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Cronaca

Chi era Salvatore Coppola, ingegnere ucciso a Napoli: legami con clan Mazzarella e collaborazione

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Chi era Salvatore Coppola, ingegnere ucciso a Napoli: legami con clan Mazzarella e collaborazione

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13 Marzo 2024



15:27

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Una condanna espiata per riciclaggio con l’aggravante mafiosa, risalente a oltre dieci anni fa, una vecchia storia di tangenti per le autorizzazioni ai commercianti, gli interessi nel settore edilizio che ancora oggi aveva a San Giovanni a Teduccio; nel mezzo, la testimonianza su Michele Senese e Domenico Pagnozzi, che durante il processo “Roma Capitale” aveva descritto come due imprenditori “svegli” e “dinamici”. Si parte dal passato per ricostruire l’omicidio di Salvatore Coppola, l’ingegnere ucciso con un colpo di pistola in faccia ieri sera nel parcheggio di un supermercato a San Giovanni a Teduccio, periferia Est di Napoli.

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Le tangenti ai negozianti di Napoli Est

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Nei primi anni duemila Salvatore Coppola era stato coinvolto in una storia di tangenti: montagne di soldi che venivano pagate dai negozianti per ottenere la Dia, la Dichiarazione di Inizio Attività. Un sistema ben rodato che, ricostruirono all’epoca i magistrati (inchiesta coordinata dal pm Henry John Woodcock), vedeva al vertice un geometra, a capo dell’ufficio tecnico di San Giovanni a Teduccio, arrestato nel 2013, quando era già in pensione: il funzionario bloccava il termine di 60 giorni, dopo il quale sarebbe subentrato il “silenzio assenso” e quindi il via libera per il commerciante, e a quel punto c’era da oliare gli ingranaggi. Coppola era stato individuato come suo sodale: il “professore”, così lo chiamavano, aveva il compito di risolvere i problemi, di assicurare che le pratiche sarebbero state sbloccate. A suon di tangenti.

Il 2009 è l’anno della operazione “Botero” del Gico della Guardia di Finanza: otto arrestati, tra cui Coppola, e sequestri di 25 immobili e autovetture per 10 milioni di euro e quattro società. Il gruppo è accusato di usura e del riciclaggio dei soldi della camorra tra Toscana, Campania e Lombardia.

La testimonianza al processo Camorra Capitale

Nel 2016 Coppola compare tra i testi del processo Camorra Capitale, quello che verte sulle infiltrazioni della malavita organizzata napoletana a Roma. In quel periodo la sua collaborazione con la giustizia è già parte del passato, era durata dal 2009 al 2011, non era più sotto protezione: la commissione ministeriale, stando a quanto spiega lui stesso ai magistrati, ha deciso di non andare oltre nonostante il parere favorevole della Procura e della Direzione Nazionale Antimafia.

Coppola, che in quel procedimento non è coinvolto, si presenta: è nato il 6 settembre 1958 ed è originario di San Giovanni a Teduccio. Spiega di avere scontato una condanna per riciclaggio con l’aggravante dell’articolo 7 e ammette il suo legame passato col clan Mazzarella. Quando le domande passano alle figure di Pagnozzi e Senese, li descrive come imprenditori. L’ingegnere è stato sentito anche nel 2021, tra i testi del processo scaturito dalla maxioperazione “Affari di famiglia”, sempre imperniato sulla figura di Michele Senese.

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Immagine di repertorio

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Pagnozzi, spiega, l’ha conosciuto perché anche lui è originario di San Giovanni a Teduccio, quartiere che poi abbandonerà per poi andare in Irpinia e quindi a Roma. E dice di avere conosciuto anche Michele Senese, che per gli inquirenti è un pezzo da novanta della camorra: ‘o Pazzo, quinta colonna del clan Moccia a Roma. Parlando di entrambi, li descrive come due imprenditori, ma afferma di non conoscere nulla del loro coinvolgimento nella camorra.

L’agguato nel parcheggio del supermercato

Ieri sera Coppola è stato ammazzato nel parcheggio del supermercato Decò di San Giovanni a Teduccio, lungo il corso Protopisani, a pochi passi dal suo ufficio. Non è ancora chiaro se fosse lì per un incontro o se lo avessero seguito, se sapessero dove trovarlo. Di certo c’è che chi ha sparato aveva intenzione di ucciderlo. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli (agli ordine del vice dirigente Andrea Olivadese) col supporto dei poliziotti del commissariato di San Giovanni – Barra.

L’agguato, per le modalità, potrebbe essere di matrice camorristica ma al momento tutte le ipotesi sono aperte: si va dalla questione personale ai contrasti con la malavita locale, mentre sembra più remota la pista della vendetta per la collaborazione di oltre dieci anni fa.

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Incidente mortale a Nola, 36enne si schianta con l’auto all’ingresso della zona Asi

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Incidente mortale a Nola, 36enne si schianta con l’auto all’ingresso della zona Asi

Un 36enne è morto a seguito di un incidente stradale ieri sera, 16 novembre, in via Ponte di Nola; l’uomo è deceduto in ospedale.

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Un uomo di 36 anni è deceduto nella tarda serata di ieri, 16 novembre, in un incidente stradale a Nola, in provincia di Napoli: si è schiantato contro il guardrail lungo via Ponte di Nola, località Boscofangone, all’altezza dell’ingresso della zona Asi. Inutili i soccorsi: la vittima è stata trasportata d’urgenza in ospedale ma è morta poco dopo. La cause dell’incidente sono per il momento al vaglio.

Sul posto, intorno alle 22.30, sono intervenuti i carabinieri per i rilievi del caso e l’avvio delle indagini. Il 36enne si trovava da solo all’interno della sua automobile, una Ford Focus Station Wagon, avrebbe perso il controllo dell’automobile. La dinamica è in fase di ricostruzione ma, stando ai primi elementi su cui stanno lavorando gli investigatori, nell’incidente non sarebbero coinvolti altri veicoli.

Il 36enne, soccorso dal 118, è stato trasferito al Pronto Soccorso dell’ospedale “Santa Maria della Pietà” di Nola, ma è deceduto poco dopo nonostante gli sforzi dei sanitari. La Focus è stata sequestrata per ulteriori accertamenti. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, che dovrà decidere se procedere con l’autopsia prima di concedere il via libera per i funerali.

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Esplode la stufa nella casa a Piscinola, anziani salvati dalla Municipale

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Esplode la stufa nella casa a Piscinola, anziani salvati dalla Municipale

Un novantunenne una donna di 76 sono stati tratti in salvo dalla Polizia Locale a Piscinola; l’appartamento dell’uomo era andato a fuoco per una bombola di gas difettosa.

L’incendio nell’appartamento di Piscinola, a Napoli

Gli agenti della Polizia Municipale sono riusciti a tirarli fuori dall’appartamento soltanto una manciata di minuti prima: sono illesi, ma hanno rischiato molto, i due anziani di Piscinola, periferia Nord di Napoli, residenti in un appartamento di via del Plebiscito che è stato devastato da un incendio nella giornata di ieri, 16 novembre.

Le fiamme, stando a quanto ricostruito, sarebbero state sprigionate da una stufa a gas, probabilmente difettosa. Ad avvertire gli agenti è stato un cittadino che, passando nei pressi dell’edificio, aveva notato le lingue di fuoco che uscivano dall’appartamento all’ultimo piano. I vigili del Reparto Scampia si sono rapidamente diretti sul posto, dove hanno appreso che all’interno c’erano ancora delle persone rimaste imprigionate. Nonostante le fiamme si fossero ormai estese, sono riusciti a farsi largo all’interno dell’abitazione e hanno tratto in salvo il proprietario di casa, un uomo di 91 anni, e una donna di anni che vive al piano sottostante, entrambi in preda al panico; i due sono stati portati all’esterno una manciata di minuti prima che la stufa a gas esplodesse.

L’incendio è stato domato dalla squadra 8/B Scampia dei Vigili del Fuoco, arrivata in via del Plebiscito poco dopo. Nel corso del sopralluogo i pompieri hanno rinvenuto, all’interno dell’appartamento, una bombola di gas esplosa, che avrebbe causato prima l’incendio e successivamente lo scoppio.

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Moto si schianta sul muretto: morto 18enne, l’amica 17enne in pericolo di vita a Vico Equense

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Moto si schianta sul muretto: morto 18enne, l’amica 17enne in pericolo di vita a Vico Equense

Grave incidente nella notte lungo la statale 145 Sorrentina, in località Bikini: un giovane di Castellammare di Stabia (Napoli) è morto sul colpo, l’amica è stata ricoverata in ospedale in condizioni gravissime.

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Un 18enne è deceduto, e una 17enne è finita in ospedale, a seguito di un grave incidente stradale avvenuto nella notte appena trascorsa a Vico Equense, in provincia di Napoli, lungo la strada statale 145 Sorrentina: i due, in sella a una moto, per motivi che restano da accertare si sono schiantati contro un muretto.

Sul posto, in località Bikini, sono intervenuti i carabinieri e i sanitari del 118. Per il giovane non c’è stato nulla da fare: il ragazzo, originario di Castellammare di Stabia, è deceduto sul colpo. L’amica, le cui condizioni sono apparse da subito gravi, è stata caricata d’urgenza in ambulanza e trasportata all’Ospedale del Mare di Ponticelli, dove è stata ricoverata in pericolo di vita.

La dinamica dell’incidente è per il momento al vaglio. Al momento non risultano coinvolti altri veicoli: il 18enne, che era alla guida, potrebbe avere perso il controllo per l’alta velocità o per un dissesto stradale e, non riuscendo tenere la motocicletta su strada, sarebbe andato a schiantarsi contro il muretto a margine della carreggiata.

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