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Cronaca

La tua assenza rende doloroso il ritorno a casa

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La tua assenza rende doloroso il ritorno a casa

In attesa dell’autopsia per poter svolgere i funerali e degli esiti dell’inchiesta per chiarire le cause della morte del rider 50enne Raffaele “Lello” Acampora, di 50 anni, investito da un treno della Circumvesuviana mentre attraversava i binari a bordo del suo scooter, si continua a discutere sulla pericolosità di quel passaggio a livello senza sbarre dove già si sono verificate altre tragedie.

L’Eav si difende sostenendo che l’impianto acustico di allarme e quello luminoso era perfettamente funzionanti ma in molti sostengono che essendo una strada di periferia, soprattutto d’inverno e al buio, è facile cadere in errore.

La morte di Lello Acampora ha lasciato la famiglia e l’intera comunità in lutto. Raffaele era un rider che lavorava duramente per mantenere la sua famiglia, composta dalla moglie Nunzia e dalle loro due figlie. Era descritto come una persona gentile ed educata, e aveva una grande passione per la Juventus, la sua squadra del cuore.

Una delle figlie del rider ha pubblicato un commovente addio su Facebook, esprimendo tutto il dolore per la perdita del padre e il desiderio di poterlo incontrare nuovamente in futuro.

Il commovente post della figlia: “Non ci credo ancora, speravo tanto che questa orrenda notizia fosse stato un errore, uno sbaglio. Non può essere vero, non è vero che non esisti più, non è vero che non ci sei più con noi, non è vero che non ci sarai più, non è vero che non ci sarai il giorno della mia laurea, non è vero che non ci sarai al mio matrimonio, non è vero che non conoscerai i miei figli e che loro non conosceranno te. Non doveva succedere… stavi lavorando come ogni giorno, ininterrottamente e avevi ancora tanta forza di andare avanti, ma è bastato poco per farti perdere questa forza. Non volevo che succedesse questo, soprattutto ora che mi trovo lontano e sto per tornare a casa dalla nostra famiglia, non vi vedevo da una settimana e sto male. Fa male non averti potuto più vedere e tornare a casa senza di te. Spero che un giorno ci incontreremo di nuovo e poterti abbracciare come non ho mai fatto prima! Ti voglio bene papà”.

La sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, ha espresso le condoglianze della comunità alla famiglia di Raffaele e ha richiesto che siano affrontate le criticità legate ai passaggi a livello, per prevenire futuri incidenti simili.

Due anni fa Lello Acampora aveva espresso tutto il suo dolore e tutto il suo disappunto per la morte di un collega rider investito in scooter mentre lavorava.

Il post del 2022 per la morte di un collega rider investito: “A che cosa sto pensando…??? Sto pensando che due sere fa un nostro concittadino lavorando ci ha rimesso la vita in un incidente stradale tra Angri e Sant’Antonio Abate, questo è successo solo venerdì sera alle ore 23 circa, era un mio collega di lavoro, un’amico, una persona molto sensibile, disponibile,un gra lavoratore abita in via Santa Maria la Carità, forse martedì mattina ci saranno il funerale ma io se fossi la sua famiglia sposterei il funerale in un’altro paese. La dov’è veramente hanno sentito il dolore di questa crudele tragedia ho visto persone piangere l’altra sera siamo stati fino alle 5 del mattino per capire che era successo il nostro caro amico Pino Cannavacciuolo purtroppo non c’è più, questo paese non merita la celebrazione del funerale di Peppe, sono due giorni ormai ma non ho visto nessuna citazione da parte dei miei concittadini compreso chi oggi governa questo paese. Ringrazio il sindaco di Angri che ha espresso sulla pagina istituzionale il proprio cordoglio alla famiglia Cannavacciuolo…è una delusione che al nostro paese non se ne è proprio parlato….ciao Peppe avrai sempre un posto speciale nel mio cuore e nel cuore di tutti i colleghi rider che tutti i giorni danno l’anima per questo lavoro…addio Peppino che la terra ti sarà lieve”. @riproduzione riservata

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Cronaca

Detenuto di 28 anni napoletano trovato impiccato nel carcere di Poggioreale: “Terribile tragedia”

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Detenuto di 28 anni napoletano trovato impiccato nel carcere di Poggioreale: “Terribile tragedia”

Detenuto 28enne del Napoletano morto suicida nel carcere di Poggioreale. Il sottosegretario Ferrante: “Terribile tragedia”. L’Ordine dei Medici: “Bisogna migliorare le condizioni di vita nelle carceri”

Immagine di repertorio

Un detenuto di 28 anni napoletano è stato ritrovato impiccato nel carcere di Poggioreale a Napoli. È il quarto detenuto a togliersi la vita nel 2024 nell’istituto penale partenopeo, l’undicesimo in tutta la regione Campania. A denunciare l’accaduto è Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti della Campania. “Il sistema penitenziario – dice Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica”.

“Sono 81 in tutta Italia – prosegue Ciambriello – con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. Dall’inizio dell’anno ad oggi  sono 1.842 i tentativi di suicidio, 11.503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”.

Il…

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Furto in un bar a Casoria, è la settima volta: “Siamo stanchi, vogliamo sicurezza”

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Furto in un bar a Casoria, è la settima volta: “Siamo stanchi, vogliamo sicurezza”

Settimo colpo in meno di cinque anni al “I Toraldo cafè-bistrot” di Casoria. Il proprietario a Fanpage.it “Non ne possiamo più, ci sentiamo abbandonati”.

Immagine

“Non ce la facciamo più”. Con poche parole a Fanpage.it, il titolare de “I Toraldo cafè-bistrot”, che si trova al civico 292 di via Nazionale delle Puglie a Casoria, in provincia di Napoli, ha commentato il furto avvenuto nel suo locale la scorsa notte: il settimo colpo, di cui quattro tentati, da quando il locale ha aperto, appena cinque anni fa. L’ultimo risaliva all’11 novembre di un anno fa, quando un uomo con piede di porco e torcia aveva cercato di scardinare l’ingresso, danneggiando anche la porta in vetro.

“Non ne possiamo più, ci sentiamo abbandonati”, ha spiegato Vincenzo Toraldo, proprietario del locale, a Fanpage.it, “la situazione è diventata insostenibile”. Il danno economico è ancora da quantificare: ma oltre alle bottiglie trafugate, i danni maggiori li hanno riportati le vetrate sfondate e mandate in frantumi, e che dovranno essere sostituite, nonché delle suppellettili travolte dalla furia dei banditi. Nelle immagini dell’impianto di videosorveglianza interne, si vedono i ladri arrivare a bordo di un’automobile, dalla quale escono in quattro, mentre uno resta all’interno della vettura. Uno di loro frantuma il vetro del locale in una ventina di secondi, e in tre fanno irruzione, arraffando il possibile, tra cui bottiglie dal bancone, e poi riscappare dalla vetrata distrutta, salire in macchina e ripartire…

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Cronaca

Omicidio Francesco Pio Maimone, chiesto l’ergastolo per il presunto killer Valda

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Omicidio Francesco Pio Maimone, chiesto l’ergastolo per il presunto killer Valda

Francesco Pio Maimone ucciso a Napoli, ultime news

21 Novembre 2024

13:46

La pm Antonella Fratello, al termine del processo di primo grado per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, ha chiesto l’ergastolo per Francesco Pio Valda, accusato del delitto.

Francesco Pio Maimone e Francesco Pio Valda

Chiesto l’ergastolo per Francesco Pio Valda, il 20enne accusato dell’omicidio di Francesco Pio Maimone, pizzaiolo di 18 anni ucciso con un colpo di pistola agli chalet di Mergellina, sul Lungomare di Napoli, la notte tra il 19 e il 20 marzo del 2023. Nel chiedere il carcere a vita per il presunto assassino di Maimone, il pubblico ministero dell’antimafia Antonella Fratello ha usato le stesse espressioni gergali contenute nelle intercettazioni, asserendo che Valda uscisse sempre armato allo scopo di creare “tarantelle” (problemi, in dialetto napoletano) e di “schiattare” (uccidere).

Le richieste di condanna per gli altri imputati

Davanti alla Corte d’Assise di Napoli, la pm Fratello ha richiesto inoltre 8 anni di carcere per Giuseppina Valda, sorella del presunto killer e per lo zio, Giuseppe Perna; per Alessandra Clemente, cugina di Valda e Pasquale Saiz ha invece chiesto 8 anni e 6 mesi di reclusione; 6 anni di carcere sono stati chiesti per Giuseppina Niglio, nonna di Valda, mentre 3 anni per Salvatore Mancini.

La lite per una scarpa, Maimone ucciso da un proiettile vagante

Nel corso del processo di primo grado che vede…

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