Il paradosso dei consulenti di SM Capua Vetere: una questione senza soluzione?

Il magistrato ha autorizzato i periti balistici a prendere in custodia le armi, ma una volta acquisite non possono trasportarle né al poligono né acquistare munizioni. A Santa Maria Capua Vetere, diversi periti balistici, consulenti della Procura, si sono visti negare il rinnovo del porto d’armi, impedendo loro di svolgere il proprio lavoro.

Si tratta di professionisti regolarmente iscritti all’albo che hanno sempre ottenuto autorizzazioni senza problemi. Tuttavia, la Prefettura avrebbe deciso di limitare il numero di porto d’armi concessi equiparando i periti balistici agli altri tipi di periti. Questa decisione ha generato disagio tra i professionisti, che ritengono di essere esposti a rischi come rapine, furti o minacce a causa della loro attività.

La mancanza del porto d’armi impedisce ai periti balistici di svolgere efficacemente il proprio lavoro, compromettendo la loro capacità di completare le perizie richieste dai magistrati. Questo porta alla necessità di rinunciare agli incarichi, causando un ostacolo nella giusta esecuzione delle perizie.

Attualmente, i periti balistici non possono trasportare le armi al di fuori delle depositerie, né al poligono per prove né acquistare munizioni in armeria senza il porto d’armi. Questo limita le attività degli esperti e li costringe a produrre perizie incomplete che non soddisfano i requisiti richiesti dai magistrati. La situazione rischia di compromettere la qualità delle perizie e quindi l’efficacia del lavoro svolto dai periti balistici.

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