Cronaca
Condannati tre minorenni per stupro a Caivano: pene di 10 e 9 anni
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Le autorità hanno inflitto pene severe a tre minorenni coinvolti nel caso di abusi sessuali su due ragazzine di 10 e 12 anni a Caivano, in provincia di Napoli. Le condanne ammontano a 10 e 9 anni di carcere, evidenziando la gravità del reato commesso.
Le Condanne
Le sentenze emesse dal tribunale mostrano una forte presa di posizione contro la violenza sessuale, specialmente quando coinvolge minorenni. I tre ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 16 anni, sono stati riconosciuti colpevoli di abusi sessuali multipli avvenuti nel Parco Verde di Caivano.
I Dettagli del Caso
Le vittime sono due ragazzine che frequentavano il Parco Verde, un’area che in passato è stata spesso associata ad episodi di degrado e criminalità. Gli abusi si sono prolungati per diverse settimane, aggravando ulteriormente la situazione. Grazie al coraggio delle vittime e alla rapidità dell’intervento delle forze dell’ordine, è stato possibile fermare gli aguzzini e garantire un processo rapido.
Implicazioni Sociali ed Educative
Questo triste episodio mette in luce la necessità di una maggiore attenzione verso la sicurezza dei giovani nelle aree più problematiche. Le famiglie e le scuole sono chiamate a sensibilizzare i ragazzi sulla violenza e sull’importanza di denunciare episodi di abusi. Inoltre, le istituzioni devono impegnarsi a riqualificare le zone ad alto rischio per prevenire ulteriori episodi di violenza.
Reazioni della Comunità
La comunità di Caivano e le organizzazioni locali hanno espresso il loro sdegno e la loro solidarietà verso le vittime e le loro famiglie. Numerose manifestazioni sono state organizzate per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli ai quali possono andare incontro i più giovani, specialmente in aree caratterizzate da degrado sociale.
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Cronaca
Picchia la compagna incinta al terzo mese con un bastone: arrestato un 30enne nel Sannio
Arrestato un 30enne: picchiava la compagna con un bastone mentre lei era incinta. Già in passato era stato condannato per maltrattamenti verso un’altra persona.
Immagine di repertorio
Era arrivato a picchiare la propria compagna, incinta al terzo mese, con un bastone: ma i comportamenti violenti nei suoi confronti erano stati numerosi anche in precedenza. Per lui, un 30enne sannita, sono scattate così le manette con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nei confronti della compagna. Questa mattina i carabinieri lo hanno raggiunto su mandato della Procura della Repubblica di Benevento, e portato in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Tutto è iniziato il mese scorso, quando la donna venne aggredita con un bastone di legno riportando varie lesioni, come un ematoma sottocutaneo in regione frontale destra, e una ferita lacero contusa tra l’anulare e il mignolo della mano destra: segni che i militari dell’Arma videro anche chiaramente al momento dell’arresto in flagranza di reato. Dalle dichiarazioni della donna, e dagli accertamenti dei carabinieri, era poi emerso che non si trattasse di un episodio sporadico, ma che fosse solo l’ultimo di una serie di comportamenti vessatori da parte dell’uomo nei confronti della compagna: minacce fisiche, verbali, perfino di morte, nonché ingiurie verso di lei e davanti al figlio minore della donna. Tutti episodi nati per futili motivi, talvolta mentre l’uomo fosse sotto effetto di alcol, durante i quali non avrebbe esitato ad aggredire la donna a calci, tirandole i capelli e sbattendola addirittura con la testa nel muro. L’uomo, che in passato era già stato…
Cronaca
La casa esplosa ad Ercolano era tornata al proprietario un anno fa grazie alle dirette social
L’immobile della fabbrica di fuochi esplosa ad Ercolano era stato al centro di dirette social e manifestazioni un anno fa. Il proprietario chiedeva aiuto per cacciare un occupante abusivo.
I carabinieri sul luogo dell’esplosione, ad Ercolano
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Quell’immobile di contrada Patacca, ad Ercolano, solo un anno fa era diventato “famoso”. Prima che diventasse una fabbrica di fuochi d’artificio illegale, quella saltata in aria il 18 novembre uccidendo tre persone, era stata al centro di una storia paradossale che si era trascinata in tribunale, nelle manifestazioni e nelle dirette social: il proprietario, che ora è stato denunciato per omicidio plurimo colposo e disastro colposo, si era battuto a lungo per entrare in possesso dell’appartamento e aveva coinvolto anche il deputato Francesco Emilio Borrelli e il giornalista Pino Grazioli.
Le dirette sui social per chiedere lo sgombero
In diversi video, risalenti all’estate 2023 e ancora disponibili sul web, si vede il 38enne che si lamenta delle condizioni dell’appartamento al civico 94 di contrada Patacca e afferma di essere costretto a dormire in automobile. L’uomo, documenti alla mano, sosteneva di averlo acquistato, ma un anziano si era infilato dentro dicendo di avere un contratto d’affitto stipulato con l’ex proprietario. A favor di telecamera (anzi, di telefonino), l’uomo ribadiva che quella casa era intestata alla figlia di 12 anni e di essere stato sbattuto fuori insieme alla bambina e alla moglie incinta.
Per la sua situazione si erano mossi anche diversi cittadini, che avevano…
Cronaca
Truffe sui fondi per i migranti, 17 indagati a Caserta per progetti da 6 milioni di euro
Chiuse le indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere: 17 indagati nell’inchiesta sui progetti per l’integrazione dei migranti a Caserta.
Immagine di repertorio
Truffa, estorsione, falso: sono i reati contestati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a 17 persone, nell’ambito di una indagine sugli affidamenti da parte del Comune di Caserta dei progetti da 6 milioni di euro per l’integrazione di migranti nella città capoluogo; nel registro degli indagati figurano l’ex dipendente comunale Matteo Palmisani, suor Rita Giarretta, legale rappresentante della congregazione delle Suore Orsoline, e diversi esponenti del centro sociale Ex Canapificio di Caserta, tra le principali associazioni del territorio attive nell’accoglienza, nell’assistenza e nell’integrazione dei migranti, anche attraverso sportelli dedicati e progetti di inclusione.
L’indagine sul finanziamento da 6 milioni di euro
Le indagini, che riguardano gli anni 2017-2018, sono partite dalla denuncia di un ex operatore ghanese del Centro sociale Ex Canapificio, che era stato licenziato e successivamente anche denunciato perché si era appropriato di beni del centro. In quel periodo l’ex Canapificio e la comunità Casa di Rut di suor Rita Giarretta gestivano lo Sprar (oggi noto come Siprimi), ovvero la rete di progetti dedicata ai migranti richiedenti asilo che mira all’integrazione sociale e lavorativa attraverso corsi di formazione, di lingua italiana e la frequentazione di istituti scolastici.
Secondo la Procura (procuratore Pierpaolo Bruni, sostituto titolare delle indagini Anna Ida Capone) le due associazioni, che si erano aggiudicate progetti da 6…