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Cronaca

16 arresti a Roma: indagato ex calciatore Bresciani

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16 arresti a Roma: indagato ex calciatore Bresciani

Maxi Operazione a Roma: 16 Arresti e Sequestro di 131 Milioni di Euro

Nella giornata di oggi, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Roma hanno realizzato una maxi operazione portando all’arresto di 16 persone e alla detenzione domiciliare di altre due. Tra gli arrestati figurano nomi noti come Antonio Nicoletti e Vincenzo Senese, legati rispettivamente alla storica Banda della Magliana e alla Camorra romana.

Operazione della DIA e DDA: Arresti e Sequestri

L’importante operazione è il risultato del lavoro congiunto della DIA e della DDA, che hanno collaborato per anni per raccogliere prove e documentazione. Nel complesso, sono stati eseguiti sequestri per un valore superiore ai 131 milioni di euro, coinvolgendo numerosi settori economici come cinematografia, edilizia, logistica, commercio di autovetture e idrocarburi. Tra gli arrestati, oltre a Nicoletti e Senese, figurano anche il produttore cinematografico Daniele Muscariello e il manager musicale Angelo Calculli.

Le Accuse Contestate

Le persone coinvolte nell’operazione sono accusate di una serie di reati tra cui associazione a delinquere con aggravante mafiosa, estorsione, usura, detenzione di armi, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Queste attività criminali miravano a favorire vari clan di Camorra, ‘Ndrangheta e altre organizzazioni mafiose.

Riciclaggio e Società di Facciata

L’indagine, avviata nel 2018, ha rilevato l’utilizzo di società di facciata per effettuare false fatturazioni e facilitare le operazioni di riciclaggio. I nomi di spicco, Antonio Nicoletti e Pasquale Lombardi, sono stati menzionati insieme a Salvatore e Umberto D’Amico del clan Mazzarella. Nel contesto delle operazioni illecite, il produttore cinematografico Daniele Muscariello e il manager musicale Angelo Calculli sono risultati essere fiduciari dei clan.

Commercio Illecito di Idrocarburi

Parte delle indagini ha scoperto un filone dedicato al commercio illecito di idrocarburi, con Vincenzo Senese come capo e promotore. Il Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma ha rivelato vari episodi di estorsione e usura, evidenziando la violenza e intimidazione usata dalle associazioni mafiose per raggiungere i propri obiettivi.

Sequestri Preventivi e Confisca

Il giudice per le indagini preliminari ha ordinato il sequestro preventivo di tre società attive nel settore cinematografico, oltre al sequestro di beni per oltre 130 milioni di euro. L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Ilaria Calò, ha svelato l’esistenza di due distinte organizzazioni criminali dedite al riciclaggio di denaro e all’infiltrazione di attività legali, generando ingenti profitti illeciti.

Coinvolgimento di Giorgio Bresciani, Ex Calciatore del Napoli

Tra gli indagati figura anche Giorgio Bresciani, ex calciatore del Napoli, accusato di riciclaggio. Le accuse sono state corroborate dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha descritto incontri e accordi tra Bresciani e altri esponenti mafiosi.

Questa operazione rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro le organizzazioni mafiose, evidenziando come queste continuino a infiltrarsi in vari settori economici sfruttando la violenza e l’intimidazione per accumulare ricchezze illecite.

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Brandisce un coltello contro automobilisti e attacca i poliziotti: tensione sulla Tangenziale di Napoli.

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Brandisce un coltello contro automobilisti e attacca i poliziotti: tensione sulla Tangenziale di Napoli.

Un uomo di 34 anni è stato arrestato dalla polizia sulla tangenziale di Napoli a causa di un episodio di violenza che ha coinvolto un’arma impropria e comportamento aggressivo. Durante l’intervento, gli agenti hanno dovuto affrontare minacce, lesioni personali inflitte dall’uomo e resistenza all’arresto. Alla fine, oltre all’arresto per i reati sopra citati, l’individuo è stato anche denunciato per il porto di armi o oggetti idonei a offendere.

L’episodio sulla tangenziale

L’incidente si è verificato in un’area trafficata della tangenziale, notevolmente aumentando il livello di pericolo sia per gli automobilisti sia per le forze dell’ordine intervenute. Il 34enne, armato di coltello, ha minacciato diversi automobilisti, provocando una situazione di panico e preoccupazione tra i presenti.

Quando i poliziotti sono arrivati sulla scena, hanno cercato di calmare l’uomo e mettere in sicurezza l’area, ma la situazione si è complicata quando quest’ultimo ha opposto resistenza. Nel tentativo di bloccarlo, gli agenti sono stati costretti a neutralizzare le minacce fisiche e verbali da parte dell’arrestato.

Conseguenze legali

Ne è derivata una denuncia per il porto di armi od oggetti atti a offendere, un’aggravante significativa data la natura dell’incidente. Gli eventi sottolineano l’importanza della tempestiva risposta delle forze dell’ordine, nonché le difficoltà affrontate durante situazioni di pericolo in ambienti pubblici affollati come le tangenziali.

Per ulteriori dettagli sull’accaduto, si rimanda al link esterno che offre un approfondimento sulla vicenda.

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Tentano di rubare un’auto bloccandola in strada: la conducente viene tirata fuori, ma la cintura impedisce la rapina.

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Tentano di rubare un’auto bloccandola in strada: la conducente viene tirata fuori, ma la cintura impedisce la rapina.

Un recente video pubblicato dal deputato Francesco Emilio Borrelli porta all’attenzione un presunto tentativo di rapina avvenuto sulla Statale 268, situata nel Vesuviano. Nel filmato, si vede una donna al volante che viene strattonata fuori dalla sua auto. Fortunatamente, è stata la cintura di sicurezza a impedire il successo dell’atto criminoso, sventando i piani dei ladri.

La dinamica del tentativo di rapina

Il video, diffuso sui social media, illustra chiaramente il momento critico in cui i malviventi cercano di impossessarsi dell’auto. Tuttavia, l’inatteso ostacolo rappresentato dalla cintura di sicurezza ha frenato il crimine, offrendo un margine di salvezza alla donna coinvolta. L’incidente evidenzia ancora una volta l’importanza dei dispositivi di sicurezza presenti nei veicoli e come, in questo caso specifico, abbiano contribuito a evitare risultati ben peggiori.

La risposta delle autorità

In seguito alla divulgazione del video, le autorità competenti stanno intensificando le loro indagini per identificare e arrestare i responsabili del tentativo di rapina. La Statale 268, spesso scenario di episodi del genere, è sotto la crescente attenzione delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza e tranquillità ai viaggiatori. Le investigazioni proseguono, mentre si chiede la collaborazione dei cittadini per segnalare ogni comportamento sospetto e aiutare a mettere fine a tali crimini.

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Detenuto del clan si lamenta perché il complice non paga l’avvocato: “Lo farò finire in prigione per 20 anni”

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Detenuto del clan si lamenta perché il complice non paga l’avvocato: “Lo farò finire in prigione per 20 anni”

Recentemente, un episodio di intercettazione telefonica ha rivelato una situazione intrigante all’interno del clan De Martino. Un affiliato del clan, attualmente detenuto, ha espresso frustrazione tramite una chiamata, chiedendo al figlio di trasmettere un messaggio urgente (“imbasciata”) al gruppo criminale: nessuno all’interno del clan si sta occupando delle sue spese legali.

La tensione interna al clan

Tra le gerarchie e le dinamiche interne di un gruppo mafioso, si sa che l’assistenza legale è spesso garantita come parte della fedeltà e del sostegno reciproco. Tuttavia, questo recente episodio sembra svelare una crepa in questa rete di supporto: l’affiliato detenuto appare deluso e risentito dalla mancanza di sostegno. La sua richiesta urgente sembra riecheggiare una minaccia implicita di vendetta, o almeno di un’azione ostile verso coloro che considera responsabili della sua attuale situazione.

Le ripercussioni legali

Il compito del figlio, veicolare il malcontento del padre al restante gruppo, aggiunge un ulteriore livello di complessità alle dinamiche esistenti. Le implicazioni legali di tale disaccordo interno potrebbero espandersi, soprattutto se l’individuo detenuto decide di cooperare con le autorità per ridurre la propria pena. Il messaggio, quindi, non è solo un grido d’aiuto, ma anche un monito per il clan, che la mancata adesione ai ‘patti’ di sostegno reciproco potrebbe portare a conseguenze gravi e inaspettate.

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