Cronaca
Condanna 19 anni per omicidio Coppola a Casoria, ma manca movente
Condanna definitiva: 19 anni di carcere per Antonio Felli
La condanna a 19 anni di carcere per Antonio Felli è diventata definitiva, in relazione all’omicidio del 27enne Gianluca Coppola avvenuto a Casoria, Napoli. Nonostante l’esito del processo, il movente dietro questo crimine rimane sconosciuto.
Sentenza definitiva
La Corte di Cassazione ha confermato la pena di 19 anni di reclusione già inflitta in primo grado e poi ribadita in appello. Questa decisione mette fine al lungo iter giudiziario del caso, confermando la condanna di Felli.
Dettagli dell’omicidio
Gianluca Coppola, un giovane di 27 anni, è stato brutalmente ucciso a Casoria, un comune situato nella città metropolitana di Napoli. L’assenza di un movente ha reso ancora più complessa la ricostruzione del tragico evento, lasciando molte domande senza risposta.
Indagini e prove
Le indagini condotte dalle forze dell’ordine hanno raccolto prove sufficienti per incriminare Antonio Felli, portando alla sua condanna. Tuttavia, il mistero sul movente del delitto persiste, rendendo il caso particolarmente enigmatico.
Reazioni della comunità
La comunità di Casoria è rimasta profondamente scossa dall’omicidio di Gianluca Coppola. Molti cittadini hanno espresso il loro cordoglio alla famiglia della vittima e la speranza che la condanna definitiva possa portare un po’ di pace.
Link per ulteriori informazioni
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Cronaca
Ponticelli, falegname di 71 anni trovato morto con ferite alla testa
Il corpo senza vita di un 71enne è stato rinvenuto nella sua falegnameria di via dei Mosaici, a Ponticelli; le indagini sono affidate ai carabinieri.
Immagine di repertorio
Il corpo senza vita di un uomo, Arturo Panico, è stato trovato in una falegnameria di Ponticelli, nella periferia orientale di Napoli, intorno alle 20 di oggi, 18 novembre. L’attività si trova in via dei Mosaici, al civico 40. L’uomo, 71 anni, originario di Sant’Anastasia (Napoli) ma residente a Ponticelli, era già noto alle forze dell’ordine.
A quanto si apprende Panico aveva delle ferite lacerocontuse alla nuca e alla fronte. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini coordinati dalla Procura di Napoli. Al momento le indagini sono a 360 gradi, l’ipotesi dell’omicidio non viene esclusa. Nella falegnameria è arrivato il medico legale per il primo esame sul corpo.
Cronaca
Incendio a Napoli, fiamme visibili dalla Tangenziale nei pressi dell’uscita Zona Ospedaliera
Incendio in Zona Ospedaliera, a Napoli: le fiamme visibili dalla Tangenziale. Vigili del fuoco e polizia sul posto.
Foto dal gruppo Facebook Abitanti di Capodimonte e non / Carlo Restaino
Un vasto incendio si è sviluppato nella serata di oggi, lunedì 18 novembre, nella Zona Ospedaliera di Napoli: le fiamme, ben visibili dalla Tangenziale, sono state segnalate sui social da diversi residenti. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e la polizia.
Foto dal gruppo Facebook Abitanti di Capodimonte e non / Carlo Restaino
Cronaca
L’omicidio di Arcangelo Correra e il muro di omertà degli amici
Omicidio di Arcangelo Correra
18 Novembre 2024
20:00
Renato Caiafa, reo confesso, e gli amici hanno fornito versioni che non convincono gli inquirenti: il nodo resta la provenienza della pistola che ha sparato al 19enne.
Renato Caiafa dice di avere trovato quella pistola un attimo prima della tragedia, di averla presa e di essersi messo a scherzare davanti agli occhi degli amici; che lo stesso Arcangelo Correra lo avrebbe sfidato, sempre scherzando, a sparargli. Gli altri ragazzi, invece, non avrebbero visto nulla: hanno detto che erano presenti, che non sapevano di quell’arma e che, proprio al momento dello sparo, erano voltati da un’altra parte. Due versioni che non coincidono, e che rappresentano un ostacolo alle indagini: i giovanissimi che erano presenti quella sera, gli unici che potrebbero dire come è andata, stanno mentendo.
L’omicidio di Arcangelo Correra a Napoli
Per ora l’unica cosa certa è che il ragazzo, 19 anni, è stato ucciso da un unico proiettile, che lo ha centrato in fronte. L’ipotesi dell’incidente viene quella ritenuta maggiormente verosimile, ma sono i contorni ad essere fumosi. E la pistola resta il nodo dell’inchiesta: nel fermo nei confronti di Caiafa il gip evidenzia che i comportamenti del giovane, reo confesso, non avrebbero senso se davvero la pistola fosse stata trovata in quel momento.
Quella pistola, scrive il gip, non poteva essere vista nelle condizioni descritte da Caiafa: è di…