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Cronaca

Afragola: bimbo autistico allontanato da evento su bullismo

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Afragola: bimbo autistico allontanato da evento su bullismo

Durante un evento contro il bullismo organizzato in una scuola di Afragola, in provincia di Napoli, un bimbo autistico di 11 anni è stato allontanato dalla preside. La madre del bambino, Patrizia, ha espresso la propria indignazione per quanto accaduto, definendo l’episodio come un’ingiusta cacciata del figlio. Secondo alcuni presenti, il comportamento del bambino potrebbe aver infastidito, portando alla sua espulsione dall’evento.

La madre ha mostrato un video dell’episodio all’associazione “La battaglia di Andrea”, che si batte per i diritti delle persone diversamente abili. Il presidente dell’associazione, Asia Maraucci, ha commentato con sgomento l’accaduto, sottolineando il silenzio e l’inerzia delle persone presenti durante l’allontanamento del bambino autistico.

L’avvocato Sergio Pisani è stato contattato per seguire il caso e fare chiarezza sulla situazione. “Ho un dolore dentro, me l’ha cacciato come un cane che stava abbaiando”: dice proprio così sottolineando di essere più arrabbiata che addolorata Patrizia, mamma del bimbo.

Nel video si vede l’insegnante di sostegno accompagnare fuori il ragazzo su ordine della dirigente scolastica: “prof per piacere prendete quel ragazzo e portatelo in classe”. “Era evidentemente sorridente e felice per quel momento di socialità”, dice la mamma, “é stato allontanato perché quei sorrisi a modo suo evidentemente davano fastidio”.

Patrizia, madre di due bimbi autistici, dopo avere visto le immagini si è rivolta all’associazione “La battaglia di Andrea” che ormai da anni si batte per i diritti dei diversamente abili. “Quando la mamma ci ha mostrato il video siamo rimasti scioccati – dichiara Asia Maraucci, presidente dell’associazione – ma la cosa che ci ha sconvolti di più è il silenzio assordante che si è creato intorno ed il fatto che nessuno abbia detto nulla, che nessuno abbia contestato”.

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Sfruttati e sottopagati, lavoratori agricoli salvati dai carabinieri nel Casertano

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Sfruttati e sottopagati, lavoratori agricoli salvati dai carabinieri nel Casertano

La scoperta a Casal di Principe: costretti a lavorare per pochi soldi nei campi, dopo essere stati “attratti” dalla promessa di lavoro e permesso di soggiorno.

Immagine di repertorio

Lavorati nei campi in nero, sfruttati e sottopagati, costretti a vivere in un container senza acqua o elettricità. Li hanno scoperti i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Caserta che questa mattina, dopo un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno emesso un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nonché la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali, nei confronti di un imprenditore agricolo di Casal di Principe, in provincia di Caserta. L’imprenditore dovrà rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ai danni di quattro lavoratori extracomunitari, privi del permesso di soggiorno, impiegati su fondi agricoli nel comune casalese.

Dalle indagini è emerso che l’imprenditore si sarebbe approfittato di un reale stato di bisogno dei braccianti: paghe esageratamente basse, violazioni in materia di sicurezza e igiene sul posto di lavoro, violazioni delle normative per quanto riguarda l’orario di lavoro, i periodo di riposo e via dicendo, oltre al fatto che i lavoratori dimoravano anche in alloggi degradanti. Inoltre, è emerso che i lavoratori avrebbero pagato ingenti somme di denaro a trafficanti stranieri per entrare in Italia con la promessa di un impiego sicuro e del permesso di soggiorno, ma che una volta arrivati dal datore di lavoro venivano impiegati in condizioni di sfruttamento lavorativo.

Turni di 10-11…

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Va a fare una radiografia col documento falso: serviva per una truffa assicurativa

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Va a fare una radiografia col documento falso: serviva per una truffa assicurativa

Un 32enne è stato arrestato dalla polizia ad Afragola (Napoli): aveva tentato di fare una radiografia con un documento falso, avrebbe ammesso che sarebbe servita per una truffa assicurativa.

Radiografie, immagine di repertorio

Si era presentato in un centro diagnostico di Afragola, in provincia di Napoli, per fare una radiografia. All’accettazione, però, aveva presentato un documento falso: la fotografia era la sua, ma i dati erano quelli di un’altra persona. Quando è arrivata la polizia l’uomo ha ceduto, ha ammesso che quella carta di identità era contraffatta e ha spiegato anche il motivo: l’esame sarebbe servito per una pratica assicurativa. Per il 32enne è scattato l’arresto con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.

La vicenda risale a ieri, 26 novembre. Protagonista un giovane napoletano, che nel pomeriggio aveva raggiunto il centro diagnostico e si era registrato per sottoporsi all’esame. La contraffazione era stata scoperta dagli addetti, che avevano quindi fatto partire la segnalazione alle forze dell’ordine. Gli agenti del commissariato di Afragola sono arrivati nella struttura poco dopo, l’uomo era ancora lì. È bastato un controllo a terminale per appurare, senza dubbio, che quel documento non era originale: il numero e i dati corrispondevano a quello intestato ad un’altra persona.

Messo di fronte all’evidenza, il 32enne non ha potuto fare altro che ammettere. Quando gli agenti gli hanno chiesto spiegazioni, domandandogli cosa se ne sarebbe fatto di un esame clinico registrato a nome di un’altra persona, l’uomo avrebbe risposto che sarebbe servito come allegato per una pratica…

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Tangenti a spacciatori e ladri per conto del clan, 15 arresti tra Ponticelli e Cercola

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Tangenti a spacciatori e ladri per conto del clan, 15 arresti tra Ponticelli e Cercola

I carabinieri hanno arrestato 15 persone tra Ponticelli e Cercola: avrebbero imposto tangenti ad altri criminali presentandosi per conto del clan De Luca Bossa – Minichini.

Avrebbero chiesto la tangente anche a spacciatori e ladri d’auto, e per spaventarli si sarebbero presentati a nome del clan De Luca Bossa – Minichini, attivo a Ponticelli, nella periferia orientale di Napoli, e nel limitrofo comune di Cercola: per questo motivo sono state arrestate 15 persone, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia; le accuse, a vario titolo, sono di estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso.

Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della Tenenza di Cercola e arriva nell’ambito di una indagine svolta dai militari col coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Per 12 degli indagati è stato disposto il carcere, per gli altri tre gli arresti domiciliari. Il gruppo, hanno ricostruito gli investigatori, prendeva di mira altri criminali che non erano legati a clan di camorra; tra questi ladri e spacciatori, ai quali veniva imposto il pagamento in cambio del permesso di proseguire nelle loro attività.

Per rendere più incisive le loro richieste, gli indagati dicevano di agire per conto dei De Luca Bossa – Minichini, lanciando un messaggio che in determinati ambienti è chiaro e non lascia spazio ad altre interpretazioni: se da un lato si ribadiva la supremazia di quel gruppo criminale sul territorio, dall’altro si trattava di una minaccia, lasciando intendere che, in caso di rifiuto di pagare, il clan sarebbe…

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