Cronaca
Rubati mille euro di liquori
Due georgiani sono stati arrestati dai carabinieri nella penisola Sorrentina: utilizzando una camicia modificata, avevano rubato decine di bottiglie dai market della zona.
Funzionava come una magia, nei suoi tre atti: la promessa, la svolta e il prestigio, come spiegava “The Prestige”, il film di Christopher Nolan. Senza alcun pubblico da meravigliare, ma con uno scopo ben meno nobile: la bottiglia veniva infilata sotto il giubbino e scompariva chissà dove, per poi ricomparire qualche minuto dopo nei borsoni. Come ogni mago, però, anche i due uomini arrestati dai carabinieri nella penisola Sorrentina, nel Napoletano, avevano un trucco: usavano una camicia con un doppio fondo, grazie alla quale hanno rubato liquori per circa mille euro. La coppia è stata portata nelle camere di sicurezza dell’Arma in attesa di giudizio.
I due, entrambi georgiani e incensurati, di 53 e 33 anni, sono stati intercettati dai carabinieri delle stazioni di Sorrento e di Massa Lubrense all’esterno di un supermercato, mentre riempivano alcuni borsoni con decine di bottiglie di liquori. Una “spesa” insolita, che ha portato i militari ad effettuare accertamenti. È emerso così che, per tutta quella merce, non c’era nessuno scontrino né altro che provasse la provenienza legale. I due sono stati perquisiti ed è stato scoperto il trucco: grazie a quella camicia opportunamente modificata, le bottiglie potevano essere nascoste senza troppi problemi e il “mago” poteva passare tranquillo davanti alle casse, perché, se anche gli fosse stato chiesto di aprire il giubbino, non ci sarebbe stato nessun tappo a tradirlo.
Le bottiglie sono state sequestrate dai militari, il valore complessivo si aggira sui mille euro; dopo le formalità di rito sono state restituite ai supermercati in cui erano state rubate. Per i due sono, invece, scattate le manette.
Cronaca
Carne e salumi in cattive condizioni igieniche: sequestrati 15mila chili, chiuso un salumificio
Blitz dei carabinieri in un salumificio in provincia di Avellino, che è stato chiuso a causa delle carenze igienico-sanitarie e per l’impiago di lavoratori in nero. Multato e denunciato il titolare.
Immagine di repertorio
Blitz dei carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità) in un salumificio nell’area di Baiano, in provincia di Avellino: sono 15mila i chili di carne di maiale e di altri prodotti a base di carne, tra cui salumi, che sono stati sequestrati dai militari dell’Arma, mentre l’intera attività commerciale è stata chiusa. I prodotti alimentari posti sotto sequestro – in parte congelati, in parte sottovuoto – erano conservati in pessime condizioni igieniche; i carabinieri hanno poi sequestrato anche 84 chili di “ciccioli” che erano stati etichettati come produzione propria, ma in realtà erano stati importati da una ditta della provincia di Napoli.
Tutti i lavoratori del salumificio erano in nero
Nel corso dei controlli, i carabinieri hanno individuato gli otto dipendenti del salumificio, nessuno dei quali aveva regolare contratto di lavoro: tutti lavoravano in nero; cinque di questi, stranieri, sono stati inoltre denunciati per ingresso e soggiorno illegale sul territorio italiano.
Pertanto, al termine del blitz, i militari dell’Arma hanno disposto la chiusura dell’attività commerciale e hanno multato il titolare per 200mila euro; l’uomo è stato anche denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per aver favorito e impiegato manodopera clandestina e per le violazioni connesse alle norme sulla sicurezza del lavoro.
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Cronaca
Ruba cellulare dal ristorante, i titolari: “Hanno anche svuotato i nostri conti correnti”
Un uomo è entrato in pizzeria a Napoli e rubato un cellulare nei pressi del registratore di cassa. Poi i proprietari hanno scoperto che, da quel dispositivo, sono riusciti anche a svuotare i conti correnti privati ed aziendali.
Ha rubato il cellulare dalla cassa di un ristorante al Vomero, poi si è allontanato. Ma i proprietari hanno anche scoperto che, proprio attraverso il cellulare, sono anche riusciti a svuotare i loro conti correnti. La vicenda è accaduta a Napoli, protagonista è la pizzeria Gorizia 1916 di via Bernini, che ha anche diffuso in Rete le immagini del furto. Dalle immagini si vede una persona entrare, guardarsi un po’ attorno e, appena nessuno è focalizzato su di lui, afferrare un cellulare nei pressi della cassa e scappare. Ma l’amara scoperta, per i proprietari, è avvenuta nelle ore successive, quando i loro conti correnti sono stati svuotati.
I due hanno infatti spiegato su Facebook:
Volevo condividere con tutti voi (e oltre) il disprezzo, la rabbia e la violenza che abbiamo provato a causa di un truffaldino che, studiando bene la zona, i movimenti e gli oggetti intorno da poter rubare, ha ben pensato di sottrarre un cellulare ad un uomo che lavora 20 ore al giorno, impegnato per l’appunto ad accogliere e far accomodare, come ogni giorno, i suoi ospiti nella nostra amata Gorizia 1916. Purtroppo non era un semplice furto. Il cellulare in questione è finito in mani di hackers che hanno disattivato il blocco, preso possesso dell’id Apple e rubato l’accesso ai conti bancari cambiando le password, lasciandoci lì impotenti mentre i conti aziendali e privati venivano velocemente prosciugati. Ci appelliamo a…
Cronaca
Indagata l’insegnante aggredita a Castellammare da 30 genitori: sequestrato il suo cellulare
L’insegnante aggredita in una scuola media di Castellammare è stata iscritta nel registro degli indagati: si tratta di un atto dovuto per consentire accertamenti sul suo cellulare, dopo la denuncia presentata da alcuni genitori su alcune presunte chat con gli alunni.
È stata iscritta nel registro degli indagati l’insegnate di sostegno dell’istituto scolastico Salvati, a Castellammare di Stabia, nella provincia di Napoli, che lo scorso 14 novembre è stata aggredita a scuola da un gruppo di circa 30 genitori. Si tratta di un atto dovuto, quello della Procura di Torre Annunziata, che indaga sulla vicenda, per consentire ulteriori accertamenti anche sul cellulare della docente, che è stato sequestrato in seguito alla denuncia presentata da cinque genitori, che già nei giorni scorsi avevano raccontato della possibile esistenza di una chat tra l’insegnante e alcuni alunni nella quale la donna avrebbe inviato audio e video con riferimenti a sfondo sessuale.
Parallelamente, gli sforzi degli investigatori si stanno concentrando anche sull’aggressione subita dalla docente. Come detto, lo scorso 14 novembre, circa 30 genitori si sarebbero presentati all’istituto Salvati, che sorge a Scanzano, quartiere periferico di Castellammare, e avrebbero aggredito l’insegnante, che ha riportato un trauma cranico per i colpi ricevuti e ha dovuto fare ricorso alle cure mediche; nell’aggressione è rimasto ferito anche il padre della docente, anch’egli presente a scuola in quel momento, che ha invece riportato la frattura di un polso dopo essere intervenuto per difendere la figlia.
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