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Vincenzo Carnicelli e Annalisa Rizzo: ipotesi femminicidio-suicidio ad Agropoli

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Vincenzo Carnicelli e Annalisa Rizzo: ipotesi femminicidio-suicidio ad Agropoli

Ritrovato morto nella loro casa al piano due di un palazzo in via Donizetti, al centro di Agropoli, Annalisa Rizzo, 43 anni, impiegata di banca, e il marito Vincenzo Carnicelli, pizzaiolo di 63 anni. Entrambi sono stati assassinati con ferite da arma da taglio. L’ipotesi attuale indica un possibile femminicidio-suicidio: in base a questa versione, il marito avrebbe accoltellato la moglie per motivi non chiari, forse in seguito ad un acceso litigio, per poi togliersi la vita. Tuttavia, non sono escluse altre ipotesi. La tragica scoperta è avvenuta lunedì 22 gennaio 2024, quando i carabinieri sono entrati nell’appartamento, allertati dai genitori della donna, preoccupati perché la figlia non rispondeva al telefono. Nella casa al momento del delitto c’era anche la loro figlia di 13 anni, la quale non si è accorta di nulla perché dormiva nella sua stanza.

Secondo le prime ricostruzioni, la coppia stabilita di separarsi consensualmente, ma non ci sono stati segni preliminari di violenza o abusi. I vicini li hanno sempre considerati una famiglia modello, molto riservata, con Annalisa sempre sorridente e gentile e Vincenzo poco visibile, soprattutto perché spesso lavorava all’estero.

Annalisa Rizzo, 43 anni, lavorava come impiegata presso la Banca di Credito Cooperativo locale Magna Graecia, nella filiale di Vallo della Lucania. L’istituto di credito ha espresso il suo cordoglio per la tragedia avvenuta e la sua vicinanza alla famiglia.

Il pizzaiolo Vincenzo Carnicelli, 63 anni, era da poco tornato dalla Germania, dove aveva lavorato in un ristorante di Langenargen sul Lago di Costanza, nel Baden-Württemberg. Le indagini sono condotte dai Carabinieri di Agropoli, sotto la direzione della Procura di Vallo della Lucania che ha ordinato l’autopsia.

La comunità di Agropoli, nel Cilento, è stata scossa dalla tragedia, e il sindaco Roberto Mutalipassi ha chiesto rispetto e silenzio per questo dolore. La senatrice del Movimento 5 Stelle, Anna Bilotti, ha dichiarato che è un dovere imperativo per lo Stato, le istituzioni e l’intera società lavorare insieme per creare un ambiente in cui ogni donna si senta sicura, sia a casa che fuori.

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“Il sindaco Angelo Vassallo ucciso dal carabiniere Cioffi”, l’accusa del pentito

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“Il sindaco Angelo Vassallo ucciso dal carabiniere Cioffi”, l’accusa del pentito

Ridosso, interrogato dal pm, ha detto che a sparare fu l’ex carabiniere Cioffi. I due sono tra gli arrestati per l’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo, insieme al colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e all’imprenditore Cipriano.

Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica

A sparare ad Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, sarebbe stato Lazzaro Cioffi, ex carabiniere già condannato per stupefacenti. Lo ha detto ai magistrati il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, tra i quattro arrestati per l’omicidio, che ha riferito di un relata refero: lo avrebbe saputo da Giuseppe Cipriano, titolare di un cinema a Scafati (Salerno) e anche lui tra i destinatari della misura.

Vassallo venne ucciso la sera del 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola. Erano da pochi minuti trascorse le 21, il sindaco aveva appena lasciato la piazza di Acciaroli e stava tornando a casa. Secondo gli inquirenti il movente potrebbe essere in un giro di droga che Vassallo riteneva di avere scoperto e di cui aveva già parlato con il procuratore Alfonso Greco, suo amico; il giorno dopo l’omicidio avrebbe dovuto incontrare un carabiniere per raccontare dinamiche e nomi. Il 7 novembre sono scattati gli arresti: oltre a Cioffi, Cipriano e Ridosso, il provvedimento riguarda il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo.

Il pentito: “Vassallo ucciso da Lazzaro Cioffi”

Il contenuto del verbale dell’interrogatorio investigativo di Ridosso, cominciato l’11 novembre e conclusosi il giorno successivo, è stato anticipato da Il Fatto Quotidiano. Le dichiarazioni rilasciate al gip nel carcere di Modena, in sede di interrogatorio di…

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Era il terrore dei minorenni a San Giorgio a Cremano: arrestato rapinatore 38enne

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Era il terrore dei minorenni a San Giorgio a Cremano: arrestato rapinatore 38enne

L’uomo, già agli arresti domiciliari per una precedente disposizione, è finito in carcere. Il sindaco Zinno plaude al lavoro della polizia.

Era il terrore dei minorenni di San Giorgio a Cremano, cittadina all’ombra del Vesuvio, nella provincia di Napoli, tanto da averne rapinati tre lo scorso mese di settembre: un uomo di 38 anni è stato pertanto arrestato per rapina e lesioni personali dalla Polizia di Stato; nei confronti dell’uomo, che era già ristretto agli arresti domiciliari per una precedente disposizione, è stata eseguita una misura di custodia cautelare in carcere. Le indagini, condotte dai poliziotte del locale commissariato, si sono avvalse delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e hanno permesso agli inquirenti di pervenire all’identità del rapinatore.

Un plauso all’operato della Polizia di Stato è arrivato anche dal sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, che su Facebook ha scritto: “Per questa attività, portata a termine dalle nostre forze di Polizia che ringrazio, sono state fondamentali le nostre telecamere di videosorveglianza, strumento essenziale per garantire la sicurezza pubblica e assicurare alla giustizia i responsabili di atti criminali come questi, ma anche la denuncia da parte di coloro che sono oggetto dei furti, cosa che purtroppo non tutti fanno”.

Il primo cittadino prosegue: “Bisogna sempre denunciare qualsiasi atto criminoso perché, come questa notizia dimostra, il lavoro di indagine sul territorio è capillare e può aiutare a debellare certi fenomeni. Complimenti alla squadra investigativa del Commissariato di San Giorgio a Cremano e a tutti gli agenti che lavorano per la…

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

Dopo un corso di formazione ai suoi dipendenti a Napoli e provincia su come sventare le truffe, Poste Italiane ha stilato una lista di consigli per gli utenti su come non cadere nelle trappole dei malviventi.

È grazie a corsi di formazione come quello andato in scena nei giorni scorsi se gli operatori riescono a sventare sempre più truffe ai danni di malcapitati clienti. A Napoli e provincia, infatti, Poste Italiane ha organizzato un corso di formazione di 945 ore per formare i suoi dipendenti su come riconoscere truffe e truffatori quando si presentano agli sportelli. Oltre a dare le competenze giuste ai dipendenti, Poste Italiane ha anche stilato una lista di consigli per gli utenti, mettendoli in guardia soprattutto sul fornire dati sensibili, come credenziali e password di accesso ai conti, via mail o per telefono.

“Oggi truffe e truffatori hanno cambiato abito – fa notare Eugenio Simioli, responsabile della funzione Fraud Management Sud di Poste Italiane -. I rapinatori di strada sono stati sostituiti da abili professionisti della persuasione e astuti criminali informatici capaci di sottrarre importi ingenti alle loro vittime. Con l’utilizzo di tecniche psicologiche in grado di far credere al malcapitato ciò che non è,  o attraverso sofisticati strumenti tecnologici, i malfattori inducono l’ignaro interlocutore ad effettuare operazioni di trasferimento fondi o a fornire loro le chiavi di accesso segrete a conti e libretti”.

I consigli per evitare le truffe

Come detto, Poste Italiane ha fornito agli utenti anche una serie di consigli utili a riconoscere ed evitare possibili raggiri. Ecco quali sono:

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