Cronaca
Geolier, il rapper testimonial del Comune di Napoli: “Sempre a fianco delle periferie”

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha recentemente premiato Geolier, definendolo come “espressione di una delle tante facce della nostra cultura musicale”. Inoltre, ha annunciato che il Comune di Napoli chiederà a Geolier di continuare le attività avviate nelle periferie della città. Il sindaco ha sottolineato l’importanza di avere testimonial come Geolier per comunicare messaggi positivi ai giovani attraverso la musica e le espressioni culturali.
Manfredi ha anche espresso disappunto per le polemiche che hanno circondato il Festival di Sanremo, affermando che Napoli è un luogo di grande cultura internazionale e che non dovrebbe cadere in polemiche e contrapposizioni provinciali. Al contrario, la città dovrebbe guardare avanti alle sfide che ha di fronte.
Geolier ha ringraziato il Comune di Napoli per il supporto ricevuto e ha ribadito il suo obiettivo di portare la lingua napoletana al grande pubblico. Il rapper ha dichiarato di essere andato a Sanremo con il preciso obiettivo di portare il dialetto napoletano al festival, e si è dichiarato contento di averlo realizzato.
Infine, Geolier ha affermato che si impegnerà sempre per il riscatto delle periferie, sottolineando che Napoli è amore e che ha sempre lavorato per il riscatto di queste aree.
Presente alla cerimonia anche il consigliere del sindaco Ferdinando Tozzi, che ha ricordato il percorso di collaborazione avviato con Geolier sin dal 2022 per valorizzare i giovani talenti e portare esempio e speranza nei luoghi del disagio. Tozzi ha definito Geolier “un artista apprezzato e meritevole”, sottolineando il suo modo di essere oltre alle sue doti musicali straordinarie.
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Cronaca
Sant’Antimo: serra di cannabis in vani segreti, arrestato pusher

Nella città di Sant’Antimo, una operazione condotta dai carabinieri della stazione di Scampia ha portato alla scoperta di una vera e propria “casa dei segreti”. La struttura, che sembrava una normalsissima abitazione, nascondeva in realtà una serie di nascondigli e vani segreti all’interno delle pareti, progettati e costruiti con l’evidente intento di occultare sostanze illecite.
La scoperta
I carabinieri, durante la loro indagine, hanno rinvenuto pareti con doppi fondi, vani scavati nella muratura e addirittura una piccola serra artigianale di cannabis. La scoperta di questo vero e proprio “nascondiglio di sostanze illecite” ha portato all’arresto di un 37enne, già noto alle forze dell’ordine, che sembrava essere il responsabile di questa complessa opera di occultamento.
Il pusher arrestato
Il 37enne arrestato, come detto già noto alle forze dell’ordine, era evidentemente coinvolto in attività illecite legate al traffico di sostanze stupefacenti. La scoperta della serra di cannabis artigianale all’interno della sua abitazione, unitamente ai vari nascondigli e vani segreti, suggerisce un impegno significativo nella produzione e distribuzione di sostanze illecite.
Le indagini
Le indagini condotte dai carabinieri hanno dimostrato un alto livello di professionalità e dedizione nel portare alla luce le attività illecite che si svolgevano all’interno di questa casa “a sorpresa”. La scoperta di questa complessa rete di nascondigli e della serra di cannabis rappresenta un importante successo nella lotta contro il traffico di droga e le attività criminali in genere.
Conclusioni
La vicenda di Sant’Antimo rappresenta un esempio significativo di come le forze dell’ordine stanno lavorando costantemente per contrastare le attività illecite e proteggere la comunità. La scoperta della “casa dei segreti” e l’arresto del pusher coinvolto sono il risultato di un impegno costante e di una collaborazione efficace tra le autorità, dimostrando che la lotta contro la criminalità può essere vinta con determinazione e professionalità.
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Cronaca
Carabiniere investito a Napoli durante controlli anti-movida

Nella notte del 12 settembre 2025, la zona dei Baretti di Chiaia, nota per essere il cuore della movida napoletana, è stata teatro di un’operazione di controllo straordinaria condotta dai carabinieri della compagnia Napoli Centro. Questo intervento, che ha visto la partecipazione anche dei militari del Nucleo Radiomobile e del Reggimento Campania, aveva come obiettivo principale quello di garantire la sicurezza pubblica in un’area notoriamente affollata e soggetta a problemi di microcriminalità.
Contesto dell’Operazione
L’operazione di controllo è stata messa in atto per far fronte alle esigenze di sicurezza della zona, che durante le ore notturne è soggetta a una forte affluenza di persone, spesso in compagnia di scooter e altri veicoli, che possono creare situazioni di pericolo per la sicurezza pubblica.
La Microcriminalità: una Piaga Persistente
La microcriminalità rappresenta una delle principali preoccupazioni per le forze dell’ordine nella zona dei Baretti di Chiaia. Questo tipo di criminalità, che comprende reati come furti, scippi e piccole truffe, può sembrare meno grave rispetto ad altri tipi di reati, ma rappresenta comunque una minaccia costante per la sicurezza e il senso di tranquillità dei cittadini e dei visitatori.
L’Importanza del Controllo e della Prevenzione
L’operazione di controllo condotta dai carabinieri e dalle altre forze dell’ordine sottolinea l’importanza di un approccio proattivo nella lotta alla microcriminalità e nella gestione delle situazioni di pericolo pubblico. Attraverso la presenza costante e la vigilanza attiva, le forze dell’ordine possono prevenire بسیاری dei reati e garantire un ambiente più sicuro per tutti coloro che frequentano la zona.
Conclusioni e Prospettive
In conclusione, l’operazione di controllostraordinaria condotta nella notte del 12 settembre 2025 ai Baretti di Chiaia rappresenta un esempio concreto dell’impegno delle forze dell’ordine nella tutela della sicurezza pubblica e nella lotta alla microcriminalità. Sperando che iniziative di questo tipo possano continuare a essere messe in atto, si può auspicare un futuro più sicuro e tranquillo per una delle zone più animate e vivaci di Napoli.Fonte
Cronaca
Camorra: lite su viabilità scalda faida Rinaldi-Reale-D’Amico

La faida tra i Rinaldi-Reale e i D’Amico “Gennarella” del rione Villa è tornata a fare notizia, dopo un episodio di violenza scatenato da una lite di viabilità. Il 16 aprile scorso, un incidente stradale ha portato a una escalation di tensioni tra i due clan, con danni a un’auto e un successivo intervento delle donne del clan, che hanno sfociato in una aggressione. Questo evento ha segnato l’ultima esplosione di violenza nella faida tra le due famiglie, che già in passato avevano manifestato forti tensioni.
La storia della faida
La faida tra i Rinaldi-Reale e i D’Amico “Gennarella” è una delle più note e radicate nella zona del rione Villa. Le origini di questo conflitto risalgono a diversi anni fa, quando piccole dispute e questioni di interesse economico hanno iniziato a creare spaccature all’interno della comunità. Col tempo, queste tensioni hanno preso una piega sempre più violenta, con episodi di intimidazione, danneggiamento di proprietà e scontri fisici.
Gli eventi recenti
L’ultimo episodio di violenza è scaturito da un incidente di viabilità, che ha coinvolto un’auto e ha portato a una lite tra i membri dei due clan. L’intervento delle donne del clan ha ulteriormente inasprito la situazione, portando a una aggressione che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Questo evento ha sottolineato ancora una volta la necessità di un intervento autoritativo per placare le tensioni e prevenire future esplosioni di violenza.
Le autorità rispondono
Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente dopo l’ultimo episodio di violenza, prendendo misure per garantire la sicurezza pubblica e prevenire ulteriori scontri. Sono stati avviati anche indaginiApprofondite per identificare i responsabili degli episodi di violenza e portarli alla giustizia. La comunità locale è stata invitata a collaborare con le autorità per aiutare a risolvere la faida e a trovare una soluzione pacifica ai conflitti in corso.
Una soluzione pacifica
La risoluzione della faida tra i Rinaldi-Reale e i D’Amico “Gennarella” richiede un impegno congiunto da parte delle autorità, della comunità locale e dei membri dei due clan. È fondamentale creare un ambiente in cui le dispute possano essere risolte pacificamente, senza ricorrere alla violenza. La promozione del dialogo e della comprensione reciproca potrebbe essere un passo importante verso la risoluzione di questo conflitto radicato e la ricostruzione di una comunità più pacifica e sicura.Fonte