Cronaca
Protesta tassisti Napoli: Spese alte e tariffe ferme da 20 anni, impossibile campare
Protesta tassisti Napoli: “Spese alte e tariffe ferme da 20 anni, così non possiamo campare”
I tassisti napoletani si trovano ad affrontare condizioni di lavoro difficili e redditi bassi nonostante il crescente afflusso di turisti in città. Si lamentano del fatto di essere in tanti ma di fare poco, con una media di solo cinque-sei corse al giorno durante un turno di otto ore. Questo li costringe a compiere lunghi giri alla ricerca di clienti, aggravando ulteriormente la situazione.
Inoltre, devono confrontarsi con la concorrenza delle piattaforme per il trasporto privato e con costi di gestione che sono alle stelle. Secondo i dati sulle dichiarazioni dei redditi, i tassisti napoletani guadagnano in media meno di 10.200 euro all’anno. Marco, tassista da 25 anni, commenta: “Il sazio non crede al digiuno”.
Le spese ingenti per carburante, assicurazione, collaudi e test psicologici, unite al fatto che le tariffe sono rimaste ferme da 20 anni fa, rendono la situazione insostenibile per molti tassisti. Tra le richieste principali vi è l’aumento delle tariffe e un freno all’abusivismo nel settore.
Gennaro, un tassista di 45 anni, sottolinea che nonostante si possa guadagnare di più con i turisti, i profitti sono comunque bassi e l’usura dell’auto è elevata. Si aggiunge poi il problema delle piattaforme di trasporto privato, che incassano di più rispetto ai tassisti nonostante le apparenze sulle tariffe più basse.
Un esempio emblematico è il costo di una corsa da Capodichino a Caserta: mentre una piattaforma chiede 112 euro, un taxi richiede meno di 100. Tuttavia, le piattaforme possono prelevare i clienti direttamente all’uscita dell’aeroporto, cosa non consentita ai tassisti, creando una disparità concorrenziale evidente.
È evidente la necessità di un intervento da parte delle istituzioni per tutelare i tassisti e garantire un servizio equo sia ai cittadini che ai turisti che visitano Napoli.
