Cronaca
Lo svelamento delle malefatte del clan a Melito e la conseguente decisione di sciogliere il comune.
Situazione allarmante a Melito di Napoli
Nel comune di Melito di Napoli, i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, il Ministero dell’Interno ha evidenziato gravi forme di ingerenza della criminalità organizzata. Queste interferenze compromettono la libera determinazione, l’imparzialità dell’amministrazione e il funzionamento dei servizi, con un impatto negativo sull’ordine pubblico.
Arresti tra i vertici dell’amministrazione comunale
La relazione ministeriale fa riferimento agli arresti del sindaco Luciano Mottola, dell’ex presidente del Consiglio comunale Rocco Marrone e dell’ex consigliere di Fratelli d’Italia Antonio Cuozzo. Queste persone sono state coinvolte in reati gravi come scambio politico-mafioso, corruzione e associazione per delinquere di stampo mafioso. La presenza dei clan camorristici sembra estendersi anche ad altri membri del consiglio comunale.
Pressioni e frodi elettorali
Secondo l’ordinanza emessa dal giudice del riesame, il sindaco di Melito avrebbe accettato promesse di voti da parte di esponenti della camorra in cambio di denaro o favori. Questa pratica avrebbe influenzato l’esito delle elezioni del 2021, portando alla vittoria del sindaco sotto la pressione e il controllo della criminalità organizzata. Le dichiarazioni contro la camorra sembrano essere state solo una facciata per screditare gli avversari politici, senza reale impegno contro le infiltrazioni mafiose.
Potenze criminali sulla gestione pubblica
La relazione del prefetto di Napoli ha evidenziato i legami tra la politica locale e la criminalità organizzata, con una significativa influenza del clan sulle scelte politiche e amministrative. I clan camorristici avrebbero interferito con la gestione del cimitero comunale e altre attività pubbliche, ottenendo favori e benefici diretti dalla nuova amministrazione.
Complicità e collusione politica
Risulta che diversi amministratori comunali avessero collegamenti con soggetti malavitosi, influenzando decisioni e azioni particolari nel comune. Il coinvolgimento di un imprenditore locale nell’assicurare voti per il sindaco e la complicità nel celebrare matrimoni di esponenti dei clan evidenziano la pervasività delle associazioni criminali nella sfera politica del comune.
Conclusioni
La situazione a Melito di Napoli è estremamente preoccupante, con una vasta rete di corruzione e collusioni politico-mafiose. Il decreto di scioglimento emesso dal Ministero dell’Interno pone in luce la necessità di azioni concrete per contrastare l’ingerenza della criminalità organizzata nell’amministrazione pubblica e ripristinare la legalità e la trasparenza.
Cronaca
I funerali di Simeon e Alessia, morti a Vico Equense. Per la giovane autorizzata donazione organi
Folla ai funerali di Simeon oggi nella Cattedrale di Castellammare. Le esequie di Alessia domani alle 10,30: i familiari autorizzano la donazione degli organi.
Alessia Piccirillo e Simeon Dimitrov, le vittime
I funerali di Simeon Dimitrov, 18 anni, e Alessia Piccirillo, 19 anni, vittime del tragico incidente stradale a Vico Equense avvenuto la notte tra sabato 16 e domenica 17 novembre scorsi si terranno a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, oggi, venerdì 22 novembre, e domani, sabato 23. La costiera sorrentina è in lutto e piange due suoi figli. Entrambi i ragazzi frequentavano l’ultimo anno dell’Istituto Turistico “don Luigi Sturzo” di Castellammare di Stabia. Oggi centinaia di giovani si sono radunati nella Cattedrale di Castellammare di Stabia, alle 15, per l’ultimo saluto a Simeon, il giovane canoista di 18 anni che era alla guida della moto Ktm Duke 400, finita fuori strada. I funerali di Alessia si terranno invece domani mattina alle 10,30, nel piazzale dell’istituto comprensivo “Denza”.
I genitori di Alessia autorizzano la donazione degli organi
A bordo del mezzo a due ruote viaggiava anche Alessia Piccirillo, studentessa di 19 anni, rimasta gravemente ferita nell’incidente stradale e deceduta purtroppo dopo due giorni di ricovero all’Ospedale del Mare di Napoli. I funerali della ragazza si terranno invece domani. I familiari hanno autorizzato la donazione degli organi. Negli scorsi giorni si sono avute diverse iniziative di cordoglio in città per ricordare le due giovani vittime. Nella scuola superiore che i due ragazzi frequentavano ci sono stati attimi di dolore condiviso. Sono stati lanciati i palloncini bianchi in…
Cronaca
Pizze fatte con ingredienti scadenti e prodotti Dop che non esistono: denunciati i titolari di 3 locali nel Napoletano
Decine di controlli dei carabinieri del Nas in tutta la Campania: nella provincia di Napoli denunciati i titolari di 3 pizzerie per frode in commercio. Nelle province di Avellino e Benevento sequestrati litri di vino e di olio, ma anche formaggi e salumi, privi delle indicazioni di provenienza e di tracciabilità.
Controlli a tappeto in tutta la Campania quelli effettuati dai carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità), che hanno controllato decine di attività commerciali tra le varie province della regione: 99 gli esercizi controllati, dei quali 45 sono stati sanzionati, per un totale di 80mila euro di multe.
E allora, nella provincia di Napoli, precisamente a Giugliano, Tufino e Marigliano, i militari dell’Arma hanno denunciato i titolari di tre pizzerie: nei loro locali venivano riportate sui menù pizze fatte con ingredienti di alta qualità, che in realtà erano scadenti, come emerso dal controllo; in alcuni casi, veniva riportato anche l’utilizzo di “fiori di zucca Dop”, prodotto che però non ha mai ricevuto questa denominazione. Pertanto, i tre titolari sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per frode in commercio.
Denunciato per frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o Dop il titolare di una ditta di conservazione di frutta e verdura a Frattaminore, ancora nel Napoletano: vendeva castagne albanesi spacciandole per napoletane. Nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio, inoltre, una ditta vendeva pomodori del piennolo pur non facendo parte del circuito di controllo né del Consorzio di tutela.
Cronaca
Esplosione ad Ercolano: le gemelle Sara e Aurora lavoravano coi botti da mesi per 25 euro al giorno
I familiari di Sara e Aurora Esposito, morte il 18 novembre nell’esplosione della fabbrica abusiva di fuochi ad Ercolano (Napoli), raccontano che le ragazze da mesi svolgevano quell’attività sempre per le stesse persone.
Le gemelle Aurora e Sara Esposito, vittime dell’esplosione ad Ercolano col 18enne Samuel Tafciu
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su
Per le sorelle Sara e Aurora Esposito non era il primo giorno di lavoro: in quella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio di contrada Patacca, a Ercolano, ci stavano da qualche settimana, ma svolgevano quell’attività, per aiutare la mamma. Sempre in condizioni precarie, e per una manciata di spiccioli: 300 euro a settimana da dividere in due, 25 euro al giorno a testa. Retroscena che stravolge la narrazione, quello che Fanpage.it apprende dai familiari delle gemelle, decedute il 18 novembre insieme al 18enne Samuel Tafciu, quando la baracca trasformata in laboratorio di fuochi d’artificio fantasma è esplosa.
L’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio a Ercolano
Una manovra maldestra, una fonte di calore improvvisa, forse, semplicemente, la bassa qualità della polvere pirica utilizzata: i motivi di quell’esplosione sono ancora al vaglio. Il proprietario dell’abitazione, Pasquale Punzo, è indagato per omicidio plurimo colposo e disastro colposo. Quando si è presentato ai carabinieri, alcune ore dopo la tragedia e in compagnia del suo avvocato, il 38enne non ha rilasciato dichiarazioni. Dalle indagini è emerso che la baracca era intestata alla figlia tredicenne. Gli inquirenti stanno ricostruendo il…