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Cronaca

Tra Quarto e Marano: droga trasportata in ambulanza per evitare controlli

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Tra Quarto e Marano: droga trasportata in ambulanza per evitare controlli

Il contenuto presenta articoli relativi agli arresti di narcotrafficanti, alle indagini e alle misure cautelari applicate. I carabinieri hanno sgominato due gruppi di narcotrafficanti con misure cautelari per 29 indagati, uno dei quali avrebbe utilizzato un’ambulanza per trasportare la droga. Questo stratagemma sarebbe stato utilizzato per evitare i controlli durante il periodo Covid, quando i mezzi di soccorso avevano via libera per gli spostamenti. Le accuse per questi indagati sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di detenzione di droga ai fini di spaccio.

La prima operazione dei carabinieri è stata eseguita contro un gruppo di narcotrafficanti che avrebbe utilizzato un’ambulanza per trasportare la droga. Sono stati disposti 29 ordini di custodia, con 22 di loro destinati al carcere. Le indagini hanno ricostruito l’esistenza di due gruppi criminali distinti.

L’altro gruppo, guidato da Simone Bartiromo, Roberto Merolla e Giovanni Cortese, avrebbe tenuto i canali di approvvigionamento con la Calabria. Tutte le operazioni sono state rese possibili grazie al monitoraggio del narcos Bruno Carbone, che era residente a Dubai e si teneva in contatto con i complici tramite telefonini EncroChat e il sistema Sky Ecc.

Un cadavere rinvenuto carbonizzato a Marano nel luglio scorso ha portato a fermare due persone, ritenute responsabili del delitto come ritorsione per una partita di droga non pagata. L’ambulanza utilizzata per spostare la droga viene citata in diverse intercettazioni, in cui si parla della necessità di spostare la droga verso altri appoggi per evitare i controlli, e viene suggerito di utilizzare il mezzo di soccorso. Inoltre, un’ambulanza intestata ad un uomo di Lecce è stata identificata durante le indagini e risulta legata al sodalizio criminale. Questo stratagemma sarebbe stato usato per evitare i controlli durante il periodo Covid.

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Cede una parte della tettoia al Maximall Pompei, travolto un operaio di 29 anni

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Cede una parte della tettoia al Maximall Pompei, travolto un operaio di 29 anni

Un operaio di 29 anni è stato travolto questa mattina al Centro Commerciale Maximall Pompei di Torre Annunziata dalla caduta di una tettoia: è in ospedale.

I carabinieri all’interno del centro commerciale Maximall

Incidente sul lavoro questa mattina al Centro Commerciale Maximall Pompei di Torre Annunziata: una parte della tettoia ha ceduto travolgendo un operaio di 29 anni. L’uomo, in stato di incoscienza, è stato portato all’Ospedale del Mare di Ponticelli dal personale del 118, per politraumi da schiacciamento. Le sue condizioni sarebbero gravi. Sequestrata l’area coinvolta all’interno del Centro Commerciale da parte della Procura di Torre Annunziata, che ha aperto un fascicolo d’indagine. Sulla vicenda indagano i carabinieri: sul posto anche personale dell’Asl. Al momento il Centro Commerciale è chiuso al pubblico in vista dell’inaugurazione che si terrà giovedì 28 novembre.

I carabinieri all'interno del centro commerciale Maximall dove è avvenuto l'incidente

I carabinieri all’interno del centro commerciale Maximall dove è avvenuto l’incidente

Le condizioni dell’operaio sono considerate gravi: l’episodio è avvenuto questa mattina, ma non è chiaro se possa essere imputabile alle pessime condizioni meteorologiche che si sono abbattute sulla Campania, con forti raffiche di vento e pioggia già da questa notte. Sulla vicenda è chiamata ora a fare chiarezza la Procura di Torre Annunziata, competente per il territorio. L’operaio di 29 anni è all’Ospedale del Mare per politraumi da schiacciamento riportati nell’incidente.

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Precipita dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di Napoli, muore una donna a Napoli

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Precipita dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di Napoli, muore una donna a Napoli

Una donna di 52 anni è morta dopo essere precipitata dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di via Medina a Napoli, a due passi dalla Questura.

Una donna di 52 anni è morta a Napoli dopo essere precipitata dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di via Medina, a due passi dalla Questura partenopea. Fonti investigative riferiscono a Fanpage.it che si tratterebbe di suicidio. La donna è precipitata ieri sera, attorno alle 20, dal 30° piano del grande albergo che si trova su via Medina, e la sua caduta si è “interrotta” al nono piano dell’albergo, dove si è schiantata: per lei non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono accorsi i carabinieri e le ambulanze del 118, ma è stato constatato solo l’inevitabile decesso.

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Spari sulla spiaggia a Torre Annunziata, preso 16enne. Il raid per uno sguardo di sfida

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Spari sulla spiaggia a Torre Annunziata, preso 16enne. Il raid per uno sguardo di sfida

Identificato il secondo componente del raid nel Lido Azzurro di Torre Annunziata (Napoli): è un 16enne. Gli spari tra i bagnanti dopo una discussione per “uno sguardo di sfida”.

È stato identificato il giovane che, insieme a un 18enne vicino al clan Gionta, nello scorso luglio aveva fatto irruzione nel Lido Azzurro di Torre Annunziata (Napoli) aprendo il fuoco tra i bagnanti con fucile e pistola: si tratta di un 16enne, è stato rinchiuso in un istituto di pena minorile in esecuzione di una ordinanza di applicazione di misura cautelare per tentato omicidio aggravato e porto e detenzione di arma da fuoco, reati commessi con l’aggravante di avere agito col metodo mafioso in concorso con un maggiorenne.

L’episodio risale al 19 luglio. Dalle indagini era emerso che si era trattato di una ritorsione, partita per uno “sguardo di sfida”. L’obiettivo del raid, che in quel momento si trovava in spiaggia, era riuscito a scappare ed era rimasto illeso. Il primo componente del raid era stato bloccato il 26 luglio: S. D. A., 18 anni, imparentato con pregiudicati del clan dei “Valentini”, era stato fermato con le accuse di tentato omicidio, strage e detenzione e porto di armi da sparo, anche per lui con l’aggravante del metodo mafioso.

Secondo le ricostruzioni il ragazzo aveva avuto una discussione con un bagnante che gli aveva rivolto “uno sguardo di sfida”; il 18enne aveva quindi organizzato subito il raid, con l’aiuto del complice: in due avevano sparato incuranti della presenza di numerosi bagnanti. Il secondo giovane, minorenne, è stato identificato nel corso delle indagini svolte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura per i…

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