Politica
Mascagna Park, Muscarà: “Still a cemetery of cut trees”
Sono trascorsi quasi due mesi dal devastante evento noto come il “disastro Mascagna”. Tra pochi giorni terminerà il periodo di 120 giorni per la definizione dei lavori nel Parco Mascagna, che attualmente si presenta come un vero e proprio cimitero di alberi tagliati, ma non ancora rimossi. Queste sono le parole della Consigliere Regionale Maria Muscarà del Gruppo misto, che esprime profonda preoccupazione per la situazione.
Il Consigliere Muscarà evidenzia come questo episodio abbia rappresentato un vero e proprio sterminio degli alberi, avvenuto nel periodo natalizio, privando i bambini della possibilità di godere del Parco. Inoltre, sottolinea con tristezza che, nonostante il Sindaco abbia dichiarato la mancanza di fondi per gestire il verde, sembra esserci disponibilità economica per aumentare gli stipendi. Questo ha portato alla privatizzazione dei giardini del Molosiglio, affidati a un privato. Muscarà sottolinea che i parchi non dovrebbero portare benefici solo ai privati, ma a tutti i cittadini.
La preoccupazione per la situazione del Parco Mascagna è ulteriormente accentuata dalla mancanza di pianificazione per la riqualificazione una volta scaduto il termine dei tre mesi stabiliti. La Consigliera Muscarà critica il fatto che, nonostante la gravità della situazione, si stia discutendo la possibilità di utilizzare alberi donati da privati negli stalli vuoti del parco, senza un piano concreto per la riqualificazione. Inoltre, si lamenta del fatto che questi incontri avvengono sempre di mattina, rendendo difficile la partecipazione dei cittadini che lavorano.
Muscarà evidenzia che le associazioni hanno presentato una controperizia che dimostra il fenomeno in atto di sterminio degli alberi del Parco Mascagna, senza un piano o una considerazione scientifica. La sua conclusione è che tutto ciò rappresenta un assurdo totale, dimenticando il valore fondamentale degli alberi per la sopravvivenza stessa dell’umanità.
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Capitano Ultimo rivela l’identità segreta dopo 31 anni
Un Gestore Coraggioso
In un gesto simbolico carico di significato, il Capitano Ultimo, Sergio De Caprio, ha deciso di svelare il suo volto al pubblico per la prima volta dopo 31 anni, durante il lancio della sua candidatura alle elezioni europee nella lista “Fronte della Libertà” di Cateno De Luca.
Un Passo Coraggioso per il Bene Comune
Di fronte a una folla entusiasta al Teatro Quirino di Roma, l’iconico carabiniere antimafia ha rimosso il passamontagna che per anni ha nascosto la sua identità, dando l’avvio ufficiale alla sua campagna elettorale. “Oggi, dopo 31 anni, tolgo la copertura al mio volto, la mia ultima difesa dalla mafia, perché a viso aperto voglio continuare a servire il popolo italiano con lo stesso coraggio, con la stessa umiltà che ho avuto da carabiniere della gente”, ha dichiarato De Caprio.
Un’Alleanza per il Progresso
La sua decisione di mostrare il proprio volto segna un nuovo capitolo nella sua vita, un passo coraggioso che simboleggia la sua determinazione ad impegnarsi in prima fila per il bene comune, non più nascosto dietro un passamontagna ma a viso scoperto, tra la gente.
Un Impegno per un’Europa Diversa
Al fianco di Cateno De Luca e del “Fronte della Libertà”, De Caprio si presenta come un’alternativa alle forze politiche tradizionali, unendosi a coloro che condividono la sua visione di un’Europa “delle città, degli ecosistemi, dell’energia rinnovabile, dei cittadini e dei loro sindaci che si autodeterminano”. Con determinazione, il Capitano Ultimo ha affermato: “Lo faccio e lo farò con Cateno De Luca nel Fronte della Libertà, lontano dai partiti dei padroni di sempre e di tutto, fianco a fianco con la gente per costruire l’Europa delle città, degli ecosistemi, dell’energia rinnovabile, dei cittadini e dei loro sindaci che si autodeterminano per costruire, insieme, l’unica politica possibile, la politica del bene comune. Si, lo faremo insieme e non c’è cosa più grande, per me”.
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Procuratore Airoma lascia Csm per restare ad Avellino
Airoma decide di rimanere Procuratore ad Avellino
Domenico Airoma ha deciso di restare Procuratore a Avellino anziché assumere l’incarico al Csm, nonostante fosse stato preso in considerazione per la posizione di segretario generale del Consiglio superiore della magistratura.
Una scelta confermata dal magistrato
Dopo essere stato valutato positivamente per la sua esperienza e competenza, Airoma ha confermato la sua decisione di continuare il suo lavoro come Procuratore ad Avellino. Questa scelta è stata sorprendente, considerando che era considerato uno dei candidati più qualificati per il ruolo al CSM.
Esperienza e competenza al servizio di Avellino
Airoma ricopre il ruolo di Procuratore ad Avellino da tre anni, mettendo a disposizione della città la sua esperienza e competenza. Nonostante le opportunità offerte a livello nazionale, ha scelto di restare nella sua attuale posizione per continuare a servire la comunità di Avellino.
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Nordio si difende da Gratteri: “Fatto test psico-attitudinale, pronto per altri”
Il Ministro della Giustizia risponde alle dichiarazioni del procuratore di Napoli
In risposta alle dichiarazioni del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha affermato: “Il test psico-attitudinale l’ho già sostenuto in passato e per quanto riguarda altri eventuali test, sono pienamente disponibile”.
La posizione del Ministro Nordio sui test per i pubblici ministeri
Nordio ha sottolineato che, riguardo ai test, “la ragione pura” sta nel fatto che “abbiamo accolto le osservazioni delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato che proponevano questa misura, e la ragione pratica risiede nel fatto che le forze dell’ordine sono sottoposte a test attitudinali. Se il pubblico ministero è il capo della polizia giudiziaria, non vedo perché non dovrebbe essere sottoposto al test attitudinale come lo sono coloro che lavorano sotto di lui”.
La gestione del processo di assunzione dei magistrati
Rispondendo alle critiche dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Nordio ha chiarito: “Tutto il processo di assunzione dei magistrati sarà gestito dal Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), senza interferenze governative”.
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