Cronaca
Complice nell’occultare il boss Angelino
Il boss Antonio Angelino, conosciuto come “Tibiuccio”, è stato rintracciato mentre si nascondeva lontano da Caivano, sfruttando una villetta a Castelvolturno, in provincia di Caserta. L’abitazione era stata presa in affitto per lui da un inaspettato soggetto: un agente della Polizia Municipale di San Cipriano d’Aversa. Quest’ultimo, coinvolto nel blitz contro il clan Angelino condotto dai carabinieri di Castello di Cisterna, è stato arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 14 persone, accusate di essere vertici, gregari e fiancheggiatori del clan Angelino, emergono dettagli rilevanti. Il gruppo criminale, secondo gli inquirenti, avrebbe perpetrato 36 episodi di estorsione a commercianti di Caivano e zone limitrofe tra maggio e novembre 2023. L’accusa di associazione mafiosa e estorsione è stata avanzata contro i vari indagati, tra cui Giancarlo Bervicato, arrestato dai carabinieri dopo una fuga rocambolesca sui tetti del Parco Verde dei Caivano.
Un agente della Polizia Municipale coinvolto nell’arresto è il padre del fidanzato di una nipote di Angelino. Si occupava degli aspetti logistici della latitanza del boss e di mantenere i contatti con Raffaele Bervicato, considerato uno degli affiliati più fidati. Questo ruolo è stato condiviso con suo figlio, entrambi arrestati e ritenuti affiliati al clan.
Durante il periodo di latitanza di Angelino, durato circa un mese, i due hanno aiutato il boss a nascondersi. Tuttavia, l’arresto è avvenuto dopo che i carabinieri, seguendo l’agente, hanno individuato Angelino in attesa di una collaboratrice domestica per la pulizia dell’appartamento a Castelvolturno. La collaboratrice era stata assunta anche grazie all’intervento dell’agente.
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