Cronaca
Vigili urbani salvano senzatetto da incendio in vecchio forno abbandonato
Napoli: Due vigili urbani salvano un senzatetto da un incendio in un vecchio forno abbandonato
Nel cuore di Napoli, precisamente in via Casanova, due vigili urbani sono intervenuti prontamente per soccorrere un senzatetto che si trovava all’interno di un vecchio forno abbandonato, coinvolto in un incendio improvviso. Grazie all’intervento tempestivo e coraggioso degli agenti dell’Unità Operativa San Lorenzo, l’uomo senza dimora è stato tratto in salvo dalle fiamme.
Un gesto di coraggio e solidarietà
L’episodio, avvenuto nella notte scorsa, ha visto due agenti impegnati in un’operazione di routine, trasformarsi in veri eroi per salvare la vita di un individuo in difficoltà. Il senzatetto, forse vittima di un incendio accidentale nel luogo in cui trovava rifugio, ha potuto contare sull’aiuto tempestivo e determinato dei vigili urbani che, senza esitazione, sono intervenuti per mettere in salvo la sua incolumità.
La prontezza e la professionalità degli agenti
Grazie alla prontezza d’animo e alla professionalità dimostrate dagli agenti dell’Unità Operativa San Lorenzo, il senzatetto è stato portato in salvo sano e salvo dall’edificio in fiamme. Il rapido intervento ha evitato conseguenze drammatiche e ha dimostrato, una volta di più, l’importanza della presenza e dell’operato delle forze dell’ordine sul territorio, pronte ad aiutare chiunque si trovi in pericolo.
Un esempio di altruismo e solidarietà
L’episodio di Napoli è un esempio lampante di come l’altruismo e la solidarietà possano fare la differenza nella vita di una persona. Grazie alla prontezza d’intervento e alla generosità dimostrata dai vigili urbani, il senzatetto ha avuto una seconda possibilità, un’altra occasione per ricominciare e sperare in un futuro migliore. Questo gesto di coraggio e umanità ci ricorda quanto sia importante tendere la mano a chi si trova in difficoltà, dimostrando che anche piccoli gesti possono fare la differenza.
Continua a leggere su Fanpage Napoli per restare aggiornato su questa e altre storie di solidarietà nella nostra città. La speranza è che episodi come questo possano ispirare sempre più persone a fare la loro parte nell’aiutare chi è in difficoltà e nel diffondere un messaggio di compassione e sostegno verso il prossimo.
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Cronaca
Indagata l’insegnante aggredita a Castellammare da 30 genitori: sequestrato il suo cellulare
L’insegnante aggredita in una scuola media di Castellammare è stata iscritta nel registro degli indagati: si tratta di un atto dovuto per consentire accertamenti sul suo cellulare, dopo la denuncia presentata da alcuni genitori su alcune presunte chat con gli alunni.
È stata iscritta nel registro degli indagati l’insegnate di sostegno dell’istituto scolastico Salvati, a Castellammare di Stabia, nella provincia di Napoli, che lo scorso 14 novembre è stata aggredita a scuola da un gruppo di circa 30 genitori. Si tratta di un atto dovuto, quello della Procura di Torre Annunziata, che indaga sulla vicenda, per consentire ulteriori accertamenti anche sul cellulare della docente, che è stato sequestrato in seguito alla denuncia presentata da cinque genitori, che già nei giorni scorsi avevano raccontato della possibile esistenza di una chat tra l’insegnante e alcuni alunni nella quale la donna avrebbe inviato audio e video con riferimenti a sfondo sessuale.
Parallelamente, gli sforzi degli investigatori si stanno concentrando anche sull’aggressione subita dalla docente. Come detto, lo scorso 14 novembre, circa 30 genitori si sarebbero presentati all’istituto Salvati, che sorge a Scanzano, quartiere periferico di Castellammare, e avrebbero aggredito l’insegnante, che ha riportato un trauma cranico per i colpi ricevuti e ha dovuto fare ricorso alle cure mediche; nell’aggressione è rimasto ferito anche il padre della docente, anch’egli presente a scuola in quel momento, che ha invece riportato la frattura di un polso dopo essere intervenuto per difendere la figlia.
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Cronaca
Picchiano un 18enne con il suo stesso casco per prendergli la moto: nei guai tre giovani nel Napoletano
Per un 26enne, un 20enne e un 19enne è scattata la misura dell’obbligo di dimora. I tre, lo scorso 22 aprile, a Sant’Antonio Abate, hanno aggredito un 18enne allo scopo di rapinarlo della sua moto.
Tre giovani nei guai a Sant’Antonio Abate, nella provincia di Napoli: si tratta di un 26enne, un 20enne e un 19enne, nei confronti dei quali, come disposto dalla Procura di Torre Annunziata, è scattato l’obbligo di dimora: i tre sono accusati, in concorso, di lesioni personali aggravate, mentre a due di loro viene contestata anche la tentata rapina, nei confronti di un 18enne. Per il 19enne e il 26enne, inoltre, è stato disposto anche che non si allontanino dalle rispettiva abitazioni tra le ore 20 e le ore 7 del giorno successivo.
I fatti sono avvenuti lo scorso 22 aprile a Sant’Antonio Abate quando i tre, insieme a un minorenne, avrebbero aggredito il 18enne, colpendolo con calci e pugni e poi picchiandolo con il suo stesso casco, che gli era stato strappato dalle mani, nel tentativo di rubargli la motocicletta. Tuttavia, la reazione del 18enne e l’intervento di un amico e di un passante, aveva fatto sì che i tre giovani desistessero dal tentativo di rapina e si dessero alla fuga.
Le successive indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura oplontina, si sono avvalse delle immagini telecamere di videosorveglianza della zona e delle testimonianze delle persone coinvolte e hanno permesso di pervenire all’identità dei tre giovani, nei confronti dei quali è scattata oggi la misura cautelare dell’obbligo di dimora.
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Cronaca
Detenuto di 28 anni napoletano trovato impiccato nel carcere di Poggioreale: “Terribile tragedia”
Detenuto 28enne del Napoletano morto suicida nel carcere di Poggioreale. Il sottosegretario Ferrante: “Terribile tragedia”. L’Ordine dei Medici: “Bisogna migliorare le condizioni di vita nelle carceri”
Immagine di repertorio
Un detenuto di 28 anni napoletano è stato ritrovato impiccato nel carcere di Poggioreale a Napoli. È il quarto detenuto a togliersi la vita nel 2024 nell’istituto penale partenopeo, l’undicesimo in tutta la regione Campania. A denunciare l’accaduto è Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti della Campania. “Il sistema penitenziario – dice Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica”.
“Sono 81 in tutta Italia – prosegue Ciambriello – con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono 1.842 i tentativi di suicidio, 11.503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”.
Il…