Cronaca
Arrestato 17enne per accoltellamento di un coetaneo per gelosia
<strong>Giovane inseguito e accoltellato in Galleria Umberto per aver parlato con l’ex dell’aggressore: arrestato il 17enne responsabile
Un ragazzo di 17 anni è stato arrestato per aver accoltellato un coetaneo nella storica Galleria Umberto di Napoli. L’aggressione sarebbe avvenuta a causa di gelosia, dopo che la vittima aveva parlato con l’ex fidanzata dell’aggressore. L’episodio ha scosso la comunità locale, richiamando l’attenzione sulle dinamiche di violenza giovanile nella città.
La dinamica dell’aggressione
L’aggressione si è verificata all’interno della famosa Galleria Umberto, un luogo frequentato da cittadini e turisti. Secondo le autorità, il 17enne avrebbe inseguito la vittima insieme a un gruppo di amici, noto nel quartiere come un "branco". La discussione, nata da motivi di gelosia, è degenerata velocemente, culminando con il grave ferimento del giovane.
Il contesto sociale e le prime indagini
I primi riscontri investigativi hanno evidenziato come l’aggressione sia stata alimentata da tensioni personali e rivalità preesistenti tra i due giovani. Le forze dell’ordine hanno raccolto testimonianze e prove che hanno portato rapidamente all’identificazione e all’arresto del colpevole. Il 17enne, già noto alle autorità per altri episodi di violenza, è stato immediatamente fermato.
Reazioni della comunità e interventi delle autorità
La comunità di Napoli è stata profondamente colpita dall’accaduto. Genitori, educatori e istituzioni locali hanno espresso la loro preoccupazione per l’escalation di violenza tra i giovani. Si è acceso un dibattito sull’importanza di interventi educativi e preventivi per contrastare questa deriva. Le autorità locali hanno promesso un maggiore impegno per garantire la sicurezza nei luoghi pubblici e tutelare i cittadini.
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Cronaca
Falsi Pomodorini del Piennolo, sequestrati 35 chili di prodotti illegali nel Napoletano
La scoperta a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli: i pomodori venivano venduti come Pomodorini del Piennolo, ma non lo erano.
Erano venduti come pomodorini del Piennolo ma in realtà non lo erano affatto: sono 35 i chili sequestrati dai carabinieri del Parco Nazionale del Vesuvio di San Sebastiano al Vesuvio, intervenuti assieme ai ai militari del Nucleo Carabinieri Parco di Ottaviano. Il sequestro è avvenuto a Sant’Anastasia, all’interno di una ditta che utilizzava la denominazione di origine protetta dei Pomodorini del Piennolo pur non essendo la titolare iscritta nel circuito dell’organismo di controllo agroqualità, né al consorzio di tutela del prodotto vesuviano.
Dopo accurati controlli, i carabinieri hanno trovato circa sei scatole di cartone per confezione e tutte con la dicitura di “Pomodorino del Piennolo” e con all’interno pomodorini freschi già confezionati, 400 etichette con la dicitura di “Pomodorino del Piennolo” ed altri grappoli di pomodorini freschi muniti di etichetta anche in questo caso: un totale di 35 chili di prodotti pronti ad essere venduti nonostante avessero false etichettature. Alla fine, è scattato il sequestro da parte dei militari dell’Arma. Per la titolare, una multa pari a 4mila euro.
Cronaca
“Arcangelo mi sfidava a sparare”: Renato Caiafa resta in carcere, può condizionare gli amici
Il gip non ha convalidato il fermo per Renato Caiafa ma ha disposto il carcere: la sua versione e quella degli amici vengono ritenute inverosimili, per il giudice l’arma era già in possesso dei giovani.
A sinistra Renato Caiafa, a destra Arcangelo Correra
La versione di Renato Caiafa sul ritrovamento dell’arma viene ritenuta totalmente inverosimile dagli inquirenti, secondo i quali anche gli amici hanno concordato una versione di comodo per non ammettere che quella pistola era già nelle disponibilità del gruppetto: è il ragionamento del gip che, pur non convalidando il fermo, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 19enne, in carcere per la detenzione e l’uso della pistola e indagato per la morte dell’amico, Arcangelo Correra, raggiunto da un proiettile in fronte nella notte del 9 novembre nel centro di Napoli, adiacente a via dei Tribunali.
Il ritrovamento della pistola
Renato Caiafa, prima agli inquirenti e agli investigatori e successivamente al gip, ha raccontato di non avere mai visto prima quella pistola. Di averla trovata in piazzetta Sedil Capuano, dove spesso stava con gli amici, e di averla impugnata credendo che si trattasse di una replica, di un giocattolo. Di averla maneggiata mentre Arcangelo, mostrando il petto, lo sfidava. E che si sarebbe accorto di avere tra le mani una pistola vera soltanto dopo il colpo, partito involontariamente, e dopo avere visto il sangue dell’amico.
Innanzitutto, rileva il giudice, quella pistola ha un grosso valore per i criminali, essendo un’arma con matricola abrasa, quindi non rintracciabile, e dotata di un caricatore esteso che può contenere 26 cartucce; di…
Cronaca
Rompono la serranda del supermercato e fuggono con 25mila euro di bottino: caccia alla banda
Furto in un supermercato, banditi portano via una cassaforte con 25mila euro all’interno a Sperone, in provincia di Avellino. Nella notte un colpo simile anche a Montoro.
I carabinieri sul luogo del furto, davanti al supermercato
Un bottino di quasi 25mila euro quello di un colpo in un supermercato di Sperone, in provincia di Avellino: ed ora è caccia alla banda di sei persone che nella notte hanno colpito in via Carlo Marx, scappando a bordo di un’Audi A3, dopo aver forzato la serranda metallica ed aver portato via la cassaforte all’interno del supermercato. Il bottino è di circa 25mila euro: i carabinieri, allertati da una chiamata al 112, hanno eseguito i rilievi del caso, riscontrando che a compiere il furto sarebbero state sei persone, con volto travisato e guanti, giunti a bordo della stesa Audi A3 con la quale poi dopo il colpo si sono allontanati. Le indagini sono in corso da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano e della Stazione di Avella anche attraverso l’ausilio delle immagini del sistema di videosorveglianza del supermercato.
Nella stessa notte, a Montoro, in via Municipio c’è stato un altro colpo simile, al momento senza collegamenti diretti con quanto accaduto a Sperone, distante diversi chilometri: in questo caso, sarebbero stati cinque i soggetti, anche loro con viso coperto e guanti, giunti a bordo di un’autovettura BMW, che anche in questo caso hanno prima tagliato la serranda e poi rotto la porta scorrevole in vetro, riuscendo ad entrare nell’esercizio commerciale ed asportando la cassa automatica. Qui il danno è ancora in corso di quantificazione: le indagini sono state affidate…