Cronaca
Dipendenti rubavano soldi ai titolari – scandalo svelato
Il 29 gennaio 2026, la Polizia Postale ha smantellato un’organizzazione criminale che operava principalmente in Campania e Lazio. L’operazione denominata “Insider” ha portato all’arresto di 6 persone e a 48 perquisizioni. Sono 39 le persone coinvolte in totale. La truffa si basava sulla riscossione fraudolenta delle Polizze Vita di Poste Italiane, causando un danno di 1,5 milioni di euro ai clienti. Le indagini hanno rivelato che dipendenti interni a Poste Italiane forniscevano informazioni riservate ai truffatori.
I clienti truffati hanno denunciato la perdita dei loro risparmi, investiti nelle Polizze Vita di Poste Italiane. Le investigazioni hanno rivelato che alcune persone interne a Poste Italiane forniscevano informazioni ai truffatori, facilitando così la riscossione fraudolenta delle polizze. Il bottino totalizzato illegalmente dai truffatori ammonta a 1,5 milioni di euro, ma grazie alle indagini, si è riusciti a sventare ulteriori tentativi di riscossione che avrebbero portato ulteriori 3,5 milioni di euro all’organizzazione criminale. Inoltre, è stata svelata la partecipazione di quattro dipendenti infedeli di Poste Italiane all’organizzazione criminale. Questi dipendenti, attraverso l’accesso abusivo agli archivi aziendali, fornivano al gruppo criminale le informazioni sui clienti e su come riscuotere le polizze.
La complessa operazione investigativa ha portato alla luce una serie di truffe ai danni dei clienti di Poste Italiane, che sono stati rimborsati dal denaro sottratto illegalmente. La collaborazione dell’ufficio Fraud Management di Poste Italiane ha giocato un ruolo fondamentale. La Polizia Postale ha smantellato l’organizzazione criminale, ma continua a indagare su 39 persone coinvolte, tra cui quattro dipendenti interni a Poste Italiane.
Fonte
Cronaca
Incendio a Napoli, fiamme visibili dalla Tangenziale nei pressi dell’uscita Zona Ospedaliera
Incendio in Zona Ospedaliera, a Napoli: le fiamme visibili dalla Tangenziale. Vigili del fuoco e polizia sul posto.
Foto dal gruppo Facebook Abitanti di Capodimonte e non / Carlo Restaino
Un vasto incendio si è sviluppato nella serata di oggi, lunedì 18 novembre, nella Zona Ospedaliera di Napoli: le fiamme, ben visibili dalla Tangenziale, sono state segnalate sui social da diversi residenti. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e la polizia.
Foto dal gruppo Facebook Abitanti di Capodimonte e non / Carlo Restaino
Cronaca
L’omicidio di Arcangelo Correra e il muro di omertà degli amici
Omicidio di Arcangelo Correra
18 Novembre 2024
20:00
Renato Caiafa, reo confesso, e gli amici hanno fornito versioni che non convincono gli inquirenti: il nodo resta la provenienza della pistola che ha sparato al 19enne.
Renato Caiafa dice di avere trovato quella pistola un attimo prima della tragedia, di averla presa e di essersi messo a scherzare davanti agli occhi degli amici; che lo stesso Arcangelo Correra lo avrebbe sfidato, sempre scherzando, a sparargli. Gli altri ragazzi, invece, non avrebbero visto nulla: hanno detto che erano presenti, che non sapevano di quell’arma e che, proprio al momento dello sparo, erano voltati da un’altra parte. Due versioni che non coincidono, e che rappresentano un ostacolo alle indagini: i giovanissimi che erano presenti quella sera, gli unici che potrebbero dire come è andata, stanno mentendo.
L’omicidio di Arcangelo Correra a Napoli
Per ora l’unica cosa certa è che il ragazzo, 19 anni, è stato ucciso da un unico proiettile, che lo ha centrato in fronte. L’ipotesi dell’incidente viene quella ritenuta maggiormente verosimile, ma sono i contorni ad essere fumosi. E la pistola resta il nodo dell’inchiesta: nel fermo nei confronti di Caiafa il gip evidenzia che i comportamenti del giovane, reo confesso, non avrebbero senso se davvero la pistola fosse stata trovata in quel momento.
Quella pistola, scrive il gip, non poteva essere vista nelle condizioni descritte da Caiafa: è di…
Cronaca
Prima la lite, poi l’inseguimento in auto e l’accoltellamento: fermato 20enne nel Casertano
Prima la lite, poi le coltellate dopo un inseguimento nel Casertano: fermato il presunto responsabile, la lite per futili motivi.
Immagine di repertorio
Una lite per futili motivi sfociata in accoltellamento: ancora violenza tra giovani, stavolta nel Casertano. Un ventenne è finito così in carcere a Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Dovrà rispondere di tentato omicidio aggravato da futili motivi, porto illegale di arma bianca e violenza privata. Il giovane ferito se la caverà con ferite all’avambraccio destro.
Tutto è iniziato la sera del 15 novembre scorso, quando si era avuta una violenta lite in via Verga a Casal di Principe, forse scaturita per ragioni sentimentali, tra i due giovani. Uno dei due, resosi conto del pericolo, avrebbe tentato di fuggire a bordo della propria automobile, venendo inseguito dall’aggressore che, una volta raggiunto, lo avrebbe ferito all’avambraccio destro con un coltello a serramanico, minacciandolo anche di nuove aggressioni, stavolta con armi da fuoco, prima di scappare dal posto. La vittima era rimasta ferita all’avambraccio nel tentativo di difendersi dalle coltellate all’addome che l’aggressore tentava di infliggergli nelle fasi concitate dell’aggressione.
Una volta scappato via l’autore delle coltellate, la vittima è stata portata all’ospedale Pineta Grande di Castel Volturno, dove è stato dimesso successivamente alle cure ricevute. Le indagini della Procura della Repubblica di Napoli Nord, intanto, ha emesso questa mattina un fermo nei confronti dell’uomo, originario di San Cipriano d’Aversa, accusato di vari reati tra cui tentato omicidio aggravato da…