Cronaca
Ruba il barattolo delle mance in un pub a Secondigliano: video sui social
Furto al Pub "Mamma Mia" sul Corso Secondigliano: Proprietario Diffonde il Video sui Social
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Nel cuore del quartiere della periferia Nord di Napoli, un furto ha scosso il pub "Mamma Mia" situato sul corso Secondigliano. Il proprietario dell’esercizio ha deciso di diffondere le immagini dell’accaduto sui social media, esortando il ladro a restituire quanto rubato per evitare conseguenze legali.
Le Dinamiche del Furto
Il furto è avvenuto durante l’orario di chiusura, quando il malintenzionato è riuscito a entrare nel pub. L’obiettivo principale del ladro è stato il barattolo delle mance, presumibilmente contenente una somma significativa di denaro lasciata dai clienti per il personale come segno di apprezzamento per il servizio ricevuto.
Reazione del Proprietario
Il proprietario del "Mamma Mia" ha reagito prontamente, pubblicando le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza sui principali social network. Nella descrizione del video, l’uomo ha lanciato un appello al ladro, chiedendogli di riconsegnare il barattolo delle mance, minacciando altrimenti di procedere con una denuncia formale alle autorità competenti.
La Questione della Sicurezza nei Quartieri Periferici
Questo episodio solleva nuovamente il problema della sicurezza nei quartieri periferici di Napoli. Molti residenti e commercianti della zona si sentono vulnerabili e richiedono misure più efficaci per garantire la protezione dei loro beni e delle loro attività.
La Risposta della Comunità
L’accaduto ha suscitato diverse reazioni tra i frequentatori del pub e i residenti del quartiere. Molti hanno espresso solidarietà al proprietario, condividendo il video nel tentativo di identificare il ladro e aiutare a recuperare il denaro sottratto. La diffusione virale del video sui social ha anche acceso un dibattito sul ruolo della tecnologia nella prevenzione e risoluzione dei crimini locali.
Possibili Conseguenze Legali
Se il ladro non risponderà all’appello del proprietario, le immagini video potrebbero essere utilizzate come prova in una denuncia formale. Questo scenario aumenterebbe la probabilità che il ladro venga identificato e processato per il reato commesso, fungendo così da deterrente per future attività criminose nella zona.
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Cronaca
Incendio distrugge appartamento a San Giuseppe Vesuviano, le fiamme partite dal camino
Due coniugi in ospedale a San Giuseppe Vesuviano (Napoli): il loro appartamento ha preso fuoco, l’incendio sarebbe collegato all’accensione del camino.
Immagine di repertorio
Le fiamme sarebbero partite dal camino, avrebbero raggiunto le tende e gli altri arredi, divorando in pochi minuti i mobili: sono ancora in corso accertamenti per l’incendio che, nel tardo pomeriggio di ieri, 19 novembre, ha distrutto completamente un appartamento a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli; dentro c’erano due coniugi di 62 e 59 anni, rimasti intossicati e accompagnati in ospedale ma le cui condizioni non destano preoccupazione.
Sul posto, a seguito dell’allarme, sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato di San Giuseppe Vesuviano della Polizia di Stato. L’incendio, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe collegato all’accensione del camino; non è chiaro se si sia trattato di una distrazione o se, al contrario, possa essere riconducibile ad un malfunzionamento.
Al termine delle operazioni di spegnimento la casa era distrutta: le fiamme avevano raggiunto in pochissimo tempo anche le altre stanze, avvolgendo mobilia e suppellettili. Le due persone all’interno, un uomo di 62 anni e la moglie di 59 anni, sono state soccorse e accompagnate all’ospedale di Nola; non hanno riportato ferite di rilievo ma sono state trattenute in osservazione per intossicazione e affidate alle cure mediche.
Cronaca
Esplosione Ercolano, il dolore della mamma delle gemelle morte: “Mi avete spezzato il cuore, principesse”
Le tre vittime erano al primo giorno di lavoro. Denunciato il proprietario dell’immobile di Ercolano trasformato in fabbrica abusiva di fuochi d’artificio.
Le gemelle 26enni Sara e Aurora Esposito
Sara e Aurora Esposito che ballano spalla a spalla, poi una foto mentre sono al mare, i loro visi sorridenti: le immagini scorrono nel video pubblicato su Facebook da Lucia Occhibelli, la mamma delle due gemelle morte nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio abusiva ad Ercolano (Napoli). Pochi secondi, è la ricondivisione di uno dei tanti post comparsi nelle ultime ore. E ad accompagnare il video c’è un messaggio straziante: “Mi avete spezzato il cuore, voi due principesse, il mio dolore è immenso e indescrivibile”.
Sara, Aurora e Samuel, le tre vittime dell’esplosione ad Ercolano
Le due 26enni sono state uccise dalla deflagrazione nel primo pomeriggio del 18 novembre, intorno alle 15. Era il loro primo giorno di lavoro in quella fabbrica abusiva, allestita in un immobile di contrada Patacca, al confine con San Sebastiano al Vesuvio e San Giorgio a Cremano. Una fabbrica fantasma, inesistente: nessuna autorizzazione, nessuna precauzione.
Le ragazze, stando a quanto emerso successivamente, si occupavano del confezionamento dei botti. Samuel Tafciu, 18 anni, la terza vittima, era invece quello che maneggiava la polvere pirica: è stato investito in pieno dallo scoppio, il corpo è stato sbalzato a decine di metri di distanza. I corpi delle ragazze sono stati recuperati soltanto ieri mattina: il giorno precedente i soccorritori hanno dovuto fermarsi per la messa in sicurezza, l’intera area era cosparsa di materiale esplosivo e…
Cronaca
Droga e cellulari con i droni nel carcere di Secondigliano, c’era anche chi faceva acquisti online
La Squadra Mobile di Napoli ha arrestato 12 persone, ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo su un sistema di consegne di droga e cellulari nel carcere di Secondigliano. Gli ordini arrivavano dal reparto di Alta Sicurezza.
Immagine di repertorio
Una vasta operazione della Squadra Mobile di Napoli ha portato all’arresto di 12 persone – 10 in carcere, 2 agli arresti domiciliari – ritenute appartenenti al clan Vanella Grassi, che avevano messo in piedi un sistema per introdurre, attraverso droni altamente tecnologici, droga e cellulari all’interno del carcere di Secondigliano. E proprio grazie a un cellulare, secondo gli inquirenti, i carichi e le spedizioni venivano gestite, addirittura da un detenuto, ritenuto esponente di spicco della Vanella Grassi, che si trovava nel reparto di Alta Sicurezza del carcere, quello in cui, appunto, sono ospitati i detenuti condannati per camorra. Stando a quanto appreso dagli inquirenti nel corso dell’attività investigativa, grazie ai cellulari introdotti in carcere, c’era anche chi effettuava ordini su una nota piattaforma di acquisti online.
I cellulari erano tutti intestati a cittadini extracomunitari
L’attività investigativa ha permesso di accertare come il traffico fosse stato organizzato da Nico Grimaldi, ritenuto esponente di spicco del clan, da sua madre Rita Pitirollo e dalla moglie, Addolorata De Falco. Gli ordini dei detenuti arrivavano all’esterno del carcere e, ad autorizzare l’invio dei droni e quindi delle spedizioni era proprio la madre di Grimaldi. Le indagini hanno rivelato che tutti i telefoni e le relative utenze erano intestati a cittadini…