Cronaca
Assicuriamo una dignitosa sepoltura per tutti
Davide, morto a 22 anni. Foto Associazione Chi Rom e chi no / Facebook
Era morto folgorato a soli 22 anni lo scorso 29 febbraio e da allora la sua salma era rimasta in una bara, senza sepoltura, per problemi burocratici. Una situazione che il Comune di Napoli ha deciso di risolvere prendendosi in carico “con la massima urgenza” di garantirgli l’immediata e degna sepoltura, dopo la denuncia dell’associazione “Chi rom e chi no”. Ne ha dato notizia Vincenzo Santagada, assessore con delega ai cimiteri del Comune di Napoli.
Davide Jovanovic, 22 anni, era nato e cresciuto a Napoli ed era da due anni cittadino italiano, spiega l’associazione “Chi Rom e chi no”, aggiungendo che “non aveva mai avuto un documento, neppure la cittadinanza italiana gli consentiva di ottenere la residenza, a causa del blocco delle residenze imposto dal cosiddetto Decreto Lupi”. E così dopo la sua morte, la sua bara è rimasta in un limbo burocratico per due settimane, fino ad oggi che l’assessore Santagada ha annunciato che della vicenda si occuperà direttamente Palazzo San Giacomo.
Santagada ha spiegato che “è stato disposto in via urgentissima il seppellimento della salma” del giovane, rimasto folgorato all’interno del campo rom di Cupa Perillo il 29 febbraio scorso e subito dopo deceduto presso l’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania. “Ieri seri sono stato messo a conoscenza della questione e mi sono immediatamente attivato affinché oggi stesso venissero espletate tutte le procedure per consentire di dare a questo ragazzo sfortunato una degna sepoltura presso il Cimitero della Pietà”, ha aggiunto Santagada, chiarendo che “in simili circostanze ogni criticità, anche se non imputabile direttamente al nostro ente, va superata con la massima urgenza“.
Cronaca
A Ercolano marcia per Sara e Aurora Esposito e Samuel Tafciu, morti nella fabbrica di fuochi
Corteo ad Ercolano (Napoli) in memoria delle gemelle Aurora e Sara Esposito e di Samuel Tafciu, morti nell’esplosione della fabbrica di fuochi il 18 novembre in contrada Patacca.
Aurora Esposito, la sorella Sara e Samuel Tafciu
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Una marcia silenziosa si è svolta nel pomeriggio di oggi, 23 novembre, ad Ercolano, in provincia di Napoli, in memoria delle sorelle 26enni Sara e Aurora Esposito e del 18enne Samuel Tafciu, le tre vittime dell’esplosione che, il 18 novembre, ha distrutto la fabbrica di fuochi d’artificio illegale allestita in un immobile di contrada Patacca. Il proprietario dello stabile, il 38enne Pasquale Punzo, è indagato per omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
La madre della compagna del ragazzo aveva raccontato che per Samuel era il primo giorno di lavoro. I familiari delle gemelle, a Fanpage.it, hanno smentito che il laboratorio fosse entrato in funzione soltanto quel giorno, raccontando che le ragazze lavoravano lì da settimane e che precedentemente avevano svolto la stessa attività, sempre in nero e per 25 euro al giorno, anche nella loro abitazione.
In testa al corteo, uno striscione con la scritta “Giustizia per Samuel, Sara e Aurora”. I partecipanti hanno raggiunto il luogo della tragedia, dove hanno chiesto che i responsabili vengano individuati e puniti. Alla marcia ha preso parte anche il deputato Francesco Emilio Borrelli, che parla di momenti di “tensione tra i familiari e i vicini, che non hanno mai denunciato la presenza della fabbrica abusiva, dichiarando di credere che si trattasse…
Cronaca
Incendio in casa, 80enne salvato dalle fiamme. Il rogo a Lettere (Napoli)
Sul posto carabinieri, vigili del fuoco e polizia locale. Il rogo pare innescato da cause accidentali.
Poco dopo le ore 15 di sabato 23 novembre i carabinieri della stazione di Lettere, comune dei monti Lattari, sono intervenuti nel centrale corso Vittorio Emanuele III per la segnalazione di un incendio in un’abitazione. Sul posto, anche i Vigili del fuoco e gli agenti della Polizia locale. Da una prima sommaria ricostruzione pare che l’incendio sia dovuto per cause di natura accidentale. Nell’appartamento c’era un uomo di 80 anni, tratto in salvo. L’uomo è stato visitato da personale del 118 e sta bene. L’abitazione è stata dichiarata tuttavia inagibile.
Cronaca
Il sindaco prende a pugni quattro ladri e li fa scappare: “Mi avevano aggredito in casa, gli avrei sparato”
La disavventura del medico sannita Alessandro Di Santo, sindaco di Castelvenere: affrontato da quattro malviventi in casa, riesce a metterli in fuga: “Ho preso tanti pugni, se avessi avuto il mio fucile gli avrei sparato”
Qualche giorno fa, il sindaco di Castelvenere (Benevento) Alessandro Di Santo, di professione medico, aveva subito un intervento agli occhi. La sera stessa ha affrontato una nottata da incubo e non per il postoperatorio, bensì perché in casa sua si è presentata una banda di ladri: quattro malviventi sono infatti entrati nella sua villa nel cuore della notte.
Alle 2.30 del mattino, il primo cittadino del comune sannita, 2.400 anime nella valle Telesina, riposava su un lettino medico al piano terra. E lì si è accorto che un malvivente stava entrando in casa da una finestra con l’aiuto di altri tre complici. Ne è nata una violenta colluttazione: pugni e schiaffi della vittima contro i ladri. Nel frattempo la moglie ed una delle figlie del primo cittadino erano scese in soccorso del congiunto allertando i carabinieri. QuandoDi Santo ha gridato alla figlia «Prendimi il fucile!» i malviventi hanno deciso di desistere e darsi alla fuga a bordo di un’auto.
E ora l’uomo commenta: «Ho sferrato diversi pugni ma ne ho subiti tanti altri, soprattutto al torace. Se in quei momenti avrei sparato contro i malviventi? Certamente sì. Questi ‘signori’ della notte, pur essendo stati sgamati, hanno continuato imperterriti nella loro azione, tentando di penetrare in casa ed aggredendomi». Ora indagano le forze dell’ordine, cui sono state consegnate anche le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza in…