Cronaca
Muore a 21 anni lavorando in nero: indagate 5 persone a Scafati
<meta name="title" content="Cinque Persone Indagate per la Morte sul Lavoro di Alessandro Panariello, 21 Anni: 'Voleva Andarsene'">
# Cinque Persone Indagate per la Morte sul Lavoro di Alessandro Panariello, 21 Anni: “Aveva chiesto più volte di essere messo in regola, voleva andarsene”
Alessandro Panariello, un giovane di 21 anni, è tragicamente morto in un incidente sul lavoro. La sua vicenda ha messo in luce gravi irregolarità nelle condizioni di lavoro. Cinque persone sono ora sotto inchiesta per la sua morte, e emergono dettagli inquietanti sul fatto che Alessandro avesse più volte richiesto di essere messo in regola.
Le Circostanze dell’Incidente
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente è avvenuto in un cantiere nel comune di Scafati. Alessandro stava lavorando in nero, una condizione che aveva cercato di cambiare chiedendo più volte di essere assunto regolarmente. Purtroppo, le sue richieste sono rimaste inascoltate, e il mancato rispetto delle normative di sicurezza si è rivelato fatale.
Indagini in Corso
Le autorità hanno avviato un’indagine approfondita per stabilire le responsabilità di questo tragico evento. Cinque persone, tra cui il titolare dell’azienda e alcuni responsabili della sicurezza, sono ora indagate. La procura sta raccogliendo prove e testimonianze per determinare se ci siano stati comportamenti negligenti o dolosi che abbiano contribuito alla morte di Alessandro.
Il Dramma del Lavoro in Nero
La morte di Alessandro evidenzia un problema diffuso nel mondo del lavoro: il ricorso al lavoro in nero. Questo giovane lavoratore è solo uno dei tanti che operano in condizioni irregolari, spesso senza le adeguate tutele di sicurezza. La sua tragedia pone l’attenzione sulla necessità di interventi legislativi più severi e di maggiori controlli sul rispetto delle normative lavorative.
Le Reazioni della Comunità
La comunità locale e i colleghi di Alessandro sono profondamente scossi da quanto accaduto. Molti si sono uniti in una serie di manifestazioni e tributi per ricordare il giovane e sensibilizzare l’opinione pubblica su questa piaga sociale. La famiglia di Alessandro chiede giustizia e spera che quanto accaduto possa portare a un reale cambiamento nelle politiche del lavoro.
Le Possibili Conseguenze Legali
Se le indagini confermeranno le responsabilità degli indagati, potrebbero esserci pesanti conseguenze legali. Le accuse vanno dalla mancata osservanza delle norme di sicurezza sul lavoro alla possibile imputazione per omicidio colposo. Gli avvocati di parte civile stanno già preparando una serie di azioni legali per ottenere giustizia per Alessandro e la sua famiglia.
Per maggiori dettagli e aggiornamenti sulla vicenda, visita il link: [Continua a leggere](https://www.fanpage.it/napoli/muore-a-21-anni-lavorava-in-nero-cinque-le-persone-indagate-a-scafati/).
Fonte
Cronaca
Tragedia ad Afragola, morto operaio di 43 anni: caduto dal terzo piano
Un operaio di 43 anni è deceduto questa mattina ad Afragola (Napoli); sarebbe caduto dal terzo piano di un palazzo in costruzione.
Immagine di repertorio
Un operaio è deceduto dopo essere caduto dal terzo piano di uno stabile ad Afragola, in provincia di Napoli; è avvenuto nella mattinata di oggi, 11 novembre, sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione locale. Stando ai primi accertamenti l’uomo era al lavoro quando avrebbe perso l’equilibro; inutili i tentativi di soccorso: è morto sul colpo.
La tragedia poco dopo le 11 in via Roma, all’altezza dei civici 29/31. La vittima è un italiano di 43 anni, si trovava al terzo piano di uno stabile in costruzione. Sono in corso indagini per la ricostruzione dell’incidente; parallelamente, sono stati avviati gli accertamenti sull’inquadramento lavorativo dell’uomo.
Cronaca
Omicidio Arcangelo Correra, le indagini: la pistola e il proiettile di calibro diverso
La provenienza dell’arma che ha ucciso Arcangelo Correra è uno degli elementi fondamentali dell’inchiesta: si dovrà capire se è stata trovata o se era già in possesso di Renato Caiafa.
Il proiettile rinvenuto sul luogo del ferimento
Una Beretta calibro 9×21, arrivata da chissà dove e finita chissà come tra le mani di Renato Caiafa, che ha sparato e ha centrato alla fronte Arcangelo Correra, uccidendolo. E un proiettile a terra che potrebbe non essere legato alla vicenda: è di un calibro diverso. Sono i punti su cui stanno lavorando gli inquirenti per fare luce sulla morte del 18enne napoletano. L’arma è considerata clandestina perché la matricola è stata cancellata e si dovrà capire se è stata trovata pochi minuti prima della tragedia, come sostiene il ragazzo reo confesso, o se, al contrario, era già nelle disponibilità del giovane.
La morte di Arcangelo Correra a Napoli
Il 18enne è stato ferito gravemente poco prima delle 5 di sabato in piazzetta Sedil Capuano, adiacente a via dei Tribunali. A portarlo in ospedale sono stati gli amici, in scooter. Poche ore dopo, intorno alle 11, il decesso. Renato Caiafa, dopo aver accompagnato l’amico in ospedale, è inizialmente fuggito, per poi presentarsi in Questura, convinto da una zia; è stato ascoltato insieme all’amico che era con lui.
Ha parlato di un incidente: il colpo sarebbe partito per errore mentre si stavano passando la pistola, avrebbe scarrellato e l’arma avrebbe sparato. Al momento Caiafa, 19 anni, è in carcere con l’accusa di porto e…
Cronaca
Strage di ragazzi, Piantedosi a Napoli: perquisizioni, telecamere e controlli per disarmare la città
Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, oggi a Napoli in Prefettura, per mettere a punto il piano straordinario contro la violenza giovanile.
Tre giovani vittime: Emanuele Tufano, Santo Romano, Arcangelo Correra
Blitz a tappeto con le operazioni alto impatto nei quartieri, controlli notturni sulla movida e altre telecamere per blindare la città e disarmarla. Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, oggi a Napoli in Prefettura, per mettere a punto il piano straordinario contro la violenza giovanile. Il Governo ha assicurato che aumenterà le risorse per la sicurezza nel capoluogo partenopeo. A pesare sono le giovani vite spezzate negli ultimi giorni. Tre ragazzi di meno di 20 anni sono stati uccisi a colpi di pistola tra Napoli e provincia nel giro di tre settimane: Emanuele Tufano, 15 anni, vittima di una sparatoria in una traversa di Corso Umberto I, sul lato di piazza Mercato, il 24 ottobre scorso; Santo Romano, il calciatore di 19 anni, ucciso la notte tra l’1 e 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, nella piazza del Municipio, con un colpo di pistola al petto per una scarpa sporcata; Arcangelo Correra, ucciso a 18 anni da un proiettile in fronte.
Piantedosi a Napoli per il piano straordinario anti-violenza
Una mattanza che ha sconvolto la città. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, oggi in Prefettura a Napoli ha illustrato il piano straordinario per fronteggiare il fenomeno della violenza giovanile nell’area metropolitana di Napoli. Presenti alla riunione il sindaco Gaetano Manfredi e i vertici…