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Cronaca

Pentito svela: “300mila euro ai killer dei morti bruciati” nella faida camorristica – racconto scioccante

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Pentito svela: “300mila euro ai killer dei morti bruciati” nella faida camorristica – racconto scioccante

Una ricca ricompensa è stata offerta ai killer che hanno preso parte agli omicidi dei cosiddetti morti bruciati. Questi omicidi hanno lasciato una scia di sangue con ben 6 corpi carbonizzati trovati lungo le strade tra Caivano e Grumo Nevano. Questo atto è stato compiuto per vendicare la morte di Mario Pezzella, fratello del boss Francesco Pezzella, noto come pane e rano, che si trova in carcere da due anni insieme ad altri dodici affiliati, tutti raggiunti da una nuova ordinanza cautelare.

Il boss, nonostante fosse in carcere, era ancora in grado di controllare gli affari illeciti sui territori di Caivano, Arzano, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore. Addirittura aveva offerto una ricompensa di 300mila euro ai killer che avevano eseguito i delitti.

Le dichiarazioni sono state rese da Francesco Capasso, un pentito del gruppo criminale capeggiato da Massimo Gallo, esponente di spicco della criminalità organizzata caivanese. Queste dichiarazioni sono agli atti dell’inchiesta che ha portato all’ordinanza cautelare firmata dal gip Antonino Santoro.

Nel corso di un interrogatorio del 13 maggio 2022, il collaboratore di giustizia ha rivelato che Gennaro Amaro andò a riferire a Antonio Ciccarelli tutto quello che era successo, il che secondo Massimo Gallo è stato uno dei motivi per cui Gennaro Amaro è stato ucciso. L’Amaro, insieme a Mattia Iavarone e Emilio Solimene, aveva iniziato a prendere il controllo del territorio e aveva stretto un’alleanza con Francesco Pezzella, pane e rano.

Capasso ha riferito anche che Iavarone e Solimene avevano avuto un ruolo negli omicidi dei morti bruciati, tra cui l’omicidio a Casolla, voluti da Francesco Pezzella per vendicare la morte del fratello. La ricompensa di 300mila euro sarebbe stata divisa con i Barbato di Afragola, somma che Pezzella aveva offerto come ricompensa. Emilio Solimene era stato ucciso perché teneva dei rapporti nascosti con Pezzella, nascosti anche da Ciccarelli.

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