Cronaca
L’Eco di Bergamo critica Geolier, il rapper napoletano: “La strada per la vittoria è lunga”
Le pagelle de L’Eco di Bergamo non sono state clementi con Geolier, il rapper napoletano in gara al Festival di Sanremo. Il voto all’artista è stato 4, con una critica dura: “Arriva vestito come mio zio in discoteca e fa la cover del Lazza dell’anno scorso, però in napoletano”.
La polemica è scoppiata però per l’aggiunta: “Prediciottesimo camorrista ost.”. Una definizione che ha scatenato la rabbia dei napoletani e di molti sui social, accusando il quotidiano di stereotipi e superficialità.
Nonostante le critiche, Geolier ha ottenuto un grande successo nella seconda serata del Festival, classificandosi in testa alla top five grazie al voto del Televoto e della giuria delle radio.
Il rapper, emozionato, ha commentato: “Me l’aspettavo è un parolone… so’ contento. La strada fino a sabato è lunga, dobbiamo arrivare vivi”.
Geolier ha dedicato la sua partecipazione a Sanremo a Napoli, ai ragazzi e alla sua famiglia: “Un’eventuale vittoria sarebbe per loro. È più bello vincere quando hai tante persone con le quali condividere la vittoria. E la sconfitta fa meno male quando la dividi”.
La polemica de L’Eco di Bergamo ha acceso un dibattito importante sul ruolo della musica rap e sulla rappresentazione di Napoli e del Sud Italia nei media.
Social scatenati contro il giornale bergamasco
Geolier, con la sua schiettezza e il suo talento, ha dimostrato di essere una voce importante della scena musicale italiana e un esempio positivo per tanti ragazzi. La sua partecipazione a Sanremo è un passo avanti per la valorizzazione della cultura napoletana e del rap italiano, un genere che merita di essere ascoltato e compreso senza pregiudizi.
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Cronaca
Picchiano un 18enne con il suo stesso casco per prendergli la moto: nei guai tre giovani nel Napoletano
Per un 26enne, un 20enne e un 19enne è scattata la misura dell’obbligo di dimora. I tre, lo scorso 22 aprile, a Sant’Antonio Abate, hanno aggredito un 18enne allo scopo di rapinarlo della sua moto.
Tre giovani nei guai a Sant’Antonio Abate, nella provincia di Napoli: si tratta di un 26enne, un 20enne e un 19enne, nei confronti dei quali, come disposto dalla Procura di Torre Annunziata, è scattato l’obbligo di dimora: i tre sono accusati, in concorso, di lesioni personali aggravate, mentre a due di loro viene contestata anche la tentata rapina, nei confronti di un 18enne. Per il 19enne e il 26enne, inoltre, è stato disposto anche che non si allontanino dalle rispettiva abitazioni tra le ore 20 e le ore 7 del giorno successivo.
I fatti sono avvenuti lo scorso 22 aprile a Sant’Antonio Abate quando i tre, insieme a un minorenne, avrebbero aggredito il 18enne, colpendolo con calci e pugni e poi picchiandolo con il suo stesso casco, che gli era stato strappato dalle mani, nel tentativo di rubargli la motocicletta. Tuttavia, la reazione del 18enne e l’intervento di un amico e di un passante, aveva fatto sì che i tre giovani desistessero dal tentativo di rapina e si dessero alla fuga.
Le successive indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura oplontina, si sono avvalse delle immagini telecamere di videosorveglianza della zona e delle testimonianze delle persone coinvolte e hanno permesso di pervenire all’identità dei tre giovani, nei confronti dei quali è scattata oggi la misura cautelare dell’obbligo di dimora.
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Cronaca
Detenuto di 28 anni napoletano trovato impiccato nel carcere di Poggioreale: “Terribile tragedia”
Detenuto 28enne del Napoletano morto suicida nel carcere di Poggioreale. Il sottosegretario Ferrante: “Terribile tragedia”. L’Ordine dei Medici: “Bisogna migliorare le condizioni di vita nelle carceri”
Immagine di repertorio
Un detenuto di 28 anni napoletano è stato ritrovato impiccato nel carcere di Poggioreale a Napoli. È il quarto detenuto a togliersi la vita nel 2024 nell’istituto penale partenopeo, l’undicesimo in tutta la regione Campania. A denunciare l’accaduto è Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti della Campania. “Il sistema penitenziario – dice Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica”.
“Sono 81 in tutta Italia – prosegue Ciambriello – con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono 1.842 i tentativi di suicidio, 11.503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”.
Il…
Cronaca
Furto in un bar a Casoria, è la settima volta: “Siamo stanchi, vogliamo sicurezza”
Settimo colpo in meno di cinque anni al “I Toraldo cafè-bistrot” di Casoria. Il proprietario a Fanpage.it “Non ne possiamo più, ci sentiamo abbandonati”.
“Non ce la facciamo più”. Con poche parole a Fanpage.it, il titolare de “I Toraldo cafè-bistrot”, che si trova al civico 292 di via Nazionale delle Puglie a Casoria, in provincia di Napoli, ha commentato il furto avvenuto nel suo locale la scorsa notte: il settimo colpo, di cui quattro tentati, da quando il locale ha aperto, appena cinque anni fa. L’ultimo risaliva all’11 novembre di un anno fa, quando un uomo con piede di porco e torcia aveva cercato di scardinare l’ingresso, danneggiando anche la porta in vetro.
“Non ne possiamo più, ci sentiamo abbandonati”, ha spiegato Vincenzo Toraldo, proprietario del locale, a Fanpage.it, “la situazione è diventata insostenibile”. Il danno economico è ancora da quantificare: ma oltre alle bottiglie trafugate, i danni maggiori li hanno riportati le vetrate sfondate e mandate in frantumi, e che dovranno essere sostituite, nonché delle suppellettili travolte dalla furia dei banditi. Nelle immagini dell’impianto di videosorveglianza interne, si vedono i ladri arrivare a bordo di un’automobile, dalla quale escono in quattro, mentre uno resta all’interno della vettura. Uno di loro frantuma il vetro del locale in una ventina di secondi, e in tre fanno irruzione, arraffando il possibile, tra cui bottiglie dal bancone, e poi riscappare dalla vetrata distrutta, salire in macchina e ripartire…