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Cronaca

Fidanzato russo lascia Marta nel dirupo: “Ucraini devono morire”

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Fidanzato russo lascia Marta nel dirupo: “Ucraini devono morire”

Ischia: La Tragica Morte di Marta Maria Ohryzko e L’Odio Irradiante del Conflitto Russo-Ucraino

Ischia. La morte di Marta Maria Ohryzko, una donna ucraina di 33 anni, rivela una realtà ben più complessa di un semplice caso di femminicidio. Oltre ai maltrattamenti e all’abbandono, emerge un profondo odio radicato nelle tensioni geopolitiche.

Effetti Devastanti del Conflitto Russo-Ucraino

Dietro questa tragedia si cela l’odio di Ilia Batrakov, un russo di 41 anni, verso la sua compagna ucraina. Le tensioni internazionali del conflitto che da oltre due anni imperversa, hanno avuto conseguenze devastanti anche in ambito personale.

La Drammatica Scoperta a Barano d’Ischia

Il corpo senza vita di Marta è stato rinvenuto domenica mattina a Barano d’Ischia. Le indagini dei Carabinieri, guidate dalla Procura di Napoli, hanno portato all’arresto di Batrakov, accusato di maltrattamenti.

Marta, Ostaggiata da Violenze e Minacce

Marta Maria è stata una vittima costante di violenze fisiche e psicologiche. Aggredita ripetutamente con pugni e schiaffi, era anche isolata dalla propria famiglia, colpevole solo di essere ucraina. Batrakov nutriva un odio profondo verso di loro.

Marta Vittima di Violenze Continue

Lo ha confermato anche la sorella della vittima, riportando episodi in cui Batrakov avrebbe insultato la famiglia ucraina definendoli “ucraini di merda che devono morire”. Nella sua continua battaglia per la sopravvivenza, Marta ha dovuto più volte ricorrere ai servizi di emergenza dell’ospedale di Lacco Ameno.

Ignorati i Suoi Sos tramite WhatsApp

Uno dei casi più scioccanti avvenne quando Batrakov la fece cadere in un fuoco acceso, provocandole ustioni di secondo grado. Dopo l’ennesimo litigio, Marta lasciò la casa sabato pomeriggio e cadde in un dirupo. Immobilizzata dalle ferite, tentò disperatamente di chiedere aiuto tramite chiamate e messaggi WhatsApp, ignorati dal compagno.

L’Agonia e la Morte di Marta

Durante la notte, Batrakov affermò di averla trovata tra la vegetazione, ma decise di lasciarla lì, dicendole che avrebbe dovuto passare la notte all’aperto. Marta morì dopo una lunga e sofferta agonia. Solo al mattino successivo, Batrakov chiamò i Carabinieri, confessando di aver trovato il suo corpo senza vita.

Indagini che Svelano Anni di Abusi

Le indagini hanno messo in luce anni di abusi e intimidazioni, con testimonianze che dipingono un quadro di terribile coercizione. Marta Maria, già fragile a causa di problemi psichiatrici, non riusciva a liberarsi da questa morsa di violenza. Il fermo di Batrakov è stato convalidato, e attualmente l’uomo è in carcere, in attesa dell’udienza che si terrà oggi.

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