Cronaca
Incendio ai Camaldoli: caccia al piromane a Napoli.
Incendio ai Camaldoli: la caccia al piromane
La Procura di Napoli ha avviato un’indagine per incendio colposo in seguito al rogo che ha colpito la collina dei Camaldoli, mentre le forze dell’ordine sono sulle tracce del piromane responsabile dell’evento.
Le fiamme, alimentate dal gran caldo, si sono rapidamente propagate distruggendo vasti territori di macchia mediterranea e creando problemi agli abitanti delle zone collinari di Napoli.
Il focus dell’indagine della Procura di Napoli si concentra sull’aspetto economico dell’emergenza, con particolare interesse alla rimozione dei detriti e alla riqualificazione del territorio. L’inchiesta è gestita dal pool reati contro ambiente e territorio, guidato dal procuratore aggiunto Antonio Ricci.
I carabinieri forestali, nonostante il paesaggio di devastazione provocato dalle fiamme, stanno perlustrando la collina alla ricerca di indizi che possano condurre all’autore dell’incendio.
Una strategia ben orchestrata?
Le prime ipotesi suggeriscono che l’incendio è stato pianificato per un giorno critico, il primo di avviso caldo dell’estate, caratterizzato da temperature torride e venti che hanno alimentato il fuoco. L’innesco è avvenuto in un’area pubblica a ridosso di Napoli.
Le fiamme hanno provocato danni significativi e hanno destato interessi economici legati alla rimozione dei detriti e alla messa in sicurezza del territorio. Un’occasione che potrebbe generare un business di milioni di euro, simile a quanto accade in Calabria, terra d’origine del Procuratore Gratteri.
Le forze dell’ordine sono sul piede di guerra per individuare indizi e stabilire le responsabilità, acciuffando coloro che traggono vantaggio dalla situazione e cercano di lucrare sull’emergenza attivando appalti e fondi pubblici.
La priorità della Procura di Napoli
La Procura di Napoli considera la lotta contro l’economia dell’emergenza e gli incendi dolosi come una priorità, impegnandosi a difendere l’ambiente e a perseguire i colpevoli di questi atti criminosi.
L’incendio ai Camaldoli ha scosso la città di Napoli e rimane uno dei temi più discussi, specialmente dati i rischi di una ripresa delle fiamme con il caldo che persiste nella zona.
Cronaca
Droga e cellulari con i droni nel carcere di Secondigliano, c’era anche chi faceva acquisti online
La Squadra Mobile di Napoli ha arrestato 12 persone, ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo su un sistema di consegne di droga e cellulari nel carcere di Secondigliano. Gli ordini arrivavano dal reparto di Alta Sicurezza.
Immagine di repertorio
Una vasta operazione della Squadra Mobile di Napoli ha portato all’arresto di 12 persone – 10 in carcere, 2 agli arresti domiciliari – ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo in piedi un sistema per introdurre, attraverso droni altamente tecnologici, droga e cellulari all’interno del carcere di Secondigliano. E proprio grazie a un cellulare, secondo gli inquirenti, i carichi e le spedizioni venivano gestite, addirittura da un detenuto, ritenuto esponente di spicco della Vanella Grassi, che si trovava nel reparto di Alta Sicurezza del carcere, quello in cui, appunto, sono ospitati i detenuti condannati per camorra. Stando a quanto appreso dagli inquirenti nel corso dell’attività investigativa, grazie ai cellulari introdotti in carcere, c’era anche chi effettuava ordini su una nota piattaforma di acquisti online.
I cellulari erano tutti intestati a cittadini extracomunitari
L’attività investigativa ha permesso di accertare come il traffico fosse stato organizzato da Nico Grimaldi, ritenuto esponente di spicco del clan, da sua madre Rita Pitirollo e dalla moglie, Addolorata De Falco. Gli ordini dei detenuti arrivavano all’esterno del carcere e, ad autorizzare l’invio dei droni e quindi delle spedizioni era proprio la madre di Grimaldi. Le indagini hanno rivelato che tutti i telefoni e le relative utenze erano intestati a cittadini…
Cronaca
In auto con hashish e pistola nel cruscotto, due arresti nel Napoletano
Due 21enni arrestati a Brusciano, nel Napoletano: in auto hashish e una pistola col colpo in canna nel cruscotto.
Immagine di repertorio
Erano in auto con una pistola nel cruscotto colpo in canna ed hashish: due le persone arrestate a Brusciano dai carabinieri durante un servizio a lungo raggio nelle aree popolari nella provincia di Napoli. Nel dettaglio, i militari dell’Arma attorno alle due di notte hanno notato un’automobile con all’interno due persone: da un controllo, è emerso che entrambi fossero 21enni già noti alle forze dell’ordine, e così sono scattate le prime perquisizioni, che hanno permesso ai carabinieri di rinvenire e sequestrare quattro grammi di hashish, facendo scattare i controlli più approfonditi.
Ed è stato lì che i carabinieri hanno ritrovato nel cruscotto una pistola a tamburo con matricola abrasa e colpo in canna, all’interno del cruscotto. L’arma, subito sequestrata, sarà sottoposta ad accertamenti balistici per verificare se ci sia stato un suo eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti. Per i due, invece, è scattato l’arresto e si trovano ora in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria: dovranno rispondere di detenzione di arma illegale.
Cronaca
Beve sostanza tossica scambiandola per acqua, avvocato in rianimazione a Nocera Inferiore
L’avvocato 43enne è stato ricoverato in rianimazione all’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore: è grave.
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Beve una sostanza tossica scambiandola per acqua: in rianimazione un avvocato 43enne di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Il professionista, secondo le prime informazioni, sembra sia rimasto vittima di un terribile disguido. Avrebbe, infatti, ingerito una sostanza caustica, non è chiaro se acida o basica, riportando gravi conseguenze. L’incidente risale al pomeriggio di lunedì 18 novembre 2024.
Avvocato 43enne ricoverato a Nocera Inferiore
Il legale, dopo aver ingerito per sbaglio la sostanza, si sarebbe sentito male. Immediatamente è partita la macchina dei soccorsi. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 che ha trasportato il ferito d’urgenza presso l’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, per le cure mediche del caso. Qui, il personale sanitario ha deciso per il ricovero nel reparto di rianimazione. Le condizioni della vittima sono considerate serie.
Indagini sulla natura del liquido ingerito
Secondo le prime ricostruzioni, il 43enne avrebbe bevuto un liquido, immaginando, probabilmente, che fosse acqua naturale. Invece, si trattava, sembra, di una sostanza tossica e velenosa, la cui natura non è stata ancora chiarita, forse soda caustica, o un qualche tipo di acido. Subito dopo è stato colto da malore. Quando è arrivato in ospedale, i medici hanno subito capito la gravità della situazione ed hanno deciso, in via precauzionale, il ricovero in rianimazione, dove il legale si trova è attualmente sotto costante e attento monitoraggio.
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