Crollo a Scampia, Geolier: “Senza più lacrime, così no”

# Geolier Espone il Dolore per Scampia su Instagram: Dopo il Tragedico Crollo alla Vela Celeste

Geolier, il celebre rapper napoletano, ha espresso su Instagram il suo immenso dolore e sconcerto per quanto accaduto a Scampia. Nella tarda serata di ieri, un crollo alla Vela Celeste ha causato la morte di due persone e ferito altre tredici.

Reazioni sui Social Media

Geolier ha condiviso una foto toccante di una donna disperata sopravvissuta alla tragedia. Accompagnando l’immagine, ha scritto: “Siamo cinematografici ma abbandonati. Senza più lacrime, cosi non si può.”

Gli Sfollati della Vela Celeste

Nella notte successiva al crollo, 150 residenti della Vela Celeste sono stati accolti presso la Facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università Federico II. Il Comune di Napoli, supportato dalla protezione civile regionale, enti del terzo settore, Caritas e Croce Rossa, ha istituito punti di accoglienza in cinque scuole e sei sedi associative per circa 500 sfollati, inclusa la sede di Scampia dell’Ateneo Federico II.

Le Verifiche e i Rientri

Dopo una serie di verifiche tecniche, è stato dato il via libera per il rientro in 66 appartamenti della Vela, dove i residenti hanno potuto fare ritorno già ieri sera. Le forze dell’ordine, insieme alla Polizia Locale e Metropolitana di Napoli, hanno garantito un servizio di vigilanza continuo sia presso la Vela sia nelle zone adibite all’accoglienza degli sfollati.

Coordinamento delle Attività

Il coordinamento delle operazioni è gestito dal Comitato di Coordinamento per la Sicurezza (CCS), riunito dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari. La Prefettura ha sottolineato l’importanza della sinergia istituzionale che si è creata in queste ore, permettendo una gestione rapida ed efficiente della situazione critica che ha seguito il crollo del ballatoio alla Vela Celeste.

Attraverso una collaborazione stretta e una risposta tempestiva, le istituzioni coinvolte stanno lavorando per riportare una parvenza di normalità ad una comunità profondamente ferita.

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