Cronaca
Indagine a Palma Campania: il sindaco e 18 altri indagati.

La Procura di Nola ha iscritto 19 persone nel registro degli indagati in relazione all’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Palma Campania, Nello Donnarumma, membro di Fratelli d’Italia. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal giudice presso il tribunale di Nola, su richiesta della Procura nolana. Le ipotesi di reato contestate agli indagati includono corruzione, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico, depistaggio e subappalto non autorizzato.
Oltre al sindaco, Nello Donnarumma, è stato posto ai domiciliari l’ingegnere Salvatore Felice Raia, responsabile del IV e V settore del Comune di Palma Campania, insieme all’architetto Monica Ventura, Nicola Borrelli, rappresentante di una catena di supermercati, e Luigia Barone, dipendente di una società che avrebbe ottenuto un appalto. Gli imprenditori Antonio Nunziata, Angelo Miranda e Aniello Sorrentino sono stati sottoposti a misura cautelare del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno.
Le accuse mosse contro Donnarumma includono la gestione personalistica del Comune di Palma Campania, con affidamenti diretti a ditte di imprenditori favoriti rispetto ad altri. Durante le indagini, i carabinieri avevano sequestrato il telefonino del sindaco per eseguire una perizia tecnica.
Il giudice istruttore Teresa Valentino ha sottolineato come il materiale acquisito durante le indagini, raccolto in oltre 450 pagine di ordinanza cautelare, documenti una gestione personalistica della cosa pubblica da parte di Donnarumma, orientando le decisioni dei propri dirigenti non sempre nell’interesse della collettività, ma piuttosto in quello dei privati.
Inoltre, è stata pubblicata un elenco dei nomi delle 19 persone coinvolte nell’inchiesta insieme alle loro età e città di residenza.
Fonte
Cronaca
Omicidio Angelo Vassallo: inizia il processo

Il caso di Angelo Vassallo, noto come il “sindaco pescatore” di Pollica, torna a destare attenzione dopo quindici anni dal suo tragico omicidio. Il 16 settembre 2025, presso il tribunale di Salerno, si aprirà l’udienza preliminare del processo relativo alla sua morte. Vassallo fu ucciso a causa del suo impegno costante nella difesa della legalità, della trasparenza e del territorio, un esempio lampante di come la lotta per la giustizia possa avere un prezzo molto alto.
L’Evoluzione del Caso
Il processo che si aprirà a Salerno rappresenta un nuovo capitolo nella storia di questo caso, che ha già visto la luce di numerose indagini e sviluppi negli anni passati. La costituzione di Asmel come parte civile aggiunge un nuovo elemento alle procedure, sottolineando l’importanza della trasparenza e della giustizia per la comunità locale.
Il Contesto dell’Omicidio
L’omicidio di Angelo Vassallo è stato un evento traumatico per la comunità di Pollica e per l’intera regione della Campania. La sua morte ha sollevato molte domande sulla sicurezza e sulla capacità delle istituzioni di proteggere coloro che si battono per la giustizia e contro le pratiche illecite. Il processo imminente rappresenta un’opportunità per fare luce sulle circostanze dell’omicidio e per ricercare giustizia per la vittima e per la sua famiglia.
La Lotta per la Legalità
La storia di Angelo Vassallo è un esempio potente della lotta per la legalità e contro le infiltrazioni criminali nel tessuto sociale. Il suo impegno instancabile per la difesa del territorio e della trasparenza amministrativa lo ha reso un simbolo di resistenza contro le pratiche corrotte e illecite. Il processo che si avvia è anche un’occasione per riflettere sull’importanza della partecipazione attiva dei cittadini nella lotta per la giustizia e per la legalità.
La Ricordanza e il Tributo
La comunità di Pollica e l’intera nazione sono invitate a ricordare Angelo Vassallo come un eroe della legalità, un uomo che ha dato la sua vita per il suo impegno nella difesa dei valori più alti della società. Il processo che si aprirà a Salerno è un ulteriore passo verso la giustizia e verso il riconoscimento del sacrificio di Vassallo. È un invito a tutti a continuare la sua lotta, affinché il suo sacrificio non sia stato vano e la sua memoria possa essere onorata attraverso la realizzazione di una società più giusta e trasparente.Fonte
Cronaca
Camorra e corruzione: 17 misure per gli appalti

Napoli è stata teatro di un’operazione antimafia di grande portata, che ha portato alla luce un sistema corruttivo capace di influenzare gare pubbliche e appalti milionari. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha messo in evidenza la complicità di funzionari infedeli e la capacità del clan di penetrare nella società civile. I risultati dell’operazione hanno portato all’esecuzione di 17 misure cautelari in diverse province della regione.
Il sistema corruttivo
Il sistema corruttivo scoperto dall’inchiesta si basa sulla collusione tra funzionari pubblici e membri del clan, che hanno agito insieme per condizionare le gare pubbliche e gli appalti. Questo ha permesso al clan di acquisire ingenti somme di denaro e di consolidare la sua posizione di potere all’interno della regione.
L’inchiesta antimafia
L’inchiesta antimafia è stata condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e ha coinvolto diverse forze di polizia e autorità giudiziarie. L’operazione ha avuto inizio all’alba e ha portato all’esecuzione di 17 misure cautelari in diverse province della regione. I risultati dell’inchiesta sono stati resi noti pubblicamente e hanno sollevato grande scalpore nella comunità locale.
Le conseguenze dell’operazione
Le conseguenze dell’operazione antimafia saranno probabilmente molto ampie e potrebbero avere un impatto significativo sulla società civile e sulla politica locale. L’inchiesta ha infatti messo in evidenza la profonda penetrazione del clan all’interno della società e la complicità di funzionari pubblici, che potrebbe portare a una revisione profonda dei meccanismi di controllo e di gestione degli appalti pubblici. Inoltre, l’operazione potrebbe avere anche un impatto sulla percezione pubblica della sicurezza e della legalità nella regione.Fonte
Cronaca
Scoperti stupefacenti nello sciacquone a Casola, pusher arrestato

Nell’area stabiese, il traffico di stupefacenti sembra non conoscere sosta, ma grazie all’operazione “Continuum Bellum” dei carabinieri, si sta registrando un significativo cambio di tendenza. Questa operazione, volta a contrastare il mercato illegale della droga, ha già portato a diversi successi e il più recente è stato raggiunto proprio nel comune di Casola. In questo contesto, un giovane di 30 anni è stato arrestato a seguito di un’azione di polizia che ha messo in luce un particolare nascondiglio per la droga, una vera e propria “cassetta” situata in un luogo inaspettato.
L’operazione “Continuum Bellum”
L’operazione “Continuum Bellum” rappresenta un’importante Offensiva contro il traffico di stupefacenti nella zona. La determinazione e l’efficienza dei carabinieri coinvolti stanno dando i loro frutti, con arresti e sequestri che dimostrano la forte volontà di contrastare questo fenomeno. La scoperta di nascondigli originali e audaci, come quello trovato recentemente a Casola, è solo l’ultimo esempio dell’ineluttabile avanzata delle forze dell’ordine contro i trafficanti.
Il ruolo dei carabinieri
I carabinieri stanno svolgendo un lavoro fondamentale nella lotta contro il traffico di droga. La loro attività, basata su accurate indagini e azioni mirate, sta producendo risultati tangibili. L’arresto del 30enne a Casola è solo uno dei tanti successi dell’operazione “Continuum Bellum”, e dimostra come la collaborazione e la determinazione possano portare a significativi progressi nella riduzione del fenomeno.
La lotta contro il traffico di stupefacenti
La lotta contro il traffico di stupefacenti è un’impresa complessa e delicate, che richiede la collaborazione di tutte le forze in campo. L’operazione “Continuum Bellum” rappresenta un esempio di come, attraverso la sinergia tra le forze dell’ordine e la comunità, sia possibile ottenere risultati significativi. La scoperta di nascondigli insoliti come la “cassetta” a Casola è un monito per i trafficanti e dimostra che le autorità sono pronte a prendere misure severe contro chi si macchia di questo reato.Fonte