Cronaca
Capo clan Mazzarella aggredisce imprenditore.
<strong>Luciano Barattolo, 31 anni, è uno degli arrestati nel blitz anti-camorra di stanotte a Napoli. È ritenuto il reggente del clan Mazzarella che insieme alle famiglie malavitose Buonerba e Caldarelli è finito nel mirino di Procura, direzione distrettuale antimafia e polizia. Scarcerato nel 2023, secondo molte fonti desideroso di serrare le fila del clan dopo l’assalto dell’Alleanza di Secondigliano ai vicoli del centro, secondo gli inquirenti aveva risettato gli equilibri tra il rione Forcella e quello delle Case Nuove, nella zona portuale.
Nel post pandemia il pizzo a Napoli, soprattutto in centro città, è tornato una fonte d’incasso fondamentale: tutti devono pagare. E lo spaccio è di nuovo strutturato con logiche da supermarket, aperto h24 con pusher, vedette e galoppini sempre in movimento.
Il blitz della polizia ha portato a 13 arresti, conseguenza di una indagine di Squadra Mobile e commissariati Poggioreale e Vicaria-Mercato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, inizia nell’aprile 2023. Come spesso accade la matassa inizia a dipanarsi da tutt’altro filo. Qui si parte dalla denuncia di un imprenditore edile che aveva raccontato di essere vittima di reiterate aggressioni a scopo estorsivo.
La camorra e il risarcimento per i lavori in casa
C’è una circostanza che emerge dalle indagini della Polizia di Stato e della Dda che approfondiscono cosa vi sia dietro il pestaggio di un imprenditore. Le indagini – documentate con intercettazioni e numerosi altri elementi probanti – riferiscono che la vittima venne presa di mira da una donna, Lucia Basile, 36 anni (arrestata e ai domiciliari) non organica alla criminalità organizzata.
La donna voleva un risarcimento per i lavori di ristrutturazione parzialmente eseguiti dall’imprenditore. Si era rivolta a un avvocato ma alla fine ha preferito coinvolgere la camorra per ottenere il rimborso. Ancora una volta, dunque, emerge il ruolo dei clan di camorra come regolatori immediati di vicende di denari, ovviamente non con la forza del diritto, ma con quella prevaricatrice della violenza.
Il pestaggio, le minacce e l’estorsione del clan
Cosa accadde? La vittima venne convocata con un messaggio WhatsApp e una volta arrivato sul luogo dell’appuntamento venne selvaggiamente picchiato prima dal reggente del clan Mazzarella Luciano Barattolo, e poi a seguire da tutti gli altri, con calci e pugni al volto, all’orecchio al tronco e alle gambe.
«Noi rischiamo la galera e tu vuoi fare le truffe?» urlò Barattolo all’imprenditore. Poi gli assestò un ceffone in pieno viso a cui seguirono le percosse inferte dal branco, circa 10-15 perone che l’avevano accerchiato. «Domani mattina, se non mi porti i 30mila, mi prendo la casa, ti caccio a te, tua moglie e ai tuoi figli e ti ‘scamazzo’ (schiaccio, ndr.) sotto un pullman». L’aggressione è datata 19 aprile 2023, nel “parchetto” del rione Luzzatti, a Napoli.
Cosa ne hanno dedotto gli inquirenti? Che queste tre persone in questione – due donne e un uomo – avvalendosi del cartello criminale Mazzarella-Buonerba-Caldarelli, sono i mandanti di due diverse richieste estorsive, da 30mila e 3.500 euro, rivolte dal clan all’imprenditore picchiato. Nella veste di mandanti sono indagati quindi Lucia Basile, 36 anni, Roberta Fallace, 28 anni, e Massimo Damiano, 31 anni. Per i tre (gli ultimi due sono marito e moglie) il gip ha disposto i domiciliari.
La custodia in carcere è stata disposta anche per Antonio Bonavolta, 36 anni; Pasquale Buonerba, 25 anni, fratello dei killer del baby boss della “paranza dei bambini” Emanuele Sibillo, “E.S. 17”.; Vincenzo Caldarelli, 44 anni; Pasquale Casaburro, 49 anni; Salvatore Di Caprio, 40 anni; Emanuele Di Clemente, 36 anni; Rosario Ciro Mazio, 19 anni; Cristian Nunziata 27 anni; and Luigi Pandolfo, 30 anni.
Cronaca
Folla e commozione ai funerali di Santo Romano, la bara portata prima al campo dove giocava a calcio
I funerali di Santo Romano, 19enne ucciso con un colpo di pistola nella notte tra l’1 e il 2 novembre, si sono svolti a Casoria. Prima di arrivare in chiesa, la bara è stata portata al campo sportivo nel quale il ragazzo giocava a calcio.
È stato il giorno del dolore e della commozione a Casoria, nella provincia di Napoli, per i funerali di Santo Romano, il ragazzo di 19 anni ucciso con un colpo di pistola esploso da un 17enne, nella notte tra l’1 e il 2 novembre, a San Sebastiano al Vesuvio. I funerali di Santo Romano si sono svolti nella chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe: la bara è stata accolta da una folla commossa e da uno striscione, sul quale campeggiava la scritta: “Con il pallone dentro al cuore, riposa in pace eterno campione. Ciao, Santo”. Sulla bara sono stati posati i guantoni da portiere che il 19enne utilizzava, mentre molti dei presenti hanno indossato una maglietta bianca con la foto del ragazzo.
Il calcio era la grande passione di Santo Romano, che giocava appunto nel ruolo di portiere nella società Micri, nella vicina Volla, che milita nel campionato di Eccellenza. E infatti, prima di arrivare in chiesa a Casoria, il feretro del 19enne è stato portato proprio nel campo da calcio in cui la squadra si allenava e giocava. La bara è stata portata proprio davanti alla porta, mentre tutta la squadra al completo si è riunita in campo, tra lacrime e ricordi.
Nella scuola di Santo 50 lettere dedicate a lui: “Sei l’angelo numero 1”
Nell’istituto superiore “Archimede” di Ponticelli, a…
Cronaca
Pagamenti per lavori mai eseguiti all’ospedale Cotugno di Napoli: emessi due inviti a dedurre
La Guardia di Finanza di Napoli ha notificato un invito a dedurre nei confronti di due soggetti, ritenuti responsabili di aver provocato un danno patrimoniale all’Azienda Ospedaliera dei Colli.
Lavori pagati ma mai eseguiti all’ospedale Cotugno di Napoli: per questo il Nucleo di Polizia Economico-Giudiziaria della Guardia di Finanza, su delega della Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti, ha notificato un invito a dedurre nei confronti di due soggetti, ritenuti responsabili di aver provocato un ingente danno patrimoniale all’Azienda Ospedaliera dei Colli. Nei confronti di uno dei destinatari del provvedimento, inoltre, è stato eseguito un sequestro conservativo di beni per un valore di 3.329.504,20 euro.
Le indagini, scaturite dopo la denuncia della direzione generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, hanno permesso di accertare il pagamento di lavori di ristrutturazione e manutenzione mai effettivamente svolti all’ospedale Cotugno, da parte di due società sprovviste di maestranze e della documentazione attestante la regolarità contributiva e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Le società, rivelatesi vere e proprie “scatole vuote”, hanno beneficiato di sostanziosi bonifici grazie alla compiacenza dell’ex direttore dell’Ufficio tecnico manutentivo del nosocomio napoletano che, grazie alla complicità di un sodale, ha presieduto a tutto l’iter, dall’avvio delle gare fino all’attestazione di regolare esecuzione dei lavori e di liquidazione.
È emerso, inoltre, che una delle due società…
Cronaca
Trovano un borsello con dentro 15mila euro sull’autobus: tre studenti di 14 anni lo riconsegnano
I tre studenti, di ritorno da scuola, hanno notato il borsello prima di scendere dall’autobus, attirando l’attenzione dell’autista; il borsello, ma soprattutto i soldi, sono stati riconsegnati al legittimo proprietario.
Un gesto normale, che dovrebbe essere mosso dalle norme del vivere civile e che invece fa ancora scalpore, quello che viene dalla provincia di Avellino, dove tre studenti di 14 anni hanno trovato, sull’autobus, un borsello contenente 15mila euro e lo hanno prontamente riconsegnato.
I protagonisti della vicenda sono, come detto, tre studenti 14enni – uno di Grottaminarda e due di Flumeri – che frequentano l’istituto alberghiero di Ariano Irpino: i ragazzi, di ritorno da scuola, giunti allo stazionamento dei bus di Grottaminarda, prima di scendere dal mezzo hanno notato il borsello, di colore nero, abbandonato su un sedile. Quando lo hanno aperto, grande è stata la loro sorpresa nel ritrovarvi tutto quel denaro, oltre a una catenina d’oro, ma nessun documento; i tre studenti, però, hanno richiamato immediatamente l’attenzione dell’autista, consegnandogli il borsello.
Dal canto suo, il conducente dell’autobus ha informato dell’accaduto i carabinieri, che si sono così adoperati per rintracciare il legittimo proprietario, che è stato trovato e a cui è stato riconsegnato il borsello: si tratta di un uomo anziano, residente nella Valle dell’Ufita, tra le province di Avellino e Benevento.
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