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Cronaca

Adalgisa Gamba assolta per l’omicidio del figlio: “Incapace”

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Adalgisa Gamba assolta per l’omicidio del figlio: “Incapace”

Tragedia a Torre del Greco: Adalgisa Gamba Assolta per Incapacità di Intendere e di Volere

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In seguito a un orribile incidente avvenuto a Torre del Greco, Napoli, Adalgisa Gamba è stata assolta dall’accusa di aver ucciso il proprio figlio. Il tribunale ha riconosciuto la donna incapace di intendere e di volere al momento del tragico fatto. Tuttavia, è stata disposta la sua libertà vigilata in una struttura di riabilitazione per un periodo minimo di 15 anni.

Quesito sulla Sanità Mentale

La corte che ha giudicato Adalgisa Gamba ha determinato che la sua incapacità di discernimento era tale da giustificare l’assoluzione, considerando la sua condizione psichiatrica. La perizia psicologica ha giocato un ruolo fondamentale nel processo, evidenziando come la donna non fosse in grado di comprendere la gravità delle proprie azioni.

Reazioni Familiari

Nonostante l’assoluzione, il marito di Adalgisa ha espresso in aula il suo profondo dolore e disappunto, gridando "assassina" alla moglie durante il verdetto. La reazione è comprensibile dato il terribile perdita che ha subito, ma la legge ha preso in massima considerazione lo stato mentale della donna al momento dei fatti.

Lunga Riabilitazione

Per Adalgisa Gamba è ora previsto un periodo di libertà vigilata in una struttura specializzata per il trattamento di disturbi mentali. Questa misura mira non solo alla sua riabilitazione, ma anche a proteggere la comunità da eventuali futuri comportamenti imprevedibili. La durata minima di 15 anni sottolinea la gravità della situazione e la necessità di un trattamento prolungato.

Conclusioni e Prospettive

Il caso di Adalgisa Gamba solleva interrogativi importanti riguardo al trattamento dei disturbi mentali all’interno del sistema giudiziario italiano. Sebbene l’assoluzione dimostri un riconoscimento della complessità dei problemi di salute mentale, resta la questione della protezione delle vittime e della sicurezza pubblica.

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Laurea alla memoria per Vincenzo Pio Ferrara, 25enne morto a due esami dalla tesi

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Laurea alla memoria per Vincenzo Pio Ferrara, 25enne morto a due esami dalla tesi

Al giovane è stata conferita la laurea in Infermieristica alla Federico II di Napoli: quando è morto, strappato alla vita da una leucemia, al giovane mancavano due esami alla tesi. La laurea alla memoria è stata ritirata dai genitori.

Era il suo sogno conseguire la laurea, prendere quel “pezzo di carta”. Un sogno calpestato dalla malattia, una forma di leucemia mieloide molto aggressiva che lo ha strappato alla vita troppo presto, quando mancavano soltanto due esami alla tesi. E così, l’Università Federico II di Napoli ha esaudito il sogno di Vincenzo Pio Ferrara, morto a 25 anni a causa della malattia, e nella giornata di ieri, mercoledì 4 dicembre, gli ha conferito una laurea alla memoria in Infermieristica; il “pezzo di carta” è stato ritirato dai genitori del 25enne.

All’evento era presente anche Nello D’Auria, sindaco di Gragnano, cittadina della provincia di Napoli della quale Vincenzo Pio era originario. Il sindaco, sui social, ha dedicato un lungo post al 25enne e alla sua storia: “Ci sono momenti che superano il tempo, i confini della vita, e ci ricordano quanto ogni sogno meriti di essere celebrato. Con emozione e profonda commozione, abbiamo avuto l’onore di consegnare ai genitori di Vincenzo Pio Ferrara la sua laurea, quel traguardo che lui, con forza e dedizione, aveva quasi raggiunto”.

Il primo cittadino di Gragnano continua: “Vincenzo, con il suo esempio, ci ha insegnato che la vera forza risiede nel credere in sé stessi, anche di fronte alle avversità. Il suo sorriso, il suo impegno e la sua passione per lo studio rimarranno per sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato. La comunità intera si stringe…

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Abbandonata dalla badante, 90enne resta due giorni senza cibo: soccorsa dai carabinieri a Casalnuovo

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Abbandonata dalla badante, 90enne resta due giorni senza cibo: soccorsa dai carabinieri a Casalnuovo

La donna che assisteva l’anziana, senza dare spiegazioni, ha abbandonato la 90enne, costretta sulla sedia a rotelle, lasciandola due giorni senza cibo. Sono stati i carabinieri, allarmati da un figlio dell’anziana che vive al Nord, a soccorrere la 90enne.

Immagine di repertorio

Lasciata in casa da sola, senza cibo: così è stata trovata una donna di 90 anni di Casalnuovo, nella provincia di Napoli, costretta su una sedia a rotelle e quindi non autosufficiente, abbandonata, apparentemente senza motivo, dalla badante che si occupava di lei. Ci hanno pensato i carabinieri, allertati da un figlio che vive al Nord, a soccorrere dopo due giorni l’anziana e a rifocillarla.

Come detto, è stato uno dei figli dell’anziana, che vive in Lombardia, a far scattare l’allarme. I contatti con la madre, infatti, erano mantenuti grazie alla badante, una donna originaria dell’Est Europa, che però da circa due giorni non risponde al telefono; l’anziana, infatti, non dispone né di un cellulare né di una utenza fissa. E così, dopo due giorni in cui non riesce ad avere notizie della madre, l’uomo telefona al 112.

In poco tempo, i carabinieri della Sezione Radiomobile della compagnia di Castello di Cisterna si recano presso l’edificio in cui vive la 90enne ma, in un primo momento, non ricevono nessuna risposta. Dopo qualche minuto, il portone si apre, così i militari dell’Arma possono raggiungere l’appartamento della donna al quarto piano: è lei stessa ad aprirgli la porta e a spiegare che la sua badante è andata via da due giorni e che, da allora, non mangia poiché, a causa della sedia a rotelle, non riesce nemmeno ad arrivare ai fornelli.

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Emanuela Chirilli, morta nel B&B a Napoli, ci sono due indagati per l’incendio di piazza Municipio

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Emanuela Chirilli, morta nel B&B a Napoli, ci sono due indagati per l’incendio di piazza Municipio

Incendio di piazza Municipio, ci sono 2 indagati. Sono proprietario e igestore dell’appartamento nel quale la 28enne leccese ha trovato la morte.

Emanuela Chirilli, vittima dell’incendio nel b&b a Napoli

Le tristi incombenze di questi casi, una su tutte, l’autopsia, avverranno nelle prossime ore:  venerdì i medici legali cercheranno di individuare sul corpo di Emanuela Chirilli, di 28 anni, di Lecce, elementi utili all’indagine sulla sua morte, avvenuta a Napoli, tra il 28 e il 29 novembre scorsi mentre dormiva in un bed and breakfast di Napoli. Poi la salma sarà dissequestrata e i familiari di Emanuela potranno darle l’ultimo saluto. I reati ipotizzati dai pm Giuliana Giuliano e Federica D’Amodio della Procura di Napoli, sezione “Lavoro e colpe professionali” sono omicidio colposo e incendio colposo; al momento l’ipotesi più accreditata è che le fiamme siano divampate nella sauna del bed & breakfast per un corto circuito, sorprendendo nel sonno Emanuela.

Intanto sul fronte delle indagini, svolta ieri: la Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati due persone – il proprietario e il gestore dell’appartamento – ipotizzando i reati di omicidio colposo e incendio colposo. Secondo gli accertamenti dei vigili del fuoco a innescare l’incendio sarebbe stato un corto circuito verificatosi dell’impianto elettrico in particolare di una sauna presente della struttura ricettiva di piazza Municipio. Gli inquirenti stanno anche approfondendo la natura di alcune recensioni al B&b di Napoli lasciate su noti portali di booking: nelle valutazioni di alcuni utenti, infatti, sarebbero state segnalate anomalie elettriche. Occorrerà…

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