L’imprenditore romano Viglietta nascondeva latitanti della camorra.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha emesso un decreto di sequestro di beni nei confronti di Luciano Viglietta, imprenditore 64enne di Roma, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. Si ritiene che il patrimonio di Viglietta sia stato ottenuto attraverso attività illecite, tra cui usura, ricettazione, truffa, falsità, bancarotta, realizzazione di discariche non autorizzate, violazione dei sigilli e narcotraffico.

I carabinieri sostengono che Viglietta avrebbe favorito la latitanza di vari esponenti del clan camorristico dei Polverino, fornendo loro appartamenti rifugio a Pomezia e sul litorale romano. Tra i latitanti della camorra che avrebbero beneficiato dei “rifugi” di Viglietta ci sono Giuseppe Ruggiero, Carlo Nappi e Giuseppe Simioli.

Il sequestro di beni è stato disposto dalla Procura di Roma a seguito di un’indagine che ha ricostruito il profilo criminale di Viglietta e individuato il suo ingente patrimonio. Si è accertato che Viglietta commette reati sin dal 1996, sia in connessione con la sua attività imprenditoriale che in maniera indipendente.

Tutti i latitanti a cui Viglietta ha fornito appoggio appartengono al clan Polverino, attivo nel comune di Marano in provincia di Napoli. Nel 2012, Viglietta ha fornito al clan un supporto logistico per lo stoccaggio di 1500 kg di hashish. Tra i beni sequestrati a Viglietta ci sono quattro ville, un complesso industriale, 144 immobili, vari terreni, 11 società e 22 veicoli.

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