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Cronaca

Napoli: il pentito D’Amico rivela le ambizioni di zio Salvatore

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Napoli: il pentito D’Amico rivela le ambizioni di zio Salvatore

<strong>Napoli: Le Rivelazioni del Pentito Umberto D’Amico sulla Conquista di Roma del Boss Salvatore D’Amico

Napoli. Salvatore D’Amico, noto anche come ‘o pirata, aspirava a diventare il nuovo capo della criminalità organizzata a Roma. Questa rivelazione è stata fatta dal nipote pentito, Umberto D’Amico, soprannominato ‘o lione’.

Dichiarazioni che Svelano una Rete Criminale

Le dichiarazioni di Umberto hanno giocato un ruolo cruciale nello smantellamento di diverse organizzazioni criminali nella capitale, portando all’arresto di 16 persone e all’indagine di altre 57, grazie a un’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Roma. Le circa 400 pagine dell’ordinanza cautelare del gip Emanuela Attura documentano ampiamente le rivelazioni del pentito D’Amico.

Rapporti Tesi e Alleanze Strategiche

Secondo Umberto, suo zio Salvatore aveva rapporti stretti con il figlio di Michele Senese, probabilmente chiamato Roberto, nonché con un uomo di fiducia di Michele Senese, anch’egli di nome Roberto. Salvatore aveva persino avuto una discussione con il giovane Senese, affermando che ormai era lui a comandare a Roma, non più la famiglia Senese. Anche se inizialmente teso, il rapporto si era poi risolto pacificamente, non senza lasciare un clima di terrore intorno a Salvatore.

Espansione e Gestione di Attività Illecite

Salvatore D’Amico capì che a Roma c’era un notevole flusso di denaro e, grazie alla conoscenza con Daniele Muscariello tramite Alberto Viola, decise di espandere le sue operazioni nella capitale. Umberto racconta di essere stato a Roma con suo zio nelle zone dell’EUR, dove Alberto Viola aveva un ristorante. Dal 2018, incontravano Muscariello, che fungeva da braccio destro di Salvatore per attività come recupero crediti, gestione dell’IVA e operazioni con il carburante.

Il Sistema di Recupero Crediti e Altro

Gli imprenditori che avevano necessità di recuperare denaro a Roma si rivolgevano a Daniele, il quale informava Salvatore, che interveniva prendendo una parte del credito, se non l’intero importo. Anche nel caso inverso, cioè quando erano loro ad avere problemi, si rivolgevano a Daniele. Un esempio citato è quello di Nando Palumbo. Muscariello aveva aperto una ditta fantasma che formalmente assumeva operai, senza però pagare i contributi e destinata a fallire.

Collaborazioni con Altri Soggetti

Daniele veniva spesso a Napoli, mentre Salvatore si recava frequentemente a Roma, utilizzando documenti falsi per aggirare le restrizioni imposte dalla sorveglianza speciale. A Roma, incontravano individui come ‘o guaglione, un certo Stefano, Massimo e Andrea. Anche un altro Roberto, agli arresti domiciliari, non sopportava il figlio di Michele Senese, descritto come arrogante e privo di spessore.

Il Lavoro con l’IVA e Le Informazioni Pre-arresto

Il sistema per gestire l’IVA prevedeva che Daniele ricevesse ingenti somme di denaro contante, restituendole con l’IVA aggiunta. Il denaro veniva trasferito tramite bonifici su conti di società fasulle, coinvolgendo galoppini che prelevavano le somme suddivise in un solo giorno. Daniele era talmente abile nelle truffe da avere contatti anche nelle forze dell’ordine, informando Salvatore un mese prima del suo arresto.

Conclusione

Le rivelazioni del pentito Umberto D’Amico hanno fornito uno spaccato dettagliato delle operazioni criminali condotte a Roma dal boss Salvatore D’Amico. Queste informazioni hanno permesso di gettare luce su una rete complessa e ben organizzata, evidenziando anche i legami con altre figure delinquenziali e l’ingegnosità delle strategie messe in atto per dominare il territorio e le attività illecite.

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

� accaduto a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, dove 4 giovani tra i 16 e i 24 anni sono stati denunciati dai carabinieri: la banconota da 50 euro che hanno cercato di rifilare a un negoziante è apparsa subito palesemente falsa.

Come Totò e Peppino nel film cult “La banda degli onesti”, si sono improvvisati falsari e hanno cercato di spendere banconote contraffatte da 50 euro in vari esercizi commerciali, ma la scarsa fattura delle stesse, che a vista d’occhio apparivano palesemente false, li ha fatti scoprire: a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, quattro giovani – hanno tra i 16 e i 24 anni – sono stati denunciati dai carabinieri.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, i carabinieri della locale stazione sono intervenuti dopo numerose segnalazioni giunte al numero di emergenza 112 da parte di alcuni commercianti di San Felice a Cancello: quattro giovani, a più riprese, avevano cercato di spendere nei negozi cittadini delle banconote da 50 euro che risultavano palesemente false.

Immediate le indagini dei militari dell’Arma, che hanno rintracciato i quattro truffatori in erba, in piazza Castra Marcelli, a bordo di una Fiat Panda. Identificati e sottoposti a perquisizione, i quattro giovani sono stati trovati in possesso di 6 banconote da 50 euro false e di una somma di denaro di 720 euro, suddivisa in banconote di vario taglio, non contraffatte. Tutto il denaro è stato posto sotto sequestro, mentre i giovani sono stati denunciati in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per spendita e introduzione nello stato, senza concerto, di monete falsificate in concorso tra loro.

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

Su un profilo TikTok di un amico di Crescenzo Marino è stato pubblicato un fumetto che difende il figlio del boss, condannato ad agosto a 10 anni di carcere; scritto in prima persona, sarebbe autobiografico.

L’infanzia in un quartiere difficile, l’arresto del padre, la scoperta di essere figlio di un boss di camorra e i tentativi di allontanarsi da quel mondo che l’hanno portato anche a stringere amicizia col rapper Geolier, fino a quando le manette sono scattate anche per lui e alla detenzione da innocente. Tutto raccontato in un fumetto che ieri sera è stato pubblicato su un profilo TikTok e che sarebbe stato disegnato da Crescenzo Marino, il figlio del capoclan Genny McKay. “Nato a Secondigliano”, questo è il titolo. E, subito sotto, la nota: “a cura di Crescenzo Marino”.

Il fumetto sulla vita del figlio del capoclan Marino

Non è sicuro che l’autore del fumetto sia effettivamente Crescenzo Marino, attualmente detenuto, ma è certo che il profilo su cui è stato pubblicato viene gestito da qualcuno molto vicino al ragazzo. Nato nel 1997, il giovane aveva appena sette anni quando è scoppiata la faida di Scampia, nel 2004. Il racconto a fumetti, scritto in prima persona e con protagonista Marino, inizia proprio da quel periodo: “Ricordo che giocavamo a pallone tra i colpi di pistola”.

Nel giro di qualche vignetta, la prima svolta: l’arresto di Gennaro Marino (2004). Le bugie della madre per non dirgli la verità: “Papà lavora in un castello”. Poi le “cose strane” che succedevano durante l’infanzia e l’adolescenza: i ragazzi che volevano essere suo amici e quelli che gli dicevano che non potevano invitarlo a casa perché “le loro…

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Infermiere preso a schiaffi all’Ospedale del Mare: arriva la Polizia

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Infermiere preso a schiaffi all’Ospedale del Mare: arriva la Polizia

Aggressione al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare. Infermiere preso a schiaffi. Arriva la Polizia.

Infermiere aggredito al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare oggi pomeriggio. Preso a schiaffi da un parente di una paziente che era arrivata nel nosocomio partenopeo, per una intossicazione, ma poi aveva deciso di andare via, rifiutando le cure. Uno degli infermieri, a quanto apprende Fanpage.it, è stato aggredito dai familiari sopraggiunti poco dopo sul posto, alla ricerca del loro parente ammalato.

Infermiere del Pronto Soccorso preso a schiaffi

L’aggressione è avvenuta prima da parte di un parente, ma solo verbalmente, poi da parte di un altro parente che avrebbe assalito l’infermiere alle spalle, schiaffeggiandolo. Alla fine i due parenti sono stati allontanati dalla sicurezza. Sul posto è arrivata la Polizia di Stato, allertata dal personale sanitario. L’infermiere colpito, invece, è stato refertato dai medici dell’ospedale.

La Polizia di Stato all’Ospedale del Mare

Ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto. Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressione sarebbe avvenuta attorno alle ore 15,00 di oggi, venerdì 22 novembre 2024. Si tratta dell’ennesimo atto di violenza contro il personale sanitario registrato negli ultimi mesi all’interno dei nosocomi napoletani. Le istituzioni sono impegnate per contrastare questo fenomeno. Per questi motivi sono stati istituiti dei drappelli delle forze dell’ordine all’interno dei pronto soccorso ospedalieri e sono state installate le telecamere a bordo dell’ambulanze del 118. Le difficoltà vissute da medici e infermieri all’interno dei pronto soccorso, purtroppo, rendono anche poco…

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