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Cronaca

Condannata per stalking all’ex marito, legge non la protegge.

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Condannata per stalking all’ex marito, legge non la protegge.

Una donna del Napoletano è stata condannata in Appello per varie accuse, inclusi atti di aggressione, ingiurie, lesioni e per non aver permesso al suo ex marito di vedere i figli. Questa vicenda ha destato molta attenzione e dibattito in merito al trattamento delle donne nelle situazioni di separazione e violenza domestica.

La condanna in Appello

La sentenza di condanna della 45enne del Napoletano è stata confermata in sede di Appello, riconoscendo la gravità dei reati commessi nei confronti dell’ex marito. Le accuse di aggressioni, ingiurie, lesioni e il negare al padre il diritto di vedere i figli sono state valutate con attenzione dalla Corte, che ha emesso la sentenza di condanna.

Le polemiche sul caso

Il caso di questa donna ha scatenato numerose polemiche riguardo al modo in cui viene affrontata la questione della violenza domestica e dei diritti dei genitori separati. Molti hanno sottolineato l’importanza di proteggere le vittime di violenza, indipendentemente dal genere, e di garantire il rispetto dei diritti parentali anche in situazioni di separazione conflittuale.

L’importanza della legge

Questa vicenda ha evidenziato l’importanza del rispetto delle leggi che tutelano le vittime di violenza domestica e garantiscono i diritti dei genitori separati. La legge è chiara nel condannare comportamenti violenti e discriminatori e nel proteggere chi si trova in situazioni di vulnerabilità.

Conclusioni

La condanna in Appello della donna del Napoletano per aggressioni, ingiurie, lesioni e per non aver permesso al suo ex marito di vedere i figli ha sollevato diverse questioni importanti riguardo ai diritti delle vittime di violenza domestica e alle dinamiche dei rapporti familiari dopo una separazione. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche e assicurare il rispetto delle leggi che garantiscono la protezione e la giustizia per tutti.

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Sciopero trasporti a Napoli, fermi i bus, chiuse funicolari e metro: traffico in tilt

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Sciopero trasporti a Napoli, fermi i bus, chiuse funicolari e metro: traffico in tilt

Massiccia adesione, a Napoli, allo sciopero dei trasporti di 24 ore indetto per la giornata odierna: fermi i bus, chiuse le funicolari e le linee 1 e 6 della metro.

Si è rivelata massiccia l’adesione, a Napoli, allo sciopero del trasporto pubblico locale di 24 ore indetto per la giornata odierna, venerdì 8 novembre, da alcune sigle sindacali: eccezion fatta per le fasce di garanzia di questa mattina, gli autobus di Anm si sono fermati. Stessa situazione per quanto riguarda la metropolitana: la linea 1 e la linea 6, a partire dalle 9.30, sono chiuse e riprenderanno il servizio soltanto nel pomeriggio, alle 17, così come le funicolari Centrale e di Montesanto, anch’esse chiuse. Anche i mezzi gestiti da Eav, che non aveva indicato nemmeno fasce di garanzia, risultano interessati dallo sciopero. In funzione soltanto la linea 2 della metro, che è gestita da Ferrovie dello Stato.

Il risultato? Il traffico, in molte aree della città, è paralizzato. Il blocco praticamente totale del trasporto pubblico va a inserirsi, infatti, in una situazione che negli ultimi giorni è già di per sé drammatica, a causa dei numerosi cantieri che sono stati aperti in varie zone di Napoli. Particolarmente difficile la situazione, ad esempio, nella zona del Centro Direzionale – e quindi, di conseguenza, anche nelle aree di Poggioreale e della Stazione Centrale – dove i lavori in superficie per la prossima stazione della linea 1 della metro e il piano traffico ad hoc stanno creando non pochi disagi alla circolazione automobilistica.

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L’avvocato del 17enne omicida: “Non querelo la mamma di Santo Romano”. Il confronto con Francesco Borrelli in radio

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L’avvocato del 17enne omicida: “Non querelo la mamma di Santo Romano”. Il confronto con Francesco Borrelli in radio

Il dietrofront del legale: ospite de “La Radiazza”, ha manifestato la volontà di non procedere e ha chiesto se verrà ritirata la segnalazione all’Ordine degli Avvocati.

L’avvocato Luca Raviele e il deputato Francesco Emilio Borrelli

L’avvocato Luca Raviele, legale del 17enne reo confesso dell’omicidio di Santo Romano, convincerà la famiglia dell’assistito a non sporgere querela nei confronti della madre della vittima, “perché comprendiamo il dolore e la sofferenza”. Il dietrofront questa mattina in diretta su Radio Marte, nel corso del programma “La Radiazza” di Gianni Simioli, durante un confronto con il parlamentare Francesco Emilio Borrelli.

La querela e la segnalazione all’Ordine degli avvocati

Raviele aveva annunciato l’intenzione di sporgere querela nei giorni scorsi, a seguito di un video, aveva detto, in cui la madre di Santo Romano, insieme al deputato, aveva diffuso le generalità dell’assassino, la cui identità è tutelata dalla legge in quanto minorenne.

Il parlamentare aveva successivamente fatto sapere di avere presentato una segnalazione all’Ordine degli Avvocati in merito al comportamento di Raviele e alle sue dichiarazioni rilasciate nelle fasi successive all’omicidio: “Una cosa è difendere l’assistito – aveva detto Borrelli in diretta Facebook – un’altra è farsi portavoce o addirittura insinuare in modo assolutamente discutibile la bontà di una persona”.

Il legale del 17enne che ha ucciso Santo Romano: “È stato aggredito, forse…

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La camorra controllava gli appalti pubblici a Pagani: 8 arresti. Il clan ha provato anche a pilotare le elezioni

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La camorra controllava gli appalti pubblici a Pagani: 8 arresti. Il clan ha provato anche a pilotare le elezioni

Il clan Fezza-De Vivo, operante a Pagani, si era infiltrato nell’amministrazione comunale, grazie alla complicità di un politico e imprenditore locale, controllando alcuni appalti in città. Il clan ha provato a condizionare anche le elezioni, imponendo il voto dei propri candidati.

L’ombra della camorra era ben ammantata sul Comune di Pagani, nella provincia di Salerno, tanto da controllarne la gestione di molti appalti pubblici: questa mattina, i carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, hanno arrestato 8 persone (3 in carcere, 5 agli arresti domiciliari), indagate a vario titolo di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale; tutti i reati sono aggravati dalla finalità di agevolare il clan Fezza-De Vivo, operante a Pagani e nelle aree limitrofe.

Secondo le risultanze investigative degli inquirenti, il clan era riusciti a infiltrarsi nel tessuto amministrativo ed economico del Comune di Pagani, grazie alla complicità dell’imprenditore Alfonso Marrazzo – per 20 anni consigliere comunale e fino al 2016 assessore all’Ambiente, già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa – e della cooperativa PE.DE.MA., di cui era presidente. In particolare, Marrazzo e la sua cooperativa riuscivano a ottenere, in maniera illegittima, appalti pubblici comunali, come ad esempio la gestione del…

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