Cronaca
Il summit di Patrizio Bosti, 5 giorni di libertà e l’omicidio di Salvatore Barile: la scelta fatale.
Il ritorno di Patrizio Bosti alla criminalità organizzata
Patrizio Bosti, a causa di un errore di valutazione sul cumulo delle pene, è stato rilasciato il 11 maggio 2020. Ha trascorso 5 giorni in libertà per poi essere nuovamente arrestato il 16 maggio 2020. Una volta tornato a Napoli, ha ripreso subito il controllo del clan, come dimostrano le intercettazioni, convocando i suoi uomini di fiducia.
In quel momento ha conferito a Migliaccio Antonio, figlio di Giovanni Migliaccio affiliato al clan Contini e detenuto all’epoca, il ruolo di suo nuovo luogotenente. Questo emerge dalle conversazioni intercettate sul telefono di Oliva Annunziata, madre di Migliaccio Antonio, e durante i colloqui in carcere tra Giovanni Migliaccio e i suoi familiari.
La decisione di uccidere Salvatore Barile
Nel corso di queste conversazioni è emerso che Bosti ha deciso di cambiare radicalmente le strategie dell’organizzazione, rompendo una tregua con il clan Mazzarella e pianificando di uccidere Salvatore Barile, anche conosciuto come Totoriello. Questa decisione è stata scoperta solo due anni dopo, dalle intercettazioni ambientali realizzate a casa di Ciro Mazzarella.
Questo piano è stato messo in atto senza il consenso dei reggenti del clan, Botta Carmine e De Luca Gennaro, che evidentemente non erano soddisfatti della loro gestione. Questo ha rafforzato l’ipotesi che Bosti intendesse nominare Migliaccio Antonio come suo nuovo luogotenente.
La situazione finanziaria del clan e i legami con altre organizzazioni criminali
Si ipotizza che alla base di questa decisione possa esserci stato il malcontento di Patrizio Bosti riguardo alla gestione finanziaria del clan. Infatti, successivamente è emerso che c’erano diversi milioni di euro mancanti nelle casse dell’organizzazione.
Inoltre, Bosti si era interessato alla gestione dei territori controllati dall’Alleanza di Secondigliano, come Giugliano in Campania, dove il clan Mallardo era predominante nel cartello criminale. Questo è stato confermato dalle intercettazioni effettuate presso la casa di Maria Lìcciardi, ancora libera e al vertice del clan Licciardi.
In seguito ai piani di Bosti, Salvatore Barile e Ciro Mazzarella hanno iniziato a prepararsi per una possibile guerra con l’Alleanza di Secondigliano, valutando i membri da coinvolgere e verificando la disponibilità di armi. Inoltre, hanno discusso dell’organizzazione criminale sul territorio di Napoli e in provincia.
Cronaca
Droga e cellulari con i droni nel carcere di Secondigliano, c’era anche chi faceva acquisti online
La Squadra Mobile di Napoli ha arrestato 12 persone, ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo su un sistema di consegne di droga e cellulari nel carcere di Secondigliano. Gli ordini arrivavano dal reparto di Alta Sicurezza.
Immagine di repertorio
Una vasta operazione della Squadra Mobile di Napoli ha portato all’arresto di 12 persone – 10 in carcere, 2 agli arresti domiciliari – ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo in piedi un sistema per introdurre, attraverso droni altamente tecnologici, droga e cellulari all’interno del carcere di Secondigliano. E proprio grazie a un cellulare, secondo gli inquirenti, i carichi e le spedizioni venivano gestite, addirittura da un detenuto, ritenuto esponente di spicco della Vanella Grassi, che si trovava nel reparto di Alta Sicurezza del carcere, quello in cui, appunto, sono ospitati i detenuti condannati per camorra. Stando a quanto appreso dagli inquirenti nel corso dell’attività investigativa, grazie ai cellulari introdotti in carcere, c’era anche chi effettuava ordini su una nota piattaforma di acquisti online.
I cellulari erano tutti intestati a cittadini extracomunitari
L’attività investigativa ha permesso di accertare come il traffico fosse stato organizzato da Nico Grimaldi, ritenuto esponente di spicco del clan, da sua madre Rita Pitirollo e dalla moglie, Addolorata De Falco. Gli ordini dei detenuti arrivavano all’esterno del carcere e, ad autorizzare l’invio dei droni e quindi delle spedizioni era proprio la madre di Grimaldi. Le indagini hanno rivelato che tutti i telefoni e le relative utenze erano intestati a cittadini…
Cronaca
In auto con hashish e pistola nel cruscotto, due arresti nel Napoletano
Due 21enni arrestati a Brusciano, nel Napoletano: in auto hashish e una pistola col colpo in canna nel cruscotto.
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Erano in auto con una pistola nel cruscotto colpo in canna ed hashish: due le persone arrestate a Brusciano dai carabinieri durante un servizio a lungo raggio nelle aree popolari nella provincia di Napoli. Nel dettaglio, i militari dell’Arma attorno alle due di notte hanno notato un’automobile con all’interno due persone: da un controllo, è emerso che entrambi fossero 21enni già noti alle forze dell’ordine, e così sono scattate le prime perquisizioni, che hanno permesso ai carabinieri di rinvenire e sequestrare quattro grammi di hashish, facendo scattare i controlli più approfonditi.
Ed è stato lì che i carabinieri hanno ritrovato nel cruscotto una pistola a tamburo con matricola abrasa e colpo in canna, all’interno del cruscotto. L’arma, subito sequestrata, sarà sottoposta ad accertamenti balistici per verificare se ci sia stato un suo eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti. Per i due, invece, è scattato l’arresto e si trovano ora in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria: dovranno rispondere di detenzione di arma illegale.
Cronaca
Beve sostanza tossica scambiandola per acqua, avvocato in rianimazione a Nocera Inferiore
L’avvocato 43enne è stato ricoverato in rianimazione all’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore: è grave.
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Beve una sostanza tossica scambiandola per acqua: in rianimazione un avvocato 43enne di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Il professionista, secondo le prime informazioni, sembra sia rimasto vittima di un terribile disguido. Avrebbe, infatti, ingerito una sostanza caustica, non è chiaro se acida o basica, riportando gravi conseguenze. L’incidente risale al pomeriggio di lunedì 18 novembre 2024.
Avvocato 43enne ricoverato a Nocera Inferiore
Il legale, dopo aver ingerito per sbaglio la sostanza, si sarebbe sentito male. Immediatamente è partita la macchina dei soccorsi. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 che ha trasportato il ferito d’urgenza presso l’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, per le cure mediche del caso. Qui, il personale sanitario ha deciso per il ricovero nel reparto di rianimazione. Le condizioni della vittima sono considerate serie.
Indagini sulla natura del liquido ingerito
Secondo le prime ricostruzioni, il 43enne avrebbe bevuto un liquido, immaginando, probabilmente, che fosse acqua naturale. Invece, si trattava, sembra, di una sostanza tossica e velenosa, la cui natura non è stata ancora chiarita, forse soda caustica, o un qualche tipo di acido. Subito dopo è stato colto da malore. Quando è arrivato in ospedale, i medici hanno subito capito la gravità della situazione ed hanno deciso, in via precauzionale, il ricovero in rianimazione, dove il legale si trova è attualmente sotto costante e attento monitoraggio.
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