Cronaca
Imprenditore coraggioso denuncia e fa arrestare 5 esattori del pizzo della Camorra Di Lauro
Il clan Di Lauro di Secondigliano afferma di essere proprietario del bar di un commerciante di Arzano. La vittima, per liberarsi dal tormento, paga 100mila euro in contanti.
Le autorità hanno arrestato cinque persone su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, in seguito a un’operazione condotta nell’ambito di un’indagine contro l’estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tre degli arrestati erano già detenuti per altre cause.
Le indagini, condotte dalla Tenenza dei Carabinieri di Arzano, sono iniziate con la denuncia di un commerciante che ha dichiarato di essere vittima di estorsione da parte di tre membri del clan Di Lauro già dal 2020.
L’imprenditore ha rifiutato di cedere il suo bar al clan, ma è stato costretto a pagare loro 70.000 euro in rate mensili di 1.000 euro, garantite da cambiali sottoscritte e consegnate ai rei. Dopo aver ceduto l’attività nella speranza che l’estorsione cessasse, è stato minacciato di morte quando ha aperto un altro bar in un’altra zona di Arzano.
Durante l’interrogatorio con il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia partenopea, la vittima ha rivelato di essere stato estorto dal clan Di Lauro già a partire dal 2018, con l’imposizione di pagare somme in cambio della sua attività.
Il pentito Salvatore Rosselli ha confermato l’ipotesi investigativa, rivelando che la vittima aveva pagato 100.000 euro in contanti ai Di Lauro all’inizio del 2019 per far cessare le loro pretese sulla sua attività commerciale.
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Roselli, membro del clan Amato-Pagano, hanno ulteriormente confermato i coinvolgimenti dei arrestati in due episodi di estorsione, ritenuti affiliati al clan Di Lauro di Secondigliano.
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