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Cronaca

90enne morto a Napoli dopo una spinta, il figlio: “Giustizia!”

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90enne morto a Napoli dopo una spinta, il figlio: “Giustizia!”
Dopo la morte di Vincenzo Fiorillo, figura storica di piazza Bellini e proprietario dell'omonimo bar, la sua famiglia invoca giustizia e maggiore sicurezza per la zona. Nel frattempo, molti si uniscono per ricordarlo e onorarne la memoria.

Una comunità commossa ricorda Vincenzo Fiorillo

La scomparsa di Vincenzo Fiorillo, 90enne noto a tutti gli abitanti della zona di piazza Bellini a Napoli, ha lasciato un vuoto incolmabile. La famiglia di Fiorillo, sconvolta dall'accaduto, sta chiedendo che venga fatta giustizia e che si implementino misure di sicurezza più efficaci per prevenire tragedie simili in futuro.

La dinamica della tragedia

Fiorillo è deceduto a seguito di una spinta, un evento che ha sollevato grandi interrogativi sulla sicurezza nei luoghi pubblici e che sta spingendo i residenti e i commercianti di piazza Bellini a chiedere una maggiore protezione. La dinamica dell'incidente è ancora sotto indagine, ma la comunità è unita nella richiesta di chiarezza e giustizia.

Appelli per maggiore sicurezza

La morte di Fiorillo ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nella zona di piazza Bellini, nota per essere un vivace centro culturale ma anche per alcune problematiche legate alla sicurezza pubblica. La famiglia del defunto e vari leader locali stanno facendo pressione sulle autorità per ottenere un incremento della sorveglianza e misure preventive più stringenti.

Un eredità da preservare

Oltre a chiedere giustizia, molti stanno cercando di onorare la memoria di Vincenzo Fiorillo, ricordando il suo contributo alla vita della piazza. Il bar "Fiorillo", che porta il suo nome, è un punto di riferimento storico e culturale, e la comunità intende preservare quest'eredità nel migliore dei modi. La famiglia Fiorillo, colpita nel profondo dalla perdita, è determinata a non lasciare che la morte di Vincenzo passi inosservata. Chiede non solo giustizia per lui, ma anche un futuro più sicuro per tutti gli abitanti e frequentatori di piazza Bellini. <a href="https://www.fanpage.it/napoli/vincenzo-fiorillo-90enne-morto-a-napoli-dopo-una-spinta-il-figlio-vogliamo-giustizia-per-papa/">Continua a leggere</a>

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Pizze fatte con ingredienti scadenti e prodotti Dop che non esistono: denunciati i titolari di 3 locali nel Napoletano

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Pizze fatte con ingredienti scadenti e prodotti Dop che non esistono: denunciati i titolari di 3 locali nel Napoletano

Decine di controlli dei carabinieri del Nas in tutta la Campania: nella provincia di Napoli denunciati i titolari di 3 pizzerie per frode in commercio. Nelle province di Avellino e Benevento sequestrati litri di vino e di olio, ma anche formaggi e salumi, privi delle indicazioni di provenienza e di tracciabilità.

Controlli a tappeto in tutta la Campania quelli effettuati dai carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità), che hanno controllato decine di attività commerciali tra le varie province della regione: 99 gli esercizi controllati, dei quali 45 sono stati sanzionati, per un totale di 80mila euro di multe.

E allora, nella provincia di Napoli, precisamente a Giugliano, Tufino e Marigliano, i militari dell’Arma hanno denunciato i titolari di tre pizzerie: nei loro locali venivano riportate sui menù pizze fatte con ingredienti di alta qualità, che in realtà erano scadenti, come emerso dal controllo; in alcuni casi, veniva riportato anche l’utilizzo di “fiori di zucca Dop”, prodotto che però non ha mai ricevuto questa denominazione. Pertanto, i tre titolari sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per frode in commercio.

Denunciato per frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o Dop il titolare di una ditta di conservazione di frutta e verdura a Frattaminore, ancora nel Napoletano: vendeva castagne albanesi spacciandole per napoletane. Nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio, inoltre, una ditta vendeva pomodori del piennolo pur non facendo parte del circuito di controllo né del Consorzio di tutela.


Controlli nelle mense…

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Esplosione ad Ercolano: le gemelle Sara e Aurora lavoravano coi botti da mesi per 25 euro al giorno

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Esplosione ad Ercolano: le gemelle Sara e Aurora lavoravano coi botti da mesi per 25 euro al giorno

I familiari di Sara e Aurora Esposito, morte il 18 novembre nell’esplosione della fabbrica abusiva di fuochi ad Ercolano (Napoli), raccontano che le ragazze da mesi svolgevano quell’attività sempre per le stesse persone.

Le gemelle Aurora e Sara Esposito, vittime dell’esplosione ad Ercolano col 18enne Samuel Tafciu

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Per le sorelle Sara e Aurora Esposito non era il primo giorno di lavoro: in quella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio di contrada Patacca, a Ercolano, ci stavano da qualche settimana, ma svolgevano quell’attività, per aiutare la mamma. Sempre in condizioni precarie, e per una manciata di spiccioli: 300 euro a settimana da dividere in due, 25 euro al giorno a testa. Retroscena che stravolge la narrazione, quello che Fanpage.it apprende dai familiari delle gemelle, decedute il 18 novembre insieme al 18enne Samuel Tafciu, quando la baracca trasformata in laboratorio di fuochi d’artificio fantasma è esplosa.

L’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio a Ercolano

Una manovra maldestra, una fonte di calore improvvisa, forse, semplicemente, la bassa qualità della polvere pirica utilizzata: i motivi di quell’esplosione sono ancora al vaglio. Il proprietario dell’abitazione, Pasquale Punzo, è indagato per omicidio plurimo colposo e disastro colposo. Quando si è presentato ai carabinieri, alcune ore dopo la tragedia e in compagnia del suo avvocato, il 38enne non ha rilasciato dichiarazioni. Dalle indagini è emerso che la baracca era intestata alla figlia tredicenne. Gli inquirenti stanno ricostruendo il…

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Lutto nel basket, muore a 52 anni Peppe Falco: fu campione d’Italia con la Juvecaserta

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Lutto nel basket, muore a 52 anni Peppe Falco: fu campione d’Italia con la Juvecaserta

Morto a 52 anni l’ex ala della Juvecaserta Campione d’Italia nel 1991: Peppe Falco aveva poi “girato” diverse squadre prima del ritiro nel 2011.

Lutto nel mondo del basket: è morto a 52 anni Peppe Falco, ex ala grande della Juvecaserta che nel 1991 vinse il titolo di Campione d’Italia. Nato a Napoli il 3 gennaio del 1972, fece parte di quel magico collettivo che stupì l’Italia della pallacanestro e capace di stendere nei playoff scudetto le corazzate Pesaro, Virtus Bologna e poi Olimpia Milano, in un’epica finale vinta in Gara 5 il 21 maggio 1991 davanti a quasi 12mila spettatori del Forum Assago per 88-97, risultato che “spezzò” l’equilibrio delle gare che fino ad allora avevano fatto registrare 2 vittorie per parte entrambe tra le mura amiche per Caserta e Milano.

Ala grande, ma anche centro all’occorrenza, era alto 2,03 e nell’anno dell’impresa indossava la canotta numero 15 del club bianconero. Negli anni successevi girò diverse squadre prima di una seconda parentesi con la Juvecaserta, per poi fare un secondo giro di squadre (tra le tante in cui militò, anche Montegranaro, Roseto e Pistoia) e che si è interrotto sono nel 2011, quando all’età di 39 anni decise di ritirarsi dopo un’ultima stagione al Dicearchia Pozzuoli. Ma a Caserta tutti lo ricordano per quella grande stagione del 1991, il punto più alto della carriera di Falco. In queste ore, con la diffusione della notizia della sua morte, in tanti stanno ricordando Peppe Falco sui social, postando ricordi legati sia alla pallacanestro sia all’uomo, conosciuto proprio per il suo carattere mite e bonario come un gigante buono.

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