Cronaca
Sant’Anastasia: due rapine in una settimana, supermercato rischia chiusura
Rapine nei supermercati di Sant’Anastasia: rischio chiusura per il Eurospar Calce
Nell’ultima settimana, i supermercati del centro commerciale Eurospar Calce di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, hanno subito due rapine, causando un danno stimato di circa 150 mila euro. Nonostante siano attivi da circa 60 anni, ora rischiano di dover chiudere i battenti. La notizia è stata resa pubblica dal deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli che ha diffuso anche il video dei due furti.
La difesa notturna del titolare Gennaro
Il titolare, Gennaro, come riportato nella nota di Borrelli, è costretto a passare le notti nei locali del supermercato su una sedia per difendere il proprio negozio da possibili attacchi. I criminali, sempre più audaci e astuti, sono riusciti addirittura a sabotare il sistema di sicurezza, causando fuoriuscite di liquidi quando manipolano le casse.
Appello per la tutela e la sicurezza
Gennaro ha espresso il suo disappunto, dichiarando che desidera solamente essere tutelato dallo Stato e avere la possibilità di continuare a investire e a lavorare. In caso contrario, sarebbe costretto a licenziare ben 25 famiglie e abbandonare il luogo in cui sono nati e hanno investito.
L’appello per ripristinare la sicurezza
Il comunicato sottolinea la necessità di porre una domanda fondamentale: è giusto che i commercianti e gli imprenditori debbano rimanere sul posto di lavoro anche dopo la chiusura per difendere autonomamente le loro attività, rischiando addirittura la propria incolumità, mentre i rapinatori operano indisturbati? Certi territori sembrano completamente sfuggire al controllo delle autorità. Nonostante le promesse del Ministro competente di incrementare il numero di agenti sul territorio, ciò non è mai avvenuto. In particolare, in quest’area, molti commercianti hanno subito rapine e furti ripetuti negli ultimi mesi, creando una situazione insostenibile.
Il supporto del deputato Borrelli
Borrelli esorta a compiere sforzi concreti per ripristinare la sicurezza, fornendo alle forze dell’ordine più risorse umane e mezzi necessari. Questo è ciò che chiedono i cittadini e i commercianti, ormai esasperati. Il deputato assicura il suo pieno sostegno in questa battaglia per la legalità.
Cronaca
Appalti e favori in cambio di voti per le Regionali, chiesto rinvio a giudizio per ex sindaco e fratello
Il pm di Avellino ha chiesto i rinvii a giudizio per gli indagati nell’inchiesta sul Comune di Pratola Serra (Avellino); tra i 14 capi di accusa ci sono corruzione, turbativa d’asta e brogli elettorali.
Immagine di repertorio
Il prossimo 28 gennaio compariranno davanti al gip gli indagati nell’inchiesta sul Comune di Pratola Serra: il pm del Tribunale di Avellino, Cecilia De Angelis, ha chiesto i rinvio a giudizio per 14 capi di accusa, tra cui corruzione, turbativa d’asta e brogli elettorali. Tra gli indagati figurano Antonio Aufiero e suo fratello Emanuele Aufiero, che all’epoca erano, rispettivamente, Presidente del Consiglio Comunale e Sindaco del comune dell’Avellinese. Per gli inquirenti gli illeciti sarebbero stati commessi anche per favorire la candidatura alle elezioni Regionali del settembre 2020 di Antonio Aufiero.
In particolare, l’ex presidente del consiglio comunale avrebbe promesso posi di lavoro, incarichi e favori in cambio di voti. Lo stesso indagato, insieme al fratello, ed Angelo Capone, vicesindaco all’epoca dei fatti, sono accusati di avere accettato le promesse di denaro da parte di imprenditori in cambio dell’aggiudicazione degli appalti aggirando le normali procedure. Emanuele Aufiero, la ex responsabile del settore tecnico Simona Silano e l’ex vicesindaco Capone sono accusati, infine, di turbativa d’asta in merito ad una gara d’appalto per l’illuminazione pubblica che sarebbe stata manipolata.
Alle urne Antonio Aufiero (detto Tonino) aveva ottenuto 3.059 preferenze e non era stato eletto. Gli sviluppi dell’inchiesta avevano portato, nell’ottobre 2023, allo scioglimento del Comune per infiltrazioni criminali…
Cronaca
“Otto ragazzini mi hanno devastato l’auto, uno aveva una pistola”: la denuncia di un tassista a Napoli
Il tassista si è rivolto al deputato Francesco Emilio Borrelli per denunciare la devastazione della sua vettura da parte di un gruppo di giovanissimi.
È diventata virale la denuncia di un tassista napoletano che, con tanto di foto, ha documentato i danni arrecati al suo taxi da un gruppo di ragazzini che, entrati nell’abitacolo da clienti, hanno devastato gli interni della vettura. Stando a quanto racconta l’uomo, in piazza Plebiscito otto giovanissimi hanno chiesto al tassista di portarli a San Giovanni a Teduccio. Una volta all’interno del taxi, però, hanno distrutto gli interni, andando via poi senza pagare la corsa.
Nel tentativo che la sua denuncia avesse una eco più forte, il tassista si è rivolto al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che ha pubblicato le parole del malcapitato, ma soprattutto le foto degli interni del taxi devastati, sui suoi profili social. Il tassista ha scritto al deputato:
Signor Borrelli, sono un tassista vittima della follia dei ragazzini. L’altra notte avevo caricato sul mio taxi dei ragazzi a piazza a piazza del Plebiscito per andare a San Giovanni a Teduccio. Erano in 8 e mi hanno devastato tutti gli interni e poi sono scappati senza nemmeno pagarmi la corsa. Ho allertato il 112 che è intervenuto senza riuscire ad acciuffarli. Tra quei balordi ce n’era anche uno armato di pistola
Cronaca
Picchia la compagna fino a farla svenire, arrestato. Era già finito in manette per stalking alla ex
In carcere un trentenne dello Sri Lanka, rintracciato dalla Polizia di Stato a Napoli: aveva picchiato la donna provocandole gravi lesioni e si era reso irreperibile.
Immagine di repertorio
Aveva aggredito la compagna, l’aveva presa a calci e pugni fino a farle perdere i sensi e poi era scappato. E, è emerso dalle indagini, anche in passato si era reso responsabile di violenze, nei confronti della ex. Protagonista un cittadino dello Sri Lanka, non ancora trentenne, che è stato rintracciato dalla Polizia di Stato nei giorni scorsi, destinatario di una ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere: dovrà rispondere di lesioni gravi aggravate da futili motivi, commesse nei confronti della compagna connazionale.
Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, è arrivato in conseguenza dell’ultimo episodio, datato 13 ottobre: quel giorno la compagna era finita in ospedale in gravi condizioni, selvaggiamente picchiata fino a farla svenire. Quando la donna era stata soccorsa, dell’uomo ormai non c’era traccia. Delle indagini si erano occupati gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, coordinati dalla 4^ Sezione della Procura di Napoli – Violenza di genere e tutela delle fasce deboli della popolazione; dagli accertamenti è emerso che a causare quelle lesioni era stato il compagno, connazionale della vittima.
Ed era venuto fuori che l’uomo, pluripregiudicato per reati contro la persona e contro il patrimonio, era già finito in manette per una situazione simile: era stato arrestato per atti persecutori ai danni della ex compagna. Il “grave e allarmante…