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Cronaca

Furti a taxi e turisti a Positano: due arresti, recuperati 10mila euro

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Furti a taxi e turisti a Positano: due arresti, recuperati 10mila euro

Furti a Taxi e Turisti a Positano: Arrestati Due Individui, Recuperati 10.000 Euro di Refurtiva

A Positano, due persone sono state arrestate con l’accusa di furto aggravato dopo essere state trovate in possesso di refurtiva per un valore di 10.000 euro. I colpi sono stati messi a segno ai danni di taxi e turisti, incrementando la preoccupazione tra i residenti e i visitatori della celebre località turistica.

Arresti e Accuse

Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli nella città costiera, culminando nell’arresto dei sospetti. I due individui dovranno rispondere di furto aggravato, un crimine particolarmente serio dato il contesto turistico di Positano, frequentato da migliaia di visitatori ogni anno.

Dinamica dei Furti

Secondo le indagini preliminari, i furti sono stati eseguiti con grande abilità e coordinamento. Obiettivi primari sono stati i taxi in servizio e i turisti intenti a godersi le bellezze del luogo. Questa strategia ha permesso ai malviventi di accumulare una significativa quantità di beni e denaro in un breve lasso di tempo.

Recupero della Refurtiva

Le autorità locali sono riuscite a recuperare la maggior parte della refurtiva, stimata intorno ai 10.000 euro. Questo successo è stato possibile grazie a una combinazione di segnalazioni dei cittadini e all’efficiente lavoro investigativo delle forze di sicurezza. Gli oggetti recuperati includono denaro contante, gioielli e dispositivi elettronici di valore.

Impatto sulla Comunità

L’accaduto ha generato un’ondata di preoccupazione tra i residenti e i turisti, spingendo le autorità a intensificare ulteriormente le misure di sicurezza. La rapida risoluzione del caso ha, tuttavia, restituito un senso di sicurezza alla comunità, dimostrando l’efficacia delle forze dell’ordine locali.

Per ulteriori dettagli, leggi l’articolo completo su Fanpage.

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“Cani avvelenati al Parco Virgiliano”, uno ricoverato all’ospedale veterinario: scattano i controlli

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“Cani avvelenati al Parco Virgiliano”, uno ricoverato all’ospedale veterinario: scattano i controlli

Un cane è stato ricoverato alla Clinica Manzoni per avvelenamento. La consigliera Gaeta: “Usare veleno per topi è illegale”. De Giovanni: “Subito le telecamere, a rischio anche bimbi piccoli”

Immagine di repertorio

Allarme cani avvelenati al parco Virgiliano. Il tam tam corre sui social, scatenando la paura tra i “pet mate”, i “proprietari” degli amici a quattro zampe, che frequentano il polmone verde di Posillipo. Un avviso a stare in allerta è stato pubblicato sulla pagina social del gruppo “SOS amici aiutiamoci tra noi”. Ma cosa è accaduto in realtà? Fanpage.it ha approfondito la vicenda. Un cane, effettivamente, è stato ricoverato d’urgenza nella giornata di ieri, lunedì 11 novembre 2024, presso la Clinica Veterinaria Manzoni dopo aver fatto una passeggiata al parco Virgiliano con il suo “padrone”.

L’animale sarebbe rimasto avvelenato, secondo il personale sanitario, dopo aver mangiato del veleno per topi. Il personale veterinario che ha assistito lo sfortunato cagnolino, infatti, ha trovato tracce della polvere azzurra topicida. Non risultano, al momento, altri casi di avvelenamento di cani nella clinica.

Gaeta: “Usato veleno per topi, ma è illegale”

La vicenda è stata oggetto di una segnalazione alla consigliera regionale Roberta Gaeta, che a Fanpage.it spiega: “Abbiamo contattato la Clinica veterinaria Manzoni ed abbiamo accertato che si è trattato di un avvelenamento da veleno per topi di cui è rimasto vittima un cane”.

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“Stai con me”: le ultime parole di Arcangelo Correra a Renato Caiafa

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“Stai con me”: le ultime parole di Arcangelo Correra a Renato Caiafa

Il 19enne resta in carcere dopo l’udienza di convalida; il giovane durante l’interrogatorio ha raccontato le ultime parole della vittima, pronunciate prima di perdere i sensi.

A sinistra Renato Caiafa, a destra Arcangelo Correra

“Stai con me”. Sarebbero state queste le ultime parole di Arcangelo Carrera, il giovane ucciso ferito mortalmente poco prima delle 5 di sabato scorso, in piazzetta Sedil Capuano a Napoli, con un proiettile in fronte partito da una pistola che in quel momento era tra le mani di un suo amico, Renato Caiafa. A portarlo in ospedale furono gli stessi amici mentre poche ore dopo lo stesso Caiafa si è costituito, convinto da una zia.

L’udienza di convalida si è svolta questa mattina, il gip ha disposto la detenzione in carcere ma non ha convalidato il fermo. Caiafa è accusato dalla Procura di Napoli e dalla Squadra Mobile di detenzione e ricettazione dell’arma, una pistola con matricola abrasa, e per questi reati era stato emesso il provvedimento; il giovane è inoltre stato denunciato a piede libero per omicidio colposo.

Secondo l’avvocato del giovane, Giuseppe de Gregorio, Caiafa avrebbe risposto a tutte le domande del giudice ribadendo sostanzialmente il contenuto degli interrogatori giàa resi: “Il mio assistito ha ripetuto di aver rinvenuto la pistola nella stessa occasione in cui l’ha maneggiata e dice di averla trovata alloggiata sul pneumatico di un’autovettura che sosta spesso in quel punto. Dice di essersi incuriosito, di averla presa e una volta mostrata agli amici sarebbe partito il colpo”.

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Omicidio Arcangelo Correra, l’amico Renato Caiafa resta in carcere per la pistola

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Omicidio Arcangelo Correra, l’amico Renato Caiafa resta in carcere per la pistola

Fermo non convalidato, ma disposta detenzione in carcere, per Renato Caiafa; il giovane è anche indagato a piede libero per l’omicidio di Arcangelo Correra.

La vittima. il 18enne Angelo Correra, e il luogo del ferimento mortale

Resta in carcere Renato Caiafa, il 19enne accusato dell’omicidio dell’amico, il 18enne Arcangelo Correra, colpito da un proiettile alla fronte la notte del 9 novembre e deceduto poche ore dopo in ospedale. Il giovane, reo confesso, è comparso questa mattina davanti al gip di Napoli Iaculli, che ha ritenuto di non convalidare il provvedimento di fermo emesso ma ha disposto la detenzione in carcere.

Le indagini sono coordinate dalla Procura di Napoli e affidate alla Squadra Mobile (dirigente Giovanni Leuci). Il 19enne è indagato a piede libero per omicidio colposo, mentre il fermo era scattato per la ricettazione e la detenzione della pistola, una Beretta calibro 9×21 con matricola abrasa. Caiafa, che dopo aver colpito l’amico lo aveva accompagnato in ospedale, si era presentato successivamente in Questura, su impulso di una zia, e aveva confessato; aveva parlato di un incidente, sostenendo che il proiettile fosse partito per errore mentre maneggiava un’arma che aveva appena trovato in strada, nascosta sullo pneumatico di un’automobile parcheggiata.

Nel corso dell’interrogatorio il giovane, difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio, ha confermato al gip la versione che aveva già reso nei giorni scorsi. Al gip ha riferito anche le ultime parole che Arcangelo Correra avrebbe detto prima di perdere i sensi. Il legale si è opposto alla convalida del fermo sostenendo che, essendosi il giovane presentato…

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