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Cronaca

Vigilanza notturna di Pompei dormiva invece di vigilare: denunciati

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Vigilanza notturna di Pompei dormiva invece di vigilare: denunciati

Due dipendenti del Ministero della Cultura in servizio presso la sala regia del Parco Archeologico di Pompei sono stati raggiunti da un’ordinanza di divieto di dimora nel Comune di Pompei. Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura della Repubblica. I due uomini sono gravemente indiziati dei reati di truffa aggravata continuata ai danni dello Stato, interruzione di un pubblico servizio e false attestazioni sulla propria presenza sul luogo di lavoro.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Posto Fisso Scavi di Pompei e coordinate dalla Procura della Repubblica, sono state avviate a seguito dell’intrusione notturna di una persona estranea all’interno del Parco Archeologico. L’attività investigativa ha permesso di accertare che i due indagati, in quasi 40 occasioni tra maggio 2022 e agosto 2023, dopo aver timbrato il badge per giustificare la loro presenza in servizio, si allontanavano arbitrariamente dal luogo di lavoro per dedicarsi ad attività estranee al pubblico servizio.

In particolare, è stato accertato che i due uomini, nottetempo, si allontanavano dalla sala regia e si rifugiavano in un locale attiguo, privo di schermi per la vigilanza, dove si accomodavano su una brandina. In questo modo, i due dipendenti non solo si sottraevano ai loro compiti di vigilanza, ma attestavano falsamente la loro presenza in servizio.

Il provvedimento cautelare del divieto di dimora è stato disposto per tutelare l’esigenza di evitare la reiterazione dei reati e per salvaguardare l’ordine pubblico. Le indagini sono ancora in corso per accertare eventuali ulteriori responsabilità.

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Patron Foggia Calcio accusa giornalista: “Difendi la malavita”

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Patron Foggia Calcio accusa giornalista: “Difendi la malavita”

Il mondo del calcio e dell’informazione è stato scosso da una recente accusa. Durante una trasmissione televisiva, il patron del Foggia calcio, Nicola Canonico, ha pronunciato parole che hanno scatenato una bufera mediatica. La sua affermazione, “Lei può difendere la malavita, io non la difendo”, è stata rivolta al giornalista foggiano Lello Scarano durante la trasmissione Zafò. Questa dichiarazione ha suscitato un grande scalpore e ha sollevato molte domande sulla libertà di stampa e sulla responsabilità dei giornalisti.

L’accusa di Nicola Canonico

L’accusa di Nicola Canonico è stata diretta al giornalista Lello Scarano, che ha partecipato alla trasmissione Zafò. La discussione è stata molto animata e ha visto i due protagonisti confrontarsi su diverse questioni. La reazione di Nicola Canonico è stata molto dura e ha sollevato molte critiche.

La risposta del giornalista

Il giornalista Lello Scarano non ha tardato a rispondere alle accuse di Nicola Canonico. Ha sottolineato che la sua funzione è quella di informare e di dare voce a tutte le parti in causa, senza prendere posizioni personali. La sua risposta ha cercato di placare la bufera e di riportare la discussione sui binari della correttezza e dellaprofessionalità.

Le conseguenze dell’accusa

L’accusa di Nicola Canonico ha avuto conseguenze immediate e ha scosso il mondo del calcio e dell’informazione. La questione ha sollevato molte domande sulla libertà di stampa e sulla responsabilità dei giornalisti. La discussione è ancora aperta e si attende di vedere come si evolverà la situazione. La comunità dei tifosi del Foggia e gli appassionati di calcio sono in attesa di vedere come la squadra e il suo patron gestiranno questa situazione difficile.

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Giallo sulla morte di Giovanni Marchionni, skipper di Bacoli

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Giallo sulla morte di Giovanni Marchionni, skipper di Bacoli

Il caso della morte del giovane skipper Giovanni Marchionni continua a fare parlare di sé. Il 21enne di Bacoli è deceduto l’8 agosto scorso a bordo di uno yacht ormeggiato nel porto turistico di Portisco, in Sardegna. La vicenda sta riservando molti colpi di scena, con nuove scoperte che stanno gettando luce su ciò che potrebbe essere accaduto.

La nuova ispezione tecnica

Una nuova ispezione tecnica è stata condotta il 5 agosto e haDurato oltre 12 ore. Questo Approfondimento ha fornito nuovi dettagli sulla morte di Giovanni Marchionni, gettando ancora una volta ombre sulla vicenda. Le autorità stanno lavorando per chiarire le circostanze della morte del giovane skipper, e la nuova ispezione tecnica potrebbe essere stata cruciale per comprendere ciò che è realmente accaduto.

Le circostanze della morte

La morte di Giovanni Marchionni è stata inizialmente archiviata come un omicidio colposo, ma nuovi sospetti stanno emergendo. Si parla di possibili irregolarità lavorative, come il lavoro in nero, che potrebbero essere state la causa della morte del giovane skipper. Le indagini sono ancora in corso, e le autorità stanno cercando di ricostruire gli eventi che hanno portato alla tragedia.

Il porto turistico di Portisco

Il porto turistico di Portisco, dove è avvenuta la tragedia, è un luogo di grande bellezza e tranquillità. Tuttavia, la morte di Giovanni Marchionni ha gettato un’ombra su questo posto, solitamente frequentato da turisti e appassionati di nautica. Le autorità locali stanno lavorando per garantire che simili incidenti non si ripetano in futuro, e per fornire supporto alle famiglie dei protagonisti di questa tragica vicenda.

La ricerca della verità

La famiglia di Giovanni Marchionni e le autorità stanno lavorando insieme per cercare di scoprire la verità sulla sua morte. La nuova ispezione tecnica e le indagini in corso potrebbero finalmente portare a una risposta alle molte domande che ancora aleggiano sulla vicenda. Il caso della morte di Giovanni Marchionni è un triste ricordo dell’importanza di garantire la sicurezza e la regolarità lavorativa in tutti i settori, anche in quelli più insoliti come la nautica da diporto.

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Scampia: incidente sul lavoro, operaio 63enne grave

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Scampia: incidente sul lavoro, operaio 63enne grave

Napoli è stata teatro di un altro grave incidente sul lavoro, che si è verificato nella tarda mattinata di oggi a Scampia. La vittima, un operaio di 63 anni, è stato ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale Cardarelli. L’incidente è avvenuto in via Labriola, dove l’uomo, un 63enne di Afragola, regolarmente assunto, stava lavorando su un cantiere di un edificio in costruzione.

Incidente sul lavoro a Scampia

L’incidente si è verificato mentre l’operaio era intento a svolgere le sue mansioni sul cantiere edile. Le cause dell’incidente non sono ancora state chiarite, ma si sta procedendo con le indagini per accertare le responsabilità. Il Cardarelli, uno degli ospedali più importanti di Napoli, ha immediatamente attivato il pronto soccorso per assistere l’uomo, che versava in gravi condizioni.

La risposta del pronto soccorso

Il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli ha lavorato con urgenza per salvare la vita dell’operaio, che ha subito gravi lesioni a causa dell’incidente. I medici e il personale sanitario hanno fatto del loro meglio per stabilizzare le condizioni dell’uomo e per fornirgli le cure necessarie per affrontare la situazione. L’ospedale Cardarelli è noto per la sua alta qualità assistenziale e per la rapidità con cui interviene in situazioni di emergenza.

Indagini in corso

Le autorità competenti hanno avviato le indagini per accertare le cause dell’incidente e per determinare se ci sono state eventuali negligenze o violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. L’incidente di Scampia è solo l’ultimo di una serie di eventi simili che hanno colpito la città di Napoli, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza dei lavoratori e sulla necessità di maggiori controlli e misure di prevenzione. La comunità locale attende con ansia gli esiti delle indagini e spera che si possa fare chiarezza su quanto accaduto.

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