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Cronaca Giudiziaria

Indagati nel riciclaggio: Salvatore D’Amelio e famiglia Festa tra i 82 coinvolti.

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Indagati nel riciclaggio: Salvatore D’Amelio e famiglia Festa tra i 82 coinvolti.

Un gruppo criminale legato al clan Contini è stato sgominato da un blitz congiunto di carabinieri e guardia di finanza su disposizione della Dda di Napoli. Questo gruppo ha riciclato tre milioni di euro di denaro sporco, frutto di frodi fiscali e contraffazione, all’interno di una casa di cura per pazienti autistici a Campobasso. I protagonisti principali del gruppo appartengono allo stesso nucleo familiare, legati dal vincolo associativo e da rapporti di parentela ed affinità.

Il nucleo familiare coinvolto è principalmente quello della famiglia Festa, con individui come Festa Antonio, Festa Gennaro, Festa Maria, Festa Carmela Bruna, e altri affiliati e consulenti che si occupavano delle società coinvolte nei reati. In totale, sono stati coinvolti 82 indagati, con accertamenti fiscali che hanno riguardato ben 34 società, anche con sede all’estero. I reati contestati includono associazione per delinquere, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, tentata estorsione e tentato omicidio aggravati dal metodo mafioso.

Tra i destinatari delle misure cautelari figura anche Salvatore D’Amelio, noto titolare di vari brand internazionali di abbigliamento giovanile. Le misure cautelari hanno coinvolto 25 persone, con varie condizioni di detenzione o obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Inoltre, è stato eseguito un sequestro di beni per 8,4 milioni di euro.

La vasta rete di persone coinvolte nella gestione di società fittizie, nel riciclo di capitali provento di attività criminose, contribuiva a conservare, rafforzare e realizzare il programma criminale di un’associazione mafiosa nota come Alleanza di Secondigliano, nella quale sono confederati i clan Contini, Mallardo e Licciardi. I nomi degli indagati includono diverse persone di varie regioni d’Italia, con residenze anche all’estero.

Il gip Maria Luisa Miranda ha evidenziato come i legami di parentela fossero un dato non privo di valore indiziario in ordine alla partecipazione all’associazione criminosa, considerato anche l’intervenuta commissione di delitti-scopo da parte dei membri della famiglia. L’organizzazione criminale si caratterizzava per avere un nucleo al comando, circondato da familiari, affini e prestanome attivi nella realizzazione degli illeciti.
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