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Cronaca

Turista stuprata a Napoli, titolare bar: “Era consenziente”

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Turista stuprata a Napoli, titolare bar: “Era consenziente”

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Quello consumato nel bagno del locale non sarebbe stato uno stupro ma un rapporto sessuale consenziente. Si è difeso così il giovane titolare della spritzeria del centro di Napoli finito ai domiciliari con l’accusa di avere violentato una cliente, una turista straniera.

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Il ragazzo è stato ascoltato oggi dai magistrati e ha negato gli addebiti, ammettendo il rapporto ma descrivendo modalità diverse da quelle raccontate dalla turista. L’indagato resta agli arresti domiciliari; il suo avvocato difensore, Roberto Saccomanno, non aveva chiesto la revoca né l’attenuazione della misura. Il giudice ha disposto ulteriori indagini e la secretazione del verbale.

I fatti contestati risalgono allo scorso luglio. La ragazza, in vacanza a Napoli con un’amica, si era fermata a bere nel locale. Quando era andata in bagno, aveva raccontato nella denuncia sporta ai carabinieri, il giovane che poco prima aveva servito da bere l’aveva raggiunta e costretta a un rapporto sessuale. Subito dopo la ragazza aveva chiesto aiuto all’amica e aveva contattato le forze dell’ordine; era stata poi accompagnata in ospedale e sottoposta alla visita ginecologica, dalla quale erano emerse delle escoriazioni, e le era stato effettuato il tampone per repertare tracce di DNA estraneo.

Fondamentale per la misura emessa nei confronti dell’imprenditore è stato l’esito del test del DNA: il suo è stato ricavato da un bicchiere e una gomma da masticare ed è stato comparato con le tracce di quello maschile trovato sul corpo e sugli indumenti intimi della ragazza; il perito ha rilevato una corrispondenza non totale ma sufficiente per sostenere che quel DNA corrispondesse al lato maschile della famiglia dell’indagato.



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Cronaca

Ponticelli, falegname di 71 anni trovato morto con ferite alla testa

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Ponticelli, falegname di 71 anni trovato morto con ferite alla testa

Il corpo senza vita di un 71enne è stato rinvenuto nella sua falegnameria di via dei Mosaici, a Ponticelli; le indagini sono affidate ai carabinieri.

Immagine di repertorio

Il corpo senza vita di un uomo, Arturo Panico, è stato trovato in una falegnameria di Ponticelli, nella periferia orientale di Napoli, intorno alle 20 di oggi, 18 novembre. L’attività si trova in via dei Mosaici, al civico 40. L’uomo, 71 anni, originario di Sant’Anastasia (Napoli) ma residente a Ponticelli, era già noto alle forze dell’ordine.

A quanto si apprende Panico aveva delle ferite lacerocontuse alla nuca e alla fronte. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini coordinati dalla Procura di Napoli. Al momento le indagini sono a 360 gradi, l’ipotesi dell’omicidio non viene esclusa. Nella falegnameria è arrivato il medico legale per il primo esame sul corpo.

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Incendio a Napoli, fiamme visibili dalla Tangenziale nei pressi dell’uscita Zona Ospedaliera

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Incendio a Napoli, fiamme visibili dalla Tangenziale nei pressi dell’uscita Zona Ospedaliera

Incendio in Zona Ospedaliera, a Napoli: le fiamme visibili dalla Tangenziale. Vigili del fuoco e polizia sul posto.

Foto dal gruppo Facebook Abitanti di Capodimonte e non / Carlo Restaino

Un vasto incendio si è sviluppato nella serata di oggi, lunedì 18 novembre, nella Zona Ospedaliera di Napoli: le fiamme, ben visibili dalla Tangenziale, sono state segnalate sui social da diversi residenti. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e la polizia.

Foto dal gruppo Facebook Abitanti di Capodimonte e non / Carlo Restaino

Foto dal gruppo Facebook Abitanti di Capodimonte e non / Carlo Restaino

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Cronaca

L’omicidio di Arcangelo Correra e il muro di omertà degli amici

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L’omicidio di Arcangelo Correra e il muro di omertà degli amici

Omicidio di Arcangelo Correra

18 Novembre 2024

20:00

Renato Caiafa, reo confesso, e gli amici hanno fornito versioni che non convincono gli inquirenti: il nodo resta la provenienza della pistola che ha sparato al 19enne.

Renato Caiafa dice di avere trovato quella pistola un attimo prima della tragedia, di averla presa e di essersi messo a scherzare davanti agli occhi degli amici; che lo stesso Arcangelo Correra lo avrebbe sfidato, sempre scherzando, a sparargli. Gli altri ragazzi, invece, non avrebbero visto nulla: hanno detto che erano presenti, che non sapevano di quell’arma e che, proprio al momento dello sparo, erano voltati da un’altra parte. Due versioni che non coincidono, e che rappresentano un ostacolo alle indagini: i giovanissimi che erano presenti quella sera, gli unici che potrebbero dire come è andata, stanno mentendo.

L’omicidio di Arcangelo Correra a Napoli

Per ora l’unica cosa certa è che il ragazzo, 19 anni, è stato ucciso da un unico proiettile, che lo ha centrato in fronte. L’ipotesi dell’incidente viene quella ritenuta maggiormente verosimile, ma sono i contorni ad essere fumosi. E la pistola resta il nodo dell’inchiesta: nel fermo nei confronti di Caiafa il gip evidenzia che i comportamenti del giovane, reo confesso, non avrebbero senso se davvero la pistola fosse stata trovata in quel momento.

Quella pistola, scrive il gip, non poteva essere vista nelle condizioni descritte da Caiafa: è di…

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