Cronaca
Arrestato a San Pietro a Patierno con arma carica e maschera mentre era ai domiciliari
Il 45enne Salvatore Fattore è stato arrestato dai carabinieri per detenzione di arma clandestina nella sua abitazione, dove era sotto gli arresti domiciliari. Durante un controllo nel suo appartamento a San Pietro a Patierno, nella periferia Nord di Napoli, i carabinieri hanno trovato una pistola carica e pronta all’uso, un casco e una maschera da soft air. La pistola era una Tanfoglio calibro 9×21, con 15 proiettili nel caricatore e un sedicesimo già caricato in canna. L’arma, il casco e la mascherina sono stati sequestrati e verranno sottoposti agli accertamenti del caso per verificare se siano stati utilizzati in delitti o fatti di sangue.
Il controllo è stato effettuato dai carabinieri della stazione locale insieme a quelli del Reggimento Campania.
La scoperta è avvenuta nel pomeriggio di ieri, 29 gennaio, nella sua abitazione.
È importante fare attenzione alle armi clandestine e agli strumenti che possono essere utilizzati per commettere reati.
Fonte
Cronaca
Rapina a David Neres, tre arresti a Napoli: “Con questo orologio ci facciamo 120mila euro”
Tre giovani in carcere per la rapina al calciatore del Napoli David Neres; la batteria di rapinarolex ripresa dalle telecamere, i sospettati sono tutti del Rione Lauro.
“Con questo ci facciamo scarsi 120mila euro”: brandelli di conversazioni intercettate in ambientale in una delle automobili in uso alla banda di rapinatori che, subito dopo il colpo, sta verificando il modello dell’orologio appena portato via al calciatore del Napoli David Neres. Quando si rendono conto che è “quello chiatto”, le grida di gioia: sul mercato nero vale ben oltre centomila euro. Le intercettazioni sono agli atti nell’ordinanza che oggi, 14 novembre, ha portato in carcere tre giovani, tutti residenti nel Rione Lauro, a Fuorigrotta.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in rapina pluriaggravata, emessa dal gip su richiesta della Procura, è stata eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo. I fatti risalgono al primo settembre scorso. Quella sera Neres, subito dopo la partita giocata al Maradona contro il Parma, stava tornando in albergo su un minivan quando, mentre era bloccato nel traffico, era stato assalito da una batteria di rapinatori: avevano spaccato il vetro del finestrino posteriore, gli avevano puntato la pistola al volto e si erano fatti consegnare il prezioso orologio che che l’attaccante brasiliano portava al polso.
Nei video registrati dalle telecamere di sorveglianza si vedono i criminali che seguono il minivan all’esterno dello stadio Maradona e, successivamente, i sospettati che rientrano nel Rione Lauro; uno di loro scende dall’automobile senza scarpe, se ne è liberato per evitare di farsi riconoscere. Secondo le…
Cronaca
Falsi Pomodorini del Piennolo, sequestrati 35 chili di prodotti illegali nel Napoletano
La scoperta a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli: i pomodori venivano venduti come Pomodorini del Piennolo, ma non lo erano.
Erano venduti come pomodorini del Piennolo ma in realtà non lo erano affatto: sono 35 i chili sequestrati dai carabinieri del Parco Nazionale del Vesuvio di San Sebastiano al Vesuvio, intervenuti assieme ai ai militari del Nucleo Carabinieri Parco di Ottaviano. Il sequestro è avvenuto a Sant’Anastasia, all’interno di una ditta che utilizzava la denominazione di origine protetta dei Pomodorini del Piennolo pur non essendo la titolare iscritta nel circuito dell’organismo di controllo agroqualità, né al consorzio di tutela del prodotto vesuviano.
Dopo accurati controlli, i carabinieri hanno trovato circa sei scatole di cartone per confezione e tutte con la dicitura di “Pomodorino del Piennolo” e con all’interno pomodorini freschi già confezionati, 400 etichette con la dicitura di “Pomodorino del Piennolo” ed altri grappoli di pomodorini freschi muniti di etichetta anche in questo caso: un totale di 35 chili di prodotti pronti ad essere venduti nonostante avessero false etichettature. Alla fine, è scattato il sequestro da parte dei militari dell’Arma. Per la titolare, una multa pari a 4mila euro.
Cronaca
“Arcangelo mi sfidava a sparare”: Renato Caiafa resta in carcere, può condizionare gli amici
Il gip non ha convalidato il fermo per Renato Caiafa ma ha disposto il carcere: la sua versione e quella degli amici vengono ritenute inverosimili, per il giudice l’arma era già in possesso dei giovani.
A sinistra Renato Caiafa, a destra Arcangelo Correra
La versione di Renato Caiafa sul ritrovamento dell’arma viene ritenuta totalmente inverosimile dagli inquirenti, secondo i quali anche gli amici hanno concordato una versione di comodo per non ammettere che quella pistola era già nelle disponibilità del gruppetto: è il ragionamento del gip che, pur non convalidando il fermo, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 19enne, in carcere per la detenzione e l’uso della pistola e indagato per la morte dell’amico, Arcangelo Correra, raggiunto da un proiettile in fronte nella notte del 9 novembre nel centro di Napoli, adiacente a via dei Tribunali.
Il ritrovamento della pistola
Renato Caiafa, prima agli inquirenti e agli investigatori e successivamente al gip, ha raccontato di non avere mai visto prima quella pistola. Di averla trovata in piazzetta Sedil Capuano, dove spesso stava con gli amici, e di averla impugnata credendo che si trattasse di una replica, di un giocattolo. Di averla maneggiata mentre Arcangelo, mostrando il petto, lo sfidava. E che si sarebbe accorto di avere tra le mani una pistola vera soltanto dopo il colpo, partito involontariamente, e dopo avere visto il sangue dell’amico.
Innanzitutto, rileva il giudice, quella pistola ha un grosso valore per i criminali, essendo un’arma con matricola abrasa, quindi non rintracciabile, e dotata di un caricatore esteso che può contenere 26 cartucce; di…