Cronaca
Addio a Pasquale Cutolo, fratello del boss: funerali vietati
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Morte del Fratello di Raffaele Cutolo a Ottaviano
Ottaviano è ancora una volta al centro della cronaca nera: Pasquale Cutolo, fratello del noto capoclan Raffaele Cutolo, è deceduto di recente. La scomparsa arriva solo pochi mesi dopo quella della sorella Rosetta, avvenuta a ottobre, e a due anni dalla morte del capo stesso, conosciuto come "il Professore".
Un’Altra Perdita per la Famiglia Cutolo
La famiglia Cutolo sta vivendo un periodo di lutto e tristezza, con la recente morte di Pasquale. Questo evento segue la scomparsa di Rosetta, una figura importante non solo per la famiglia ma anche per l’intera organizzazione criminale. La comunità di Ottaviano è ancora scossa dal susseguirsi di queste perdite.
Misure Restrittive per i Funerali
In linea con la necessità di mantenere l’ordine pubblico e prevenire possibili manifestazioni di solidarietà verso la famiglia Cutolo, le autorità hanno vietato i funerali pubblici per Pasquale Cutolo. Inoltre, sono stati proibiti anche i manifesti funebri, una misura che sottolinea l’importanza di controllare la percezione pubblica di tali eventi.
Un’Eredità Criminale
Raffaele Cutolo, noto come "il Professore", era il leader indiscusso del clan camorristico Nuova Camorra Organizzata (NCO). La sua morte, avvenuta due anni fa, ha segnato la fine di un’era, ma la sua eredità continua a influenzare le dinamiche della criminalità organizzata in Campania. La scomparsa di due membri della sua famiglia in così poco tempo aggiunge un ulteriore capitolo alla storia complessa e tragica della NCO.
Il Contesto di Ottaviano
Ottaviano, piccolo centro nella provincia di Napoli, è noto per essere stato la roccaforte del clan Cutolo. La città è sempre stata sotto i riflettori per il suo legame con il crimine organizzato. La recente serie di decessi nella famiglia Cutolo non fa che alimentare l’attenzione mediatica e il dibattito sulle dinamiche criminali locali.
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Cronaca
Appalti e favori in cambio di voti per le Regionali, chiesto rinvio a giudizio per ex sindaco e fratello
Il pm di Avellino ha chiesto i rinvii a giudizio per gli indagati nell’inchiesta sul Comune di Pratola Serra (Avellino); tra i 14 capi di accusa ci sono corruzione, turbativa d’asta e brogli elettorali.
Immagine di repertorio
Il prossimo 28 gennaio compariranno davanti al gip gli indagati nell’inchiesta sul Comune di Pratola Serra: il pm del Tribunale di Avellino, Cecilia De Angelis, ha chiesto i rinvio a giudizio per 14 capi di accusa, tra cui corruzione, turbativa d’asta e brogli elettorali. Tra gli indagati figurano Antonio Aufiero e suo fratello Emanuele Aufiero, che all’epoca erano, rispettivamente, Presidente del Consiglio Comunale e Sindaco del comune dell’Avellinese. Per gli inquirenti gli illeciti sarebbero stati commessi anche per favorire la candidatura alle elezioni Regionali del settembre 2020 di Antonio Aufiero.
In particolare, l’ex presidente del consiglio comunale avrebbe promesso posi di lavoro, incarichi e favori in cambio di voti. Lo stesso indagato, insieme al fratello, ed Angelo Capone, vicesindaco all’epoca dei fatti, sono accusati di avere accettato le promesse di denaro da parte di imprenditori in cambio dell’aggiudicazione degli appalti aggirando le normali procedure. Emanuele Aufiero, la ex responsabile del settore tecnico Simona Silano e l’ex vicesindaco Capone sono accusati, infine, di turbativa d’asta in merito ad una gara d’appalto per l’illuminazione pubblica che sarebbe stata manipolata.
Alle urne Antonio Aufiero (detto Tonino) aveva ottenuto 3.059 preferenze e non era stato eletto. Gli sviluppi dell’inchiesta avevano portato, nell’ottobre 2023, allo scioglimento del Comune per infiltrazioni criminali…
Cronaca
“Otto ragazzini mi hanno devastato l’auto, uno aveva una pistola”: la denuncia di un tassista a Napoli
Il tassista si è rivolto al deputato Francesco Emilio Borrelli per denunciare la devastazione della sua vettura da parte di un gruppo di giovanissimi.
È diventata virale la denuncia di un tassista napoletano che, con tanto di foto, ha documentato i danni arrecati al suo taxi da un gruppo di ragazzini che, entrati nell’abitacolo da clienti, hanno devastato gli interni della vettura. Stando a quanto racconta l’uomo, in piazza Plebiscito otto giovanissimi hanno chiesto al tassista di portarli a San Giovanni a Teduccio. Una volta all’interno del taxi, però, hanno distrutto gli interni, andando via poi senza pagare la corsa.
Nel tentativo che la sua denuncia avesse una eco più forte, il tassista si è rivolto al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che ha pubblicato le parole del malcapitato, ma soprattutto le foto degli interni del taxi devastati, sui suoi profili social. Il tassista ha scritto al deputato:
Signor Borrelli, sono un tassista vittima della follia dei ragazzini. L’altra notte avevo caricato sul mio taxi dei ragazzi a piazza a piazza del Plebiscito per andare a San Giovanni a Teduccio. Erano in 8 e mi hanno devastato tutti gli interni e poi sono scappati senza nemmeno pagarmi la corsa. Ho allertato il 112 che è intervenuto senza riuscire ad acciuffarli. Tra quei balordi ce n’era anche uno armato di pistola
Cronaca
Picchia la compagna fino a farla svenire, arrestato. Era già finito in manette per stalking alla ex
In carcere un trentenne dello Sri Lanka, rintracciato dalla Polizia di Stato a Napoli: aveva picchiato la donna provocandole gravi lesioni e si era reso irreperibile.
Immagine di repertorio
Aveva aggredito la compagna, l’aveva presa a calci e pugni fino a farle perdere i sensi e poi era scappato. E, è emerso dalle indagini, anche in passato si era reso responsabile di violenze, nei confronti della ex. Protagonista un cittadino dello Sri Lanka, non ancora trentenne, che è stato rintracciato dalla Polizia di Stato nei giorni scorsi, destinatario di una ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere: dovrà rispondere di lesioni gravi aggravate da futili motivi, commesse nei confronti della compagna connazionale.
Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, è arrivato in conseguenza dell’ultimo episodio, datato 13 ottobre: quel giorno la compagna era finita in ospedale in gravi condizioni, selvaggiamente picchiata fino a farla svenire. Quando la donna era stata soccorsa, dell’uomo ormai non c’era traccia. Delle indagini si erano occupati gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, coordinati dalla 4^ Sezione della Procura di Napoli – Violenza di genere e tutela delle fasce deboli della popolazione; dagli accertamenti è emerso che a causare quelle lesioni era stato il compagno, connazionale della vittima.
Ed era venuto fuori che l’uomo, pluripregiudicato per reati contro la persona e contro il patrimonio, era già finito in manette per una situazione simile: era stato arrestato per atti persecutori ai danni della ex compagna. Il “grave e allarmante…