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Bomba e incendio vicino alla Caserma Pastrengo a Napoli

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Bomba e incendio vicino alla Caserma Pastrengo a Napoli
<title>Esplosione e Incendio a Napoli: Indagini in Corso a Due Passi dalla Caserma Pastrengo</title>
<meta name="description" content="Esplosione e incendio a Napoli, nei pressi della Caserma Pastrengo. Le indagini dei Carabinieri e le testimonianze dei residenti." />

Esplosione e Incendio a Napoli: Indagini in Corso a Due Passi dalla Caserma Pastrengo

Napoli ha vissuto una notte di paura a causa di un’esplosione seguita da un incendio nei pressi della storica Caserma Pastrengo. Le forze dell’ordine sono state tempestivamente allertate, mentre i Vigili del Fuoco sono intervenuti rapidamente per spegnere l’incendio. Gli investigatori stanno attualmente analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per chiarire le dinamiche dell’accaduto.

La Testimonianza del Consigliere Pino De Stasio

Questa drammatica vicenda è stata condivisa sui social dal consigliere della Municipalità II, Pino De Stasio. De Stasio ha documentato l’accaduto con il suo smartphone e ha descritto nei dettagli quanto visto:

“Questa notte, intorno all’una, sono stato svegliato da un enorme scoppio. Mi sono affacciato al balcone e ho visto le forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco intenti a spegnere un incendio nei pressi della Caserma Pastrengo. Lo scoppio è stato molto forte, sembrava una bomba carta. È un evento inquietante su cui bisogna fare luce.”

Reazioni e Preoccupazioni dall’Ambiente Politico

Anche il deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha commentato l’accaduto, esprimendo preoccupazione per la sicurezza nella città:

“Quello che è accaduto è a dir poco allarmante. Un’esplosione nel centro cittadino, di notte, vicino a una caserma dei Carabinieri, seguita da un incendio che poteva avere conseguenze gravi. Chiedo una rigorosa indagine per individuare i colpevoli. Si deve capire se ciò è frutto di un’azione sconsiderata di qualche delinquente o un vero e proprio atto criminale.”

Crescente Preoccupazione per i Recenti Atti Intimidatori

Borrelli ha inoltre segnalato una preoccupante serie di atti intimidatori che sta colpendo Napoli e provincia nelle ultime settimane:

“Negli ultimi giorni sono stati segnalati diversi atti intimidatori tra Napoli e provincia, con esplosioni di bombe carta, incendi dolosi e danneggiamenti. È necessario mettere un freno a questa pericolosissima deriva.”

La città di Napoli attende con apprensione i risultati delle indagini, nella speranza che venga fatta piena luce sull’evento e che i responsabili vengano presto identificati.

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

Dopo un corso di formazione ai suoi dipendenti a Napoli e provincia su come sventare le truffe, Poste Italiane ha stilato una lista di consigli per gli utenti su come non cadere nelle trappole dei malviventi.

È grazie a corsi di formazione come quello andato in scena nei giorni scorsi se gli operatori riescono a sventare sempre più truffe ai danni di malcapitati clienti. A Napoli e provincia, infatti, Poste Italiane ha organizzato un corso di formazione di 945 ore per formare i suoi dipendenti su come riconoscere truffe e truffatori quando si presentano agli sportelli. Oltre a dare le competenze giuste ai dipendenti, Poste Italiane ha anche stilato una lista di consigli per gli utenti, mettendoli in guardia soprattutto sul fornire dati sensibili, come credenziali e password di accesso ai conti, via mail o per telefono.

“Oggi truffe e truffatori hanno cambiato abito – fa notare Eugenio Simioli, responsabile della funzione Fraud Management Sud di Poste Italiane -. I rapinatori di strada sono stati sostituiti da abili professionisti della persuasione e astuti criminali informatici capaci di sottrarre importi ingenti alle loro vittime. Con l’utilizzo di tecniche psicologiche in grado di far credere al malcapitato ciò che non è,  o attraverso sofisticati strumenti tecnologici, i malfattori inducono l’ignaro interlocutore ad effettuare operazioni di trasferimento fondi o a fornire loro le chiavi di accesso segrete a conti e libretti”.

I consigli per evitare le truffe

Come detto, Poste Italiane ha fornito agli utenti anche una serie di consigli utili a riconoscere ed evitare possibili raggiri. Ecco quali sono:

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

� accaduto a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, dove 4 giovani tra i 16 e i 24 anni sono stati denunciati dai carabinieri: la banconota da 50 euro che hanno cercato di rifilare a un negoziante è apparsa subito palesemente falsa.

Come Totò e Peppino nel film cult “La banda degli onesti”, si sono improvvisati falsari e hanno cercato di spendere banconote contraffatte da 50 euro in vari esercizi commerciali, ma la scarsa fattura delle stesse, che a vista d’occhio apparivano palesemente false, li ha fatti scoprire: a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, quattro giovani – hanno tra i 16 e i 24 anni – sono stati denunciati dai carabinieri.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, i carabinieri della locale stazione sono intervenuti dopo numerose segnalazioni giunte al numero di emergenza 112 da parte di alcuni commercianti di San Felice a Cancello: quattro giovani, a più riprese, avevano cercato di spendere nei negozi cittadini delle banconote da 50 euro che risultavano palesemente false.

Immediate le indagini dei militari dell’Arma, che hanno rintracciato i quattro truffatori in erba, in piazza Castra Marcelli, a bordo di una Fiat Panda. Identificati e sottoposti a perquisizione, i quattro giovani sono stati trovati in possesso di 6 banconote da 50 euro false e di una somma di denaro di 720 euro, suddivisa in banconote di vario taglio, non contraffatte. Tutto il denaro è stato posto sotto sequestro, mentre i giovani sono stati denunciati in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per spendita e introduzione nello stato, senza concerto, di monete falsificate in concorso tra loro.

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

Su un profilo TikTok di un amico di Crescenzo Marino è stato pubblicato un fumetto che difende il figlio del boss, condannato ad agosto a 10 anni di carcere; scritto in prima persona, sarebbe autobiografico.

L’infanzia in un quartiere difficile, l’arresto del padre, la scoperta di essere figlio di un boss di camorra e i tentativi di allontanarsi da quel mondo che l’hanno portato anche a stringere amicizia col rapper Geolier, fino a quando le manette sono scattate anche per lui e alla detenzione da innocente. Tutto raccontato in un fumetto che ieri sera è stato pubblicato su un profilo TikTok e che sarebbe stato disegnato da Crescenzo Marino, il figlio del capoclan Genny McKay. “Nato a Secondigliano”, questo è il titolo. E, subito sotto, la nota: “a cura di Crescenzo Marino”.

Il fumetto sulla vita del figlio del capoclan Marino

Non è sicuro che l’autore del fumetto sia effettivamente Crescenzo Marino, attualmente detenuto, ma è certo che il profilo su cui è stato pubblicato viene gestito da qualcuno molto vicino al ragazzo. Nato nel 1997, il giovane aveva appena sette anni quando è scoppiata la faida di Scampia, nel 2004. Il racconto a fumetti, scritto in prima persona e con protagonista Marino, inizia proprio da quel periodo: “Ricordo che giocavamo a pallone tra i colpi di pistola”.

Nel giro di qualche vignetta, la prima svolta: l’arresto di Gennaro Marino (2004). Le bugie della madre per non dirgli la verità: “Papà lavora in un castello”. Poi le “cose strane” che succedevano durante l’infanzia e l’adolescenza: i ragazzi che volevano essere suo amici e quelli che gli dicevano che non potevano invitarlo a casa perché “le loro…

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