Cronaca Giudiziaria
Clan D’Alessandro: Nipote boss resta in carcere con 6 complici
I sette esponenti del clan D’Alessandro di Castellammare rimangono in carcere dopo essere stati arrestati tre giorni fa dalla Guardia di Finanza su disposizione della Dda di Napoli con le accuse di estorsione e riciclaggio. Oggi, nel carcere di Secondigliano, dove sono stati trasferiti tranne Armando Barretta che è a Poggioreale, sono stati sottoposti all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabrizio Finamore e ai pm della Dda di Napoli. L’avvocato Gennaro Somma, difensore di Michele D’Alessandro junior, ha assistito all’interrogatorio durante il quale il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dopo l’interrogatorio, ha potuto incontrare il padre detenuto nello stesso penitenziario.
Il 37enne Roberto Di Somma, noto come ‘o nirone, ha respinto le accuse riguardanti l’organizzazione dei centri scommesse illegali chiusi recentemente dalla Finanza. Anche Matteo Di Lieto (34 anni) e Antonio Lucchese (42 anni) hanno negato le accuse di estorsione ai commercianti stabiesi, spiegando di aver sempre utilizzato “modi gentili” nel richiedere l’acquisto dei loro gadget durante le festività di Natale e Pasqua. Rodolfo D’Apuzzo (32 anni) e l’affiliato Ugo Lucchese (62 anni), padre di Antonio e noto killer durante la faida per il clan D’Alessandro, si sono anch’essi avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio. L’avvocato Gennaro Somma sta preparando il ricorso al Riesame per chiedere la scarcerazione degli arrestati.
Fonte
