica abusiva, allestita in un immobile di contrada Patacca, al confine con San Sebastiano al Vesuvio e San Giorgio a Cremano. Una fabbrica fantasma, inesistente: nessuna autorizzazione, nessuna precauzione.
Le ragazze, stando a quanto emerso successivamente, si occupavano del confezionamento dei botti. Samuel Tafciu, 18 anni, la terza vittima, era invece quello che maneggiava la polvere pirica: è stato investito in pieno dallo scoppio, il corpo è stato sbalzato a decine di metri di distanza. I corpi delle ragazze sono stati recuperati soltanto ieri mattina: il giorno precedente i soccorritori hanno dovuto fermarsi per la messa in sicurezza, l’intera area era cosparsa di materiale esplosivo e…
Cronaca
Droga e cellulari con i droni nel carcere di Secondigliano, c’era anche chi faceva acquisti online
La Squadra Mobile di Napoli ha arrestato 12 persone, ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo su un sistema di consegne di droga e cellulari nel carcere di Secondigliano. Gli ordini arrivavano dal reparto di Alta Sicurezza.
Immagine di repertorio
Una vasta operazione della Squadra Mobile di Napoli ha portato all’arresto di 12 persone – 10 in carcere, 2 agli arresti domiciliari – ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo in piedi un sistema per introdurre, attraverso droni altamente tecnologici, droga e cellulari all’interno del carcere di Secondigliano. E proprio grazie a un cellulare, secondo gli inquirenti, i carichi e le spedizioni venivano gestite, addirittura da un detenuto, ritenuto esponente di spicco della Vanella Grassi, che si trovava nel reparto di Alta Sicurezza del carcere, quello in cui, appunto, sono ospitati i detenuti condannati per camorra. Stando a quanto appreso dagli inquirenti nel corso dell’attività investigativa, grazie ai cellulari introdotti in carcere, c’era anche chi effettuava ordini su una nota piattaforma di acquisti online.
I cellulari erano tutti intestati a cittadini extracomunitari
L’attività investigativa ha permesso di accertare come il traffico fosse stato organizzato da Nico Grimaldi, ritenuto esponente di spicco del clan, da sua madre Rita Pitirollo e dalla moglie, Addolorata De Falco. Gli ordini dei detenuti arrivavano all’esterno del carcere e, ad autorizzare l’invio dei droni e quindi delle spedizioni era proprio la madre di Grimaldi. Le indagini hanno rivelato che tutti i telefoni e le relative utenze erano intestati a cittadini…