Cronaca
Casoria, bancarotta fraudolenta: assolto imprenditore dei fiori
<h2>Casoria, Assoluzione per il Notabile Imprenditore dei Fiori Accusato di Bancarotta Fraudolenta
Casoria. P.P., un eminente grossista di fiori del Mezzogiorno, è stato completamente assolto dal tribunale di Casoria dalle accuse di bancarotta fraudolenta.
Le Accuse e l’Indagine
Il caso ha avuto inizio oltre un anno fa, sollevato da dubbi sulla gestione finanziaria della società di P.P. da parte dei creditori. Il fallimento improvviso dell’azienda, un nome prominente nel settore florovivaistico del Sud Italia, aveva lasciato senza pagamento un gran numero di fornitori. L’accusa sosteneva che P.P. avesse deliberatamente emesso assegni scoperti, pur consapevole della mancanza di fondi, per guadagnare tempo e aggravare ulteriormente la situazione d’insolvenza.
Il Processo e la Difesa
Questo caso ha ricevuto notevole attenzione mediatica, riflettendo sia la posizione di rilievo di P.P. nel settore sia le implicazioni legali per altre imprese in crisi. L’avvocato difensore, Domenico Iodice, ha sostenuto che il fallimento era il risultato di una serie di fattori avversi, tra cui una crisi economica che aveva duramente colpito il settore florovivaistico. La difesa ha fornito prove dettagliate che dimostravano gli sforzi di P.P. per mantenere la liquidità dell’azienda, utilizzando assegni postdatati come ultimo tentativo per trovare una soluzione.
L’Assoluzione e la Sentenza
Un punto cruciale della difesa è stata la dimostrazione che P.P. non aveva agito con l’intento di frodare i creditori. Accogliendo la tesi difensiva, il giudice ha assolto P.P. con formula piena. La sentenza ha riconosciuto che, malgrado gli errori nella gestione aziendale, non vi erano prove di intenti fraudolenti. Sebbene l’emissione di assegni scoperti sia stata considerata un atto grave, nel caso di P.P. mancava la volontà di ingannare.
Significato e Implicazioni
La vicenda di P.P. mette in luce la complessità delle problematiche relative ai fallimenti aziendali e ribadisce la necessità di un sistema giudiziario equo e imparziale. L’assoluzione dell’imprenditore rappresenta non solo una vittoria personale, ma anche un avvertimento a fare una chiara distinzione tra errori gestionali e veri atti di frode. Con la riabilitazione della sua reputazione, P.P. può ora guardare al futuro con rinnovata speranza e determinazione.
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Cronaca
Appalti e favori in cambio di voti per le Regionali, chiesto rinvio a giudizio per ex sindaco e fratello
Il pm di Avellino ha chiesto i rinvii a giudizio per gli indagati nell’inchiesta sul Comune di Pratola Serra (Avellino); tra i 14 capi di accusa ci sono corruzione, turbativa d’asta e brogli elettorali.
Immagine di repertorio
Il prossimo 28 gennaio compariranno davanti al gip gli indagati nell’inchiesta sul Comune di Pratola Serra: il pm del Tribunale di Avellino, Cecilia De Angelis, ha chiesto i rinvio a giudizio per 14 capi di accusa, tra cui corruzione, turbativa d’asta e brogli elettorali. Tra gli indagati figurano Antonio Aufiero e suo fratello Emanuele Aufiero, che all’epoca erano, rispettivamente, Presidente del Consiglio Comunale e Sindaco del comune dell’Avellinese. Per gli inquirenti gli illeciti sarebbero stati commessi anche per favorire la candidatura alle elezioni Regionali del settembre 2020 di Antonio Aufiero.
In particolare, l’ex presidente del consiglio comunale avrebbe promesso posi di lavoro, incarichi e favori in cambio di voti. Lo stesso indagato, insieme al fratello, ed Angelo Capone, vicesindaco all’epoca dei fatti, sono accusati di avere accettato le promesse di denaro da parte di imprenditori in cambio dell’aggiudicazione degli appalti aggirando le normali procedure. Emanuele Aufiero, la ex responsabile del settore tecnico Simona Silano e l’ex vicesindaco Capone sono accusati, infine, di turbativa d’asta in merito ad una gara d’appalto per l’illuminazione pubblica che sarebbe stata manipolata.
Alle urne Antonio Aufiero (detto Tonino) aveva ottenuto 3.059 preferenze e non era stato eletto. Gli sviluppi dell’inchiesta avevano portato, nell’ottobre 2023, allo scioglimento del Comune per infiltrazioni criminali…
Cronaca
“Otto ragazzini mi hanno devastato l’auto, uno aveva una pistola”: la denuncia di un tassista a Napoli
Il tassista si è rivolto al deputato Francesco Emilio Borrelli per denunciare la devastazione della sua vettura da parte di un gruppo di giovanissimi.
È diventata virale la denuncia di un tassista napoletano che, con tanto di foto, ha documentato i danni arrecati al suo taxi da un gruppo di ragazzini che, entrati nell’abitacolo da clienti, hanno devastato gli interni della vettura. Stando a quanto racconta l’uomo, in piazza Plebiscito otto giovanissimi hanno chiesto al tassista di portarli a San Giovanni a Teduccio. Una volta all’interno del taxi, però, hanno distrutto gli interni, andando via poi senza pagare la corsa.
Nel tentativo che la sua denuncia avesse una eco più forte, il tassista si è rivolto al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che ha pubblicato le parole del malcapitato, ma soprattutto le foto degli interni del taxi devastati, sui suoi profili social. Il tassista ha scritto al deputato:
Signor Borrelli, sono un tassista vittima della follia dei ragazzini. L’altra notte avevo caricato sul mio taxi dei ragazzi a piazza a piazza del Plebiscito per andare a San Giovanni a Teduccio. Erano in 8 e mi hanno devastato tutti gli interni e poi sono scappati senza nemmeno pagarmi la corsa. Ho allertato il 112 che è intervenuto senza riuscire ad acciuffarli. Tra quei balordi ce n’era anche uno armato di pistola
Cronaca
Picchia la compagna fino a farla svenire, arrestato. Era già finito in manette per stalking alla ex
In carcere un trentenne dello Sri Lanka, rintracciato dalla Polizia di Stato a Napoli: aveva picchiato la donna provocandole gravi lesioni e si era reso irreperibile.
Immagine di repertorio
Aveva aggredito la compagna, l’aveva presa a calci e pugni fino a farle perdere i sensi e poi era scappato. E, è emerso dalle indagini, anche in passato si era reso responsabile di violenze, nei confronti della ex. Protagonista un cittadino dello Sri Lanka, non ancora trentenne, che è stato rintracciato dalla Polizia di Stato nei giorni scorsi, destinatario di una ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere: dovrà rispondere di lesioni gravi aggravate da futili motivi, commesse nei confronti della compagna connazionale.
Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, è arrivato in conseguenza dell’ultimo episodio, datato 13 ottobre: quel giorno la compagna era finita in ospedale in gravi condizioni, selvaggiamente picchiata fino a farla svenire. Quando la donna era stata soccorsa, dell’uomo ormai non c’era traccia. Delle indagini si erano occupati gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, coordinati dalla 4^ Sezione della Procura di Napoli – Violenza di genere e tutela delle fasce deboli della popolazione; dagli accertamenti è emerso che a causare quelle lesioni era stato il compagno, connazionale della vittima.
Ed era venuto fuori che l’uomo, pluripregiudicato per reati contro la persona e contro il patrimonio, era già finito in manette per una situazione simile: era stato arrestato per atti persecutori ai danni della ex compagna. Il “grave e allarmante…