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Cronaca

Ingegnere ucciso a Napoli denuncia l’occupazione immobili da clan

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Ingegnere ucciso a Napoli denuncia l’occupazione immobili da clan

Il commissariato di San Giovanni a Teduccio è diventato familiare a Salvatore Coppola, l’ingegnere ucciso la sera del 12 marzo. Coppola si era presentato più volte negli anni per sporgere denunce relative a una serie di immobili di cui voleva rientrare in possesso e che sarebbero stati nelle disponibilità di persone legate ai clan camorristici della zona di Napoli Est. Queste vicende risalirebbero a molti anni fa e coinvolgerebbero il settore immobiliare nel quale Coppola si era specializzato negli ultimi anni.

Le indagini sull’omicidio del 66enne, avvenuto nel parcheggio del supermercato Decò del corso Protopisani, sono state condotte dalla Squadra Mobile di Napoli con il supporto del commissariato di San Giovanni – Barra. L’agguato è stato descritto con chiare modalità mafiose, con un colpo di pistola alla nuca che suggerisce un’aggressione mirata forse mentre la vittima cercava di fuggire.

Non escludendo nessuna pista, le indagini considerano remota la possibilità di vendetta per le dichiarazioni di Coppola agli inquirenti. Nel 2009, dopo essere stato arrestato per riciclaggio per conto dei clan, Coppola intraprese un percorso di collaborazione con la giustizia che però non venne perfezionato. Nonostante ciò, Coppola si era sempre mosso liberamente nel quartiere, dando l’impressione di non considerarsi in pericolo.

Secondo gli inquirenti, i motivi che hanno portato alla morte di Coppola potrebbero essere molto più recenti. Si sospetta un collegamento con i suoi affari attuali nell’immobiliare e nei progetti di riqualificazione della periferia Est di Napoli, settore in cui i clan potrebbero avere interessi contrastanti che hanno portato all’agguato. Le denunce riguardanti gli immobili di cui rivendicava la proprietà sono considerate un ulteriore elemento di un puzzle di cui ancora non si conosce il disegno.

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Gennaro Giordano morto suicida a 39 anni a Napoli. Il papà: “Discriminato al lavoro perché gay, indagate”

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Gennaro Giordano morto suicida a 39 anni a Napoli. Il papà: “Discriminato al lavoro perché gay, indagate”

Il papà di Gennaro Giordano, morto suicida esattamente un anno fa, chiede verità e giustizia per il figlio. Il 39enne ha lasciato 5 lettere alla famiglia per spiegare le motivazioni del suo gesto. Sulla vicenda indaga la Procura di Torre Annunziata.

Gennaro Giordano

Chiede che emerga la verità e sia fatta giustizia per suo figlio, Gennaro Giordano, 39enne morto suicida esattamente un anno fa, il 2 dicembre del 2023, a Napoli. Secondo Armando Giordano, papà del 39enne, che ha sporto denuncia alle autorità, Gennaro si sarebbe lanciato nel vuoto quella tragica sera di 365 giorni fa poiché vittima di pressioni psicologiche e discriminazioni sul luogo di lavoro per la sua omosessualità. Ad avvalorare questa ipotesi ci sono 5 lettere che Gennaro Giordano ha lasciato ai familiari, spiegando le motivazioni dietro il suo gesto e facendo anche i nomi di chi lo osteggiava e discriminava sul posto di lavoro. Dopo la denuncia presentata dal papà del 39enne, la Procura di Torre Annunziata indaga sull’accaduto; nella città oplontina, infatti, Gennaro Giordano lavorava.

Nelle lettere lasciate da Gennaro Giordano i nomi di chi lo discriminava

“Mi sento un peso per la mia famiglia e per le persone che mi stanno attorno, tutto questo è cominciato con la situazione lavorativa in cui mi trovo, dove mi sento perseguitato h24” avrebbe scritto Gennaro Giordano in una delle cinque lettere lasciate alla famiglia e ritrovate in seguito al suicidio. Nelle missive, il 39enne, tra le altre cose, spende parole d’amore per i genitori e i fratelli, affidandogli la cura dei suoi due cani, ma lancia anche accuse: “Non datevi colpe, sono io, entrato in un loop…

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Ragazzino abbatte il cedro libanese all’Orientale: a Napoli già iniziati i furti di alberi per i cippi di Sant’Antonio

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Ragazzino abbatte il cedro libanese all’Orientale: a Napoli già iniziati i furti di alberi per i cippi di Sant’Antonio

L’albero, che sorgeva al centro di Largo San Giovanni Maggiore, nel cuore di Napoli, è stato abbattuto da un ragazzino, come si vede in un video pubblicato sui social.

A Napoli sembrerebbe essere già entrata nel vivo la triste stagione, che solitamente inizia in concomitanza con le festività natalizie, dei furti di alberi e, più in generale, di legname, in vista dei cosiddetti “cippi di Sant’Antonio”, i falò che si accendono in quasi tutta la città il 17 gennaio. È accaduto infatti che, nelle scorse sere, un ragazzino abbia abbattuto il cedro libanese che sorgeva in Largo San Giovanni Maggiore, che a Napoli viene molto più semplicemente indicato come “fuori all’Orientale” (per la presenza di Palazzo Giusso, una delle storiche sedi dell’Ateneo, ndr), nel cuore della città. In un video, pubblicato sui social, si vede un ragazzino avvicinarsi all’albero, appendervisi e poi prenderlo a calci; il tronco alla fine si spezza, tra le risate generali.

Anche il precedente cedro libanese era stato abbattuto

Una storia travagliata quella dei cedri libanesi il Largo San Giovanni Maggiore: anche il precedente albero, della stessa specie, che sorgeva nello spiazzo antistante Palazzo Giusso, infatti, era stato abbattuto, anche se, in quel caso, non si era trattato di un atto vandalico. Il grosso albero, in quella occasione – stiamo parlando del 2013 – fu abbattuto probabilmente per questioni di sicurezza, dal momento che qualche giorno prima, in via Aniello Falcone, un albero era caduto su un’automobile in transito, uccidendo la 40enne Cristina Alongi. Il cedro libanese era stato dunque successivamente ripiantato e stava crescendo,…

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Oggi i funerali di Crescenzo D’Amore, ex campione del mondo di ciclismo morto a 45 anni

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Oggi i funerali di Crescenzo D’Amore, ex campione del mondo di ciclismo morto a 45 anni

Si terranno oggi, 2 dicembre, a Brusciano, nel Napoletano, i funerali di Crescenzo D’Amore, ex campione del mondo juniores di ciclismo morto a 45 anni in un incidente stradale.

Si terranno oggi, lunedì 2 dicembre, i funerali di Crescenzo D’Amore, ex campione del mondo juniores di ciclismo morto prematuramente, a 45 anni, in un incidente stradale verificatosi a Pomigliano d’Arco. Le esequie dell’ex atleta si svolgeranno alle ore 12.30 nella chiesa di San Sebastiano Martire a Brusciano, cittadina della provincia di Napoli della quale D’Amore era originario.

Tanti i messaggi di cordoglio quando la notizia della prematura scomparsa di Crescenzo D’Amore si è diffusa nella comunità bruscianese, dove l’ex campione del mondo era ovviamente molto conosciuto. Con un lungo e commosso post sui social, il sindaco di Brusciano, Giacomo Romano, ha ricordato il 45enne:

È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e di tutti coloro che lo hanno conosciuto la straordinaria esistenza del Campione del Mondo Crescenzo D’Amore. Per me un amico d’infanzia e di adolescenza, un ragazzo eccezionale maturato in fretta, perché doveva correre e vincere. Ricordo con affetto e commozione la prima delle sue tantissime vittorie! Una corsa in uno dei paesi dell’hinterland napoletano, si era piazzato bene all’esordio ma non aveva vinto, non gli bastava!Allora la “scommessa” con il padre e con se stesso: “Se vinco mi compri il SI”. Vinse quella corsa, ero lì con lui ad assistere e gioire! Fu la prima di una carriera fatta a mille e che ha donato a tutti noi una dose enorme di orgoglio!

Il post del primo cittadino di Brusciano si conclude:

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